Gestarsh99 • 7/11/11 15:00
Scrivano - 21543 interventiChi apprezza oltre ogni limite il cinema iraniano, in primis quello crudo e surreale del curdo
Bahman Ghobadi avrà senza dubbio pane per i suoi denti.
Sullo sfondo della guerra USA-Iraq del 2003, col Kurdistan oppresso interamente schierato dalla parte del liberatore Bush (dice con orgoglio il piccolo antennista agli anziani riuniti davanti alla tv: "Eccolo mr.Bush. Il mondo è nelle sue mani!"), prende forma il dramma di un'infanzia orfana dei propri padri, che campa riaggregandosi in mini-comunità analoghe a quelle degli adulti, sopravvivendo alla fame, alle mutilazioni e agli handicap con i profitti di lavori improvvisati (regolare antenne e parabole televisive di quart'ordine, scaricare camion di rottami) o pericolosissimi (ripulire artigianalmente i campi dalle mine antiuomo americane e italiane...)
Gli echi del neorealismo desichiano si fondono al cupio dissolvi onirico più tragico e pessimistico (non vorrei eccedere e portare fuori strada chi non lo avesse ancora visto ma in alcuni punti mi è tornato alla mente addirittura
Melancholia), trasformando il film in un qualcosa di singolare e crudelmente affascinante.
Da non perdere assolutamente.
Gestarsh99, Pigro, Cotola
Mickes2