Tapeheads - Teste matte - Film (1988)

Inconsistente commedia che affianca gli allora giovanissimi John Cusack (con occhiali da sole, gel e baffetti) e Tim Robbins: i due, nel film grandi amici fin dall'infanzia, s'industriano per guadagnare nel campo delle video riprese (da cui il titolo originale, eravamo ancora al tempo delle vhs). Cusack è il manager che si occupa delle pubbliche relazioni, Robbins "l'artista", il regista della loro agenzia specializzata, la Video Aces ("gli assi del video" nel nostro doppiaggio). Gli esordi nel campo della pubblicità locale (notevole il video per una catena di fast-food stile Kfc) sono incoraggianti e nonostante gli ovvi intoppi e le battute d'arresto i due dimostrano di saperci fare. Il salto di...Leggi tutto qualità però non riescono a compierlo e finiscono a filmare video di matrimoni e compleanni. Ma siamo nella tipica commedia all'americana, e così ecco che per una serie di fortuite coincidenze i due si troveranno a dirigere l'ultimo videoclip di un gruppo rock destinato di lì a poco a morire sul palco colpito da un satellite in caduta libera (!) e a riprendere un importantissimo uomo politico (Gulagher) mentre a una festa fa "i giochini" in camera con la sua amante. Due occasioni colte al volo che procureranno a Josh e Ivan fama immediata e produrranno una svolta anche nel film, il quale comunque non decollerà mai veramente nonostante il buon affiatamento delle due future star del cinema brillante a stelle e strisce. Colpa di un copione debolissimo, che nonostante cerchi una via personale apparentemente meno scontata della media del periodo, in realtà non riesce ad affrancarsi da una costruzione banale che mostra presto la corda. Nessun personaggio significativo, dialoghi quasi mai spiritosi in controtendenza rispetto alle ambizioni da commedia brillante, un intreccio inutilmente caotico che produce solo noia, almeno tre o quattro esibizioni canore che durano più del consentito, sicari e mafiosi a produrre ulteriore “rumore”. Il tutto per un finale alla BLUES BROTHERS con i due che utilizzano un concerto della boy band portoricana dei Menudo (realmente esistente) per far esibire invece i loro idoli d'infanzia, gli Swanky Modes (Sam Moore e Junior Walker). Troppa carne al fuoco, cotta male e servita peggio. Qualche ideuzza qua e là (vedi il video del gruppo pop svedese bombardato di vernice a sorpresa mentre suona, o il fresco defunto utilizzato per fare pubblicità alla loro casa di produzione) poco integrata in un plot dove la regia non sa mai rendersi efficace, perdendosi in lungaggini evitabili e gag di dubbio gusto (notevole però il titolo di un libro pubblicizzato in tv: "Prosperità attraverso lo sfruttamento")! Weird Al Jancovich compare di passaggio.

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