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Discussioni su Non ti voltare - Film (2009)

DISCUSSIONE GENERALE

2 post
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  • Buiomega71 • 25/06/14 21:08
    Consigliere - 27151 interventi
    Zendy, è uscito in dvd per la BIM con il titolo italiano Non ti voltare
  • Buiomega71 • 2/12/14 10:43
    Consigliere - 27151 interventi
    C'è Sophie Marceau (intensissima) che vive con marito e figli in un confortevole appartamento parigino

    D'improvviso vede che tutto attorno a lei stà cambiando (prima il tavolo della cucina, poi il marito, infine i figli-geniali le videoriprese casalinghe rivelatrici-), nuove facce che mutano, e alla fine la Marceau si trasforma nella Bellucci (la mutazione del volto, prima metà viso, poi la faccia intera, ha qualcosa di croneneberghianamente disturbante, la Bellucci prende metà volto della Marceau, poi lo fagogita nelle sue fattezze)

    Un viaggio nel salento per arrivare alle radici delle sue origini, tra escrescenze tumorali al braccio, ferite e cicatrici sulla pelle, pizziche che anticipano lo svelarsi della matassa, tocchi fiabeschi (la mela sul treno, la bambina che corre per le stradine di Lecce inseguita da una zoppicante Bellucci, una Bellucci sempre più lillipuziana, fino a tornare bambina, così piccola nella grande stanza degli oggetti, la Bellucci che si deforma nel fisico e sale le scale con l'andatura di Elephant man), terribili incidenti stradali, una chiusa che confonde le acque già di per sè torbide

    C'è Marina De Van e il suo cinema del corpo, dell'ossessione femminea, del martirio dell'anima e della carne

    Rispetto allo scioccante Nella Mia Pelle (dove Marina si metteva in gioco in prima persona), quì diventa più "glamour", ma non perde un grammo della sua anima autoriale, dell'incomunicabilità, del perdersi nel baratro della follia schizofrenica e dell'assurdo

    Con un occhio a Polanski, l'altro a Crony, e reminiscenze al Richard Kelly di The Box (che me lo ha ricordato per tutta la prima parte-la più intensa-, tra paranoia e dimensione allucinatoria-l'eterocromia prima del figlio, poi del marito, gli occhi azzurri accessi della madre coi suoi tick inquietanti e che parla da sola, le inquietanti gestualità della sua famiglia nel filmino casalingo-) la De Van porta avanti il suo cinema personale e poco accomodante, anche se qui piuttosto confusa e non poco ambiziosa

    Lo script non e dei più limpidi (ci si perde parecchio durante la narrazione) e la seconda parte nel salento e più banale rispetto alla prima (che gettava ombre e luci non poco inquietanti), anche se la De Van-curiosamente-filma una pizzica da far invidia a Edoardo Winspeare

    La parte finale risulta ancor più ermetica, lasciando lo spettatore a sua libera interpretazione (postumi dell'adozione? Lutto mai elaborato?)

    Ipnotico, strambo, curioso e bizzarro, non del tutto riuscito, ma pervaso da un originalità e da una passione registica degne di nota

    Un pò ovunque massacrato (la De Van ci soffrì ben 4 anni per le critiche negative che questa sua seconda opera ha ricevuto-leggere la sua intervista sul numero 132 di Nocturno , settembre 2013, pg. 40/46, in proposito) merita una riscoperta

    Consiglio di vederlo solo dopo aver visto Nella mia Pelle per apprezzare di più il fil rouge che lega i due film e le tematiche profonde e ossessive della sua regista.
    Ultima modifica: 2/12/14 14:09 da Buiomega71