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Davvero notevole. Lo consiglio ai davinottiani
sperando che il mio entusiasmo a caldo (l'ho finito di vedere poco più di un'ora fa) non vada
scemando come spesso accade. In ogni caso un film interessante su uno degli scandali finanziari (per ora abbastanza impunito) dei nostri tempi.
SPOILER
La frase finale di Servillo riferita ai giornalisti (che per motivi di spazio non ho potuto citare): "Auguro a voi ed alle vostre famiglie, una morte lenta e dolorosa".
SPOILER
Tecnicamente non sarebbe un vero spoiler (anche
perchè il modo in cui finisce la vicenda è noto a tutti), tuttavia è una frase che colpisce,
soprattutto nel modo in cui la dice il grande
Tony.
@ Cotola: appena visto il film e concordo su giudizio e frase di Servillo
@ Didda: hai scritto "capeggiato" con la doppia "p". Forse perchè avevi ancora in mente la battuta del film, che anche Cotola cita, riguardo a come scrivere "incedibile".
Capannelle ebbe a dire: @
@ Didda: hai scritto "capeggiato" con la doppia "p". Forse perchè avevi ancora in mente la battuta del film, che anche Cotola cita, riguardo a come scrivere "incedibile".
Ritorno sul film: proprio bello e ringrazio Cotola del consiglio (quasi sempre l'arena davinottica è una fonte preziosa..).
Al suo contrario la mattina dopo ha aumentato di mezzo punto il voto perchè mi sono tornate in mente un sacco di battute che caratterizzano il film.
Come scrittura e disegno dei personaggi ci ho trovato qualcosa di Sorrentino anche se il Divo rimane un caso a sè e a Lupo bonariamente dico: ce ne fossero di fiction fatte così.
Di nulla Capannelle. E' sempre un piacere che un film segnalato piaccia anche agli altri
davinottiani.Il bello del Davinotti è proprio
questo, poichè come tu, qui si pesca spesso bene.
Uno dei film più sottovalutati della storia recente: pochi spettatori (1 mln contro gli 11 mln che sono andati a vedere quell'autentico cesso che è The Tourist) e critici senza trasporto.
Eppure Servillo, Girone (e la Felberbaum) non sono nomi che lasciano indifferenti.
Ho trovato l'anello di congiunzione con Sorrentino: le musiche by Teho Teardo. Oltre a un certo stile di ripresa.
Per chi volesse informarsi sul crac Parmalat: http://it.wikipedia.org/wiki/Crac_Parmalat.
Impressionante il giro d'affari (dazioni e acquisizioni di imprese decotte) messo su da Tanzi per ungere politici di ogni colore.
Vedo che anche Tarabas si dichiara deluso dai toni assolutori del film. Come Jandileida e altri.
Sul punto specifico sono d'accordo con loro però mi chiedo se fosse giusto aspettarsi dal film precise denunce sociali (che peraltro non mancano: il provincialismo dei ns industriali, il calcio come paravento, il silenzio di banche e società di certificazione).
La legge dei 500 caratteri impone un salutare sforzo di sintesi, che a volte però condanna alla semplificazione.
Intendevo dire che la scrittura del film mi è parsa confusa e che, in questa confusione, si intravvede il nefasto e italianissimo "Tutti colpevoli nessun colpevole". Non penso che questo fosse l'intento, chè anzi il film è disseminato di indizi contrari.
E' proprio che il film è scritto confusamente, secondo me. Non volendo fare la cronaca dei fatti, si è tentato un film di caratteri, a cui però mi pare che il regista si sia troppo affezionato. E si è persa la distanza tra narratore e materia del racconto. Poi gli attori sono fin troppo bravi, specialmente Girone. Mentre Servillo onestamente mi è sembrato un po' Servillizzato.
è passato un po' di tempo da quando l'ho visto ma io ricordo di essere stato deluso soprattutto dalla faciloneria e dalla superficialità con la quale veniva affrontato tutto ciò' che stava dentro ed intorno alla Parmalat, come se tutto fosse venuto giù da solo senza colpevoli e responsabile (che invece ci sono).
Se un film parla del maggiore scandalo finanziario italiano dopo quello della Banca Romana di Giolitti, beh si io mi aspetto precise denunce sociali. Altrimenti si può' anche parlare d'altro e farlo in altro modo (la via scelta da Sorrentino per Andreotti ad esempio).
Su Servillo concordo in pieno con Tarabas: è ora di vederlo in altri ruoli. Tra l'altro lo spettacolo su Napoli portato di recente in giro per l'Italia era di una bellezza unica, a riprova di un talento cristallino e raro. Starebbe al cinema sfruttarlo un po' meglio.
Per me, Jandileida, il film non tace le responsabilità di Tanzi. Casomai lo umanizza e ne fa vedere le debolezze (i caratteri cui accenna Tb) ma questo non mi sembra fuori dalla realtà.
Il merito di Molaioli è proprio di accennare a queste responsabilità (di tanzi, della politica, dei certificatori) senza imbastirci sopra la solita storia di lacrime e sangue, di "mostri" e "anime candide".
A metà strada tra la denuncia sociale e la commedia di costume, è vero. Ma la prima non è assente, diciamo che non è "sparata".
Certo, l'umanizzazione della vicenda e dei protagonisti poteva anche essere una scelta coraggiosa e anche centrata: il furore giacobino non porta da nessuna parte e oltretutto la verità ha sempre molte facce. La separazione tra buoni e cattivi non esiste e non mi aspettavo certo questo da un film sulla vicenda Parmalat.
Tuttavia mi pare, ti ripeto che il film l'ho visto un po' di tempo fa, che tale approccio non sia stato poi accompagnato da una ricostruzione puntuale di tutte le magagne a vari livelli che portarono al tracollo: insomma bene il fatto di provare a rendere umani le vicende ed i protagonisti al di là di quanto si legge sui giornali ma secondo me manca tutto il resto ovvero l'identificazione di colpevoli e conniventi troppo nasconda tra le pieghe della sceneggiatura, annebbiata da un dire e un non dire che non porta da nessuna parte.
La Parmalat non è uno dei tanti misteri italiani, è un caso di scuola dell'inettitudine e dell'approssimazione del turbocapitalismo italiano: scomporlo in un rebus non mi è sembrata un'operazione non troppo felice.
Cotola, Capannelle, Galbo, Alex1988
Didda23, Mutaforme, Puppigallo, Nando, Paulaster, Giùan, Lythops, Saintgifts, Almicione, Bubobubo, Lou
Lupoprezzo, Ilcassiere, Redeyes, Enzus79, Rebis
Jandileida, Tarabas, Schramm