Buiomega71 • 4/02/20 10:56
Consigliere - 27150 interventi Nel segno del thriller: alternativamente a Sanremo
E William Webb si (ri)conferma reuccio del thriller usa e getta (vero che
Il Banchiere viene un'anno dopo di questo, ma vero anche che il sottoscritto lo ha visto prima ), non deludendo le aspettative.
Webb lavora di tensione, ma soprattutto di morbosità, inanelando perversioni a buon mercato che funzionano sempre, e che vanno spanne sopra a questo (de)genere di filmetti.
Una coppia di fratello e sorella, lui psicopatico , lei sfacciattamente sgualdrinella, che si divertono a contattare, tramite le party line, uomini ricchi sposati, per prendere appuntamenti roventi con la sorellina, poi ricattati e uccisi a rasoiate, sono tra le coppie squilibrate e insane più riuscite dei thriller straight to video.
E se il fratellino (interpretato da un ottimo Leif Garret pieno di tic e nevrosi psicopatologiche) si strugge spiando la sorellina in intimo e mezza nuda, desiderandola ardentemente, la sorellina lo umilia e lo sbeffeggia edipicamente ripetendole con scherno "
Cocco di mamma, cocco di mamma", con lui che indossa feticisticamente il vestito della madre, in un cortocircuito en travesti dal complesso di Edipo degno di
Psycho, dove le pulsioni incestuose prendono il sopravvento (lui innamorato della sorella, che identifica con la madre su cui nutriva morbosissime attrattive sessuali, la sorella stuprata e abusata dal padre, produttore cinematografico e il losco quadretto familiare disfunzionale è al completo, ovvio che in una tale situazione perversa l'omicidio sia di casa).
Quello che di primo acchito pare il solito thrilling su un serial killer che uccide i clienti delle party line (che non sono le hot line stile 199), e in realtà un intricato rapporto incestuoso che sfocia in efferati delitti alla lama di rasoio, in un'accoppiata malata parentale con barlumi ai
Killers della luna di miele.
Ma Webb non si ferma quì, perchè il regista del
Banchiere rincara la dose con: ragazzine minorenni, un pò in carne, goffe e poco attraenti, che si divertono a fare le porcelline sulle party line (versione erotizzante degli
Occhi degli altri), padri di famiglia che molestano sedicenni con la scusa di riaccompagnarle a casa, appuntamenti al buio che si trasformano in equivoci da commediaccia, per poi incontrarsi nella villa, in una bollente atmosfera che sconfina nel sesso a tre (annunciato) con rasoio, le voglie inconfessabili di chi partecipa al gioco delle party line (bolletta permettendo).
Sul lato meramente thriller, Webb tira fuori la sua abilità che già ho avuto modo di tastare nel
Banchiere, fulminanti rasoiate che aprono gole, l'omaggio a
Vestito per uccidere nel bagno della discoteca, la poliziotta sgozzata, il ritrovamento dei corpi nudi e insanguinati in quel di Malibù (il bimbo che rinviene i cadaveri nel campo è il figlio di Webb, Chris), il grottesco ballo tra il normanbetasiano Seth e la poliziotta rapita, a tu per tu con la sorella che lo provoca sessualmente e lo strangolamento, fino alle battute finali (con caduta rovinosa dal tetto e sparizione alla Michael Myers) per arrivare nella piscina al chiuso della grande villa, dove si consuma la resa dei conti.
Incisive le parti femminili (su tutte Greta Blackburn, sorellina silfide e provocatrice, sorta di oscuro oggetto del desiderio fraterno e femmina folle alla bisogna) e malsane tutte le parti che vedono protagonisti fratello e sorella, in un gioco di ruolo perverso e maniacale (di culto quando lei, sopraffata dalla gelosia e dai ricordi dolorosi, fa a pezzi il vestito della madre, apostrofandola come "baldracca").
Nell'appartamento del poliziotto che deve risolvere il caso, troneggia il manifesto di
Coraggio...fatti ammazzare
Quando ti aspetti il solito serial killer ammazzapupattole e ti ritrovi tutt'altro plot (già nell'incipit con la sorellina che si porta a casa il maschione di turno, ma poi arriva il fratello che...) e dove le smanie sessuali (soprattutto deviate) diventanto il punto focale della vicenda, allora hai la (ri)conferma che Webb ci sapeva davvero fare e si destreggiava con scafato professionismo nei meandri della psiche umana, tenendo conto della tensione (sempre costante) e dei meccanismi che il (de)genere richiede.
Eccerto che stè vetuste party line (sorta di pre chat) intrigavano non poco (bolletta permettendo, ovviamente).
Nota a margine: non so se era un riverbero o cosa, ma nella sequenza in cui il poliziotto di Robert Hatch è sul divano ad amoreggiare con la sua collega Butch (Marty Dudek), mi pareva che la bella poliziottona moracciona (una CHIPS per di più) avesse la pianta dei piedini sporchi (slurp).
Buiomega71
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