Buiomega71 • 23/08/18 10:59
Consigliere - 27174 interventi Sadisterotica-L'estate torbida dello tio Jess
Mezza delusione per quello che credevo il film più personale e teorico dello tio Jess (immaginavo una specie di
Nuovo incubo franchiano, la sua personale
Montagna sacra, e mi ritrovo una sottospecie di
Un gatto nel cervello visto nell'ottica dello tio, senza insert da altri film)
Mi è sembrato un Franco quasi "commerciale", assai lontano dalla sua poetica surreal/onirico/ermetico/anarcoide e forse anche quello più "pudico" (timidi accenni lesbo tra la Romay e la Monteil che più che altro fanno le scemette, qualche nudo quà e là, ma niente di più), che ha confronto
Confessioni di una monaca adolescente (per tirare in ballo uno dei Franco più "morigerati") è un trattato di sadismo e perversione
L'incipit (la Romay legata, nuda, alla croce di Sant'Andrea, "seviziata" dalla Monteil, tra frustate, sangue di colombo decapitato alla bisogna, sparso per tutto il corpo o trangugiato in coppe rituali, con lievi accenni saffo, fino alla pugnalata che conclude quello che sembra a tutti gli effetti un rito satanico/BDSM) si risolve in una triste pantomima, una pagliacciata che già smorza il potenziale sadisterotico del film.
Le messe nere che l'alta borghesia officia in chiese sconsacrate o in ville private, altre non sono che recite da avanspettacolo per scatenare la libido dei presenti (che si concludono con una mega orgia-assai noiosa, ripresa da Franco dall'alto-che nemmeno
Dietro la porta verde)
Insomma, una pantomima del sadismo franchiano, tra donne frustate o legate a croci , fintamente uccise per il ludibrio scopereccio di borghesi annoiati e parecchio infoiati
In tutto questo marasma fittizio si muove lo stesso Franco, prete spretato sessualmente represso, invasatissimo moralizzatore che delira di peccato e redenzione, punendo le donnacce scostumate e sporcaccione a suon di preghiere "esorcistiche", vangeli, frasi sconnesse, stole e pugnali.
Il film acquista un certo "valore" solo per la presenza di Franco, untuoso "giustiziere dei peccati altrui, soprattutto femminili" con occhio lesso da voyeur (sbircione a là
Finestra sul cortile, dell'appartamento accanto), che si prodiga in "redenzioni" alla lama di coltello, dove raggiunge l'apice quanto rapisce la Romay (mai così mal sfruttata dallo tio, relegandola a ruolo di una sciaquetta qualsiasi), spupazzandola sul letto della sua camera d'albergo, spogliandola, strattonandola, schiaffeggiandola, insultandola, incatendandola all'armadio, mordicchiandola a sangue, sputandole in faccia, in un rapporto di amore/odio che ha il sapore gustoso di metacinema tra il mentore e la sua musa) non prima di averle fatto leggere il suo racconto sadoerotico (leggi sceneggiatura). Se al posto di Franco, per dire, ci fosse stato Howard Vernon, l'opera sarebbe precipitata inesorabilmente verso i poco felici lidi del pseudo-filmaccio.
Con Franco che si muove come un sudaticcio e viscido Frank Zito (quando bussa alla porta della stanza della Romay e poi la narcotizza per rapirla, molte le similitudini con l'analoga scena tra Frank Zito-appunto- e Rita in
Maniac) tra viziose pupattole e immoralità da bancarella, il film ci guadagna, se non altro per il ludibrio di vedere lo tio che condanna ciò che ha sempre filmato e messo in mostra nelle sue pellicole sadisterotiche.
Caroline Rivière (quella che c'aveva i baffi e ocheggiava con la Romay, nella stanza d'albergo, nelle sequenze aggiunte di
Sexy Nature) viene punita da Franco a suon di deliranti omelie e accoltellata incatenata all'armadio a specchio, alla signora Cartier (gran gnoccolona officiante di pagliaccesche messe nere) viene estratto il cuore (in una delle rarissime scene gore del film), a Monica Swinn , che umilia sessualmente il vecchio satiro appassionato di messe nere e bondage orgiastico, Franco le impartisce una coltellata purificatrice posizionandola supinamente a mò di preghiera, con il suo sederone che invade lo schermo (non di Franco ma della Swinn), prima di rapire l'amata/odiata Romay (
Sei una viziosa, una puttana, e io che ti credevo pura come un giglio! (sic!)) nel momento migliore del film. Il nadir franchiano giunge nella coincitata sequenza dello sgozzamento della Monteil mentre stà officiando l'ennesimo, e fondamentalmente innocuo, rito suppliziatorio ai danni di una biondazza carnosa legata alla croce di Sant'Andrea, con Franco che dà di matto del tutto.
Terribile la piega "poliziesca" delle indagini con un ispettore da operetta e tremendo il finale con inseguimenti in auto che manco un poliziesco turco le battute sceme dei due detective (personalmente trovo Franco atroce quando nei suoi film si da al lato meramente "poliziottesco" tra commissariati e sbirri)
Manca il furore degli amplessi lesbo , della lussuria sadica, del delirio dei sensi, l'eros e il thanatos e anche il lato feticistico ne risente (non mi basta la Romay che indossa gli stessi stivaloni neri di Irina di
Un caldo corpo di femmina o di Linda in
Lorna), come se Franco fosse indeciso se psicanalizzare le sue ossessioni (come farà appunto Fulci con
Un gatto nel cervello) o realizzare un "thriller" canonico fruibile per "tutti i palati" (nel primo caso ci azzecca quasi, nel secondo è un mezzo disastro)
Impagabili, comunque le isteriche incazzature dello tio, novello Torquemada che blatera di purificazione non potendo fare a meno del suo lato voyeuristico. Dove tutte le donne ( o meglio le sue attrici) sono puttane perdute nel vizio.
Quello che credevo fosse la sua apoteosi si è rivelato uno dei suoi lavori "minori" e meno (h)ardimentosi o, almeno, lontano anni luce dalla decadenza sessual/mortifera di
Doriana Gray e dall'audacia diabolica sadolesbo di
Lorna
Il Gobbo
Ciavazzaro, Bullseye2
Noodles
Samdalmas, Minitina80, Buiomega71
Undying, Daidae, Deepred89, Rufus68, Fauno, Marcel M.J. Davinotti jr.
Cotola, Ronax