La vita di O-Haru donna galante - Film (1952)

La vita di O-Haru donna galante
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Titolo originale: Saikaku ichidai onna
Anno: 1952
Genere: drammatico (bianco e nero)
Note: Su alcuni dizionari è riportato il titolo italiano "Vita di O-Haru, donna galante", senza l'articolo iniziale.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 10/10/09 DAL BENEMERITO RENATO
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Renato 10/10/09 11:19 - 1648 commenti

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Parabola discendente della vita di O-Haru, che con l'unica colpa di avere dei sentimenti finirà col degradarsi completamente. Ambientato nel Giappone del XVII° secolo, è un film tosto, dolente, registicamente impeccabile ma che richiede -chiaramente- una certa soglia di attenzione. O forse il problema sono io, che ho visto troppa robaccia italiana negli ultimi anni per poter apprezzare pienamente questi classici.

Tuxtucis 23/08/10 12:40 - 34 commenti

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Bello ma sopravvalutato film di Mizoguchi, inferiore ad altri del regista giapponese. I continui fallimenti della protagonista alla distanza stancano e danno l'impressione di un film che, per l'eccessiva lunghezza, perde in efficacia drammatica. Lo spirito è in ogni caso assai distante dal tono lieve dell'opera letteraria di Saikaku dalla quale è tratto.

Mickes2 26/03/12 18:31 - 1670 commenti

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Solenne ed elegiaco, inesorabile e struggente, dolente e sofferto ritratto del Giappone del XVII° secolo, filtrato attraverso l'esistenza di una donna, dove padri-padrone decidevano il destino dei propri figli, dove il gentil sesso era considerato semplice merce di scambio, dove il valore dei sentimenti non era preso in considerazione e bisognava arrendersi al volere altrui. Il lento fluire contemplativo di O-Haru, vittima di umiliazioni e soprusi, inflitti da un sistema costruito su basi che tendono ad annientare la dignità dell'essere umano.
MEMORABILE: Il finale.

Cotola 8/08/13 19:46 - 9052 commenti

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Oharu non è una semplice donna, ma è il simbolo e l'incarnazione di un universo femminile sottomesso ed umiliato da una società profondamente maschilista, ingiusta e disumana (i sentimenti non hanno alcun valore). Ogni episodio della sua vita è quindi la tappa di una via crucis spietata e quasi sempre priva di consolazione. Eppure Mizoguchi racconta tutto con grande sobrietà e moderazione, senza mai cadere nel melodramma e nel patetico ma anzi adottando uno stile maturo che denota quella semplicità che è propria solo dei più grandi. Tra i film più importanti della cinematografia orientale.

Daniela 3/03/14 13:05 - 12670 commenti

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Esiliata dalla corte per essersi innamorata di un servo, concubina di un signorotto a cui la moglie non può dare un figlio che la scaccia una volta ottenuto l'erede, venduta come cortigiana, vedova in miseria... Il racconto della vita di Oharu, prostituta che si offre per strada, è una sequenza di disgrazie che forse, in mano di un altro regista, avrebbero provocato saturazione per eccesso ma che Mizoguchi, col suo stile sobrio e rigoroso, trasforma in una parabola a carattere universale, sommessa e sublime, sulla condizione femminile. Tanaka è un fiore che conserva la grazia anche calpestato.

Rebis 5/12/16 14:09 - 2339 commenti

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Dalla vita di corte alla prostituzione nei postriboli di Kyoto: una discesa inesorabile della scala sociale, che si sublima nel rigore morale. Frutto e capro espiatorio di una società classista che mercifica i corpi, O Haru non trova solidarietà nemmeno tra le donne, che le rinfacciano di vivere quanto a loro è proibito. L'accumulo narrativo è inversamente proporzionale alla sobrietà stilistica: i lunghi piano sequenza che inseguono e scrutano con pudore lo stato emotivo dei personaggi, si compongono in un montaggio invisibile. Un melodramma algebrico, sistematico, dalla forza implosiva.

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