Sahara - Film (1943)

Dopo la battaglia di Tobruk (1941), un carro armato anglo-americano con due prigionieri si ritira nel deserto libico, in cerca di pozzi d'acqua. Film bellico diretto dallo specialista di cinema d'avventura Zoltan Kord, particolarmente a suo agio in una storia dallo stampo classico, non particolarmente ricca di episodi, ma nello stesso tempo ben realizzata e godibile. Convincente la prova del cast, nel quale spicca, all'apice della sua "forma" artistica, Humphrey Bogart.

Pellicola bellica di straordinario realismo e potenza drammatica. Bogart è un sergente che deve domare non una donna (come in molti suoi film) ma un carrarmato che a volte fa i capricci come una donna. La sabbia del deserto, il caldo, l'acqua (scarsissima), l'olio e il fumo dei motori, il grasso per i cingoli, il sole cocente, la benzina, la radio e le armi da fuoco sembrano personaggi anch'essi. Ambientazione suggestiva, sceneggiatura coinvolgente, plausibilità d'insieme, regia precisa e niente fronzoli.

Bellico avventuroso e coinvolgente, diretto da Korda con grande occhio per paesaggi (desertici e che ti fanno venir sete solo a guardarli) e ritmo. I protagonisti, che decidono di sacrificarsi per cercare di catturare 500 tedeschi, sono ben sfaccettati e il film cerca di lanciare un bel messaggio di amore e uguaglianza tra varie culture e razze. Perfetto Bogart, supportato da un bel gruppo di facce di genere tra cui spiccano Dan Duryea, Naish doppiato da Sordi e Ingram. Non un solo momento di stanca, da vedere assolutamente.

Un gruppo di soldati alleati in ritirata, asserragliati in una piccola oasi in mezzo al deserto, resiste all'attacco di un battaglione tedesco a torto di acqua... Bel film bellico in cui le ragioni della propaganda, comprensibili considerata la data di uscita, si fondono con un vigoroso appello alla fratellanza umana al di là di provenienze, razze, religioni ed anche divise diverse. Fascinosa l'ambientazione essenziale, ben assortito il cast guidato da un magnifico Bogart, ufficiale saggio e comprensivo che democraticamente chiede ai suoi compagni se sono disposti al sacrificio estremo.

Classico film di propaganda bellica, suona molto datato (soprattutto il doppiaggio italiano) e ha inserti didascalico-moralistici comprensibili ma oggi quasi inascoltabili. L'azione invece è coinvolgente e ben girata, con notevole gusto spettacolare (che non si ritrova, ad esempio, nel coevo I cinque segreti del deserto di Wilder) e il cast è ben assortito, con il solito impeccabile Bogart a tirare le fila. Interessante, per l'epoca, il messaggio antirazzista (entro i limiti) affidato al sergente anglosenegalese delle truppe coloniali.