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Discussioni su I falchi della notte - Film (1981) | Pagina 2

DISCUSSIONE GENERALE

43 post
  • Kanon • 7/03/14 13:00
    Fotocopista - 840 interventi
    Didda23 ebbe a dire:
    Buio, che ti succede? inizi a parlare di attori?!?

    Interessante la discussione e devo dire che più passa il tempo più convergo con la visione buiesca del cinema ( tranne in rarissimi casi, of course): il cinema lo fa il regista ( e lo sceneggiatore) e non l'attore. Quando un film è grande per regia,fotografia e sceneggiatura tu puoi prendere qualsiasi attore che sappia recitare ed il risultato è medesimo.
    Soprattutto in film dove la regia è fondamentale: thriller,horror ed action. Nelle commedie, forse, l'attore è più importante ma è allo stesso modo fondamentale una direzione d'attori eccellente.


    Non sono del tutto d'accordo. Per me, è un gioco di squadra: ci sono mediocri film tenuti a galla da pregevoli recitazioni e ce ne sono altrettanti (film) in cui sono la fotografia o la regìa a sorreggere un'impalcatura pericolante a causa di recitazioni mediocri. Senza contare poi, l'onnipotente burattinaio orchestratore quale è l'editing.
  • Didda23 • 7/03/14 13:45
    Compilatore d’emergenza - 5806 interventi
    Ovviamente l'editing è fondamentale.

    1)film mediocri tenuti a galla da pregevoli interpretazioni.

    Innanziutto bisognerebbe capire in che cosa sono mediocri.
    Una grande interpretazione è il risultato o di una sceneggiatura brillantissima che delinea la "grandiosità" del personaggio o di un regista che sa tirare fuori il meglio da un attore.

    2)fotografia e regia a sorreggere un'impalcatura pericolante a caisa di recitazioni mediocri.

    Cosa che succede spesso, purtroppo. Poi dipende dal genere. Credo che comunque la colpa non sia dell'attore in sè, indi per cui ne prendi un altro (a parità di sceneggiatura e direzione d'attori), le cose non cambierebbero di molto.

    Questo spiega come grandi attori alternino prestazioni esaltanti ad altre da far cadere le braccia (tutto dipende dalla regia e dalla sceneggiatura).
  • Kanon • 7/03/14 17:35
    Fotocopista - 840 interventi
    Didda23 ebbe a dire:
    Ovviamente l'editing è fondamentale.

    1)film mediocri tenuti a galla da pregevoli interpretazioni.

    Innanziutto bisognerebbe capire in che cosa sono mediocri.
    Una grande interpretazione è il risultato o di una sceneggiatura brillantissima che delinea la "grandiosità" del personaggio o di un regista che sa tirare fuori il meglio da un attore.

    2)fotografia e regia a sorreggere un'impalcatura pericolante a caisa di recitazioni mediocri.

    Cosa che succede spesso, purtroppo. Poi dipende dal genere. Credo che comunque la colpa non sia dell'attore in sè, indi per cui ne prendi un altro (a parità di sceneggiatura e direzione d'attori), le cose non cambierebbero di molto.

    Questo spiega come grandi attori alternino prestazioni esaltanti ad altre da far cadere le braccia (tutto dipende dalla regia e dalla sceneggiatura).


    1) Indubbiamente, avere in partenza un soggetto sopraffino o un regista con gli attributi, rende l’opera metà compiuta. Però qui secondo me sottovaluti il valore aggiunto che un attore riesce ad apportare. Ci sono migliaia di film dove è l’attore stesso che – vuoi per dedizione al lavoro, vuoi per fascinazione del personaggio – imprime un’impronta personale alla recitazione, soprattutto alle sfumature che spesso elevano in meglio la recitazione (le improvvisazioni non si contano, da tante che sono). Con questo ribadisco il mio concetto: è un gioco di squadra. Occorre prima di tutto che la sinergia sia totale sul set. Non a caso nascono grandi film con coppie (regista + attore) rodate già da anni.

    2) Visti gli ultimi tempi, aggiungerei anche gli effetti speciali (la CGI). Esistono comunque molti film che - stante medesima sceneggiatura e regista - hanno beneficiato d’un cambio d’attore. Le altalene di prestazioni a volte risiedono in una soggettività di chi guarda: può capitare che da un determinato attore ci si aspetti una certa interpretazione poi (per i nostri canoni) non corrisposta. Altre volte si tratta di professionalità: chi sceglie di lavorare per ragioni alimentari o svogliatamente s’aggrappa ad una malcelata sufficienza o ancora da chi vorrebbe fare ma non trova chi glielo permette, sino ad arrivare al miscasting totale.
  • Graf • 7/03/14 23:43
    Fotocopista - 902 interventi
    Buiomega71 ebbe a dire:
    Attorialmente parlando, per il sottoscritto, lo Stallone migliore rimane quello di F.I.S.T. e Copland

    Ho un buon ricordo di Copland; è un film che ho deciso di rivedere prossimamente, ho il dvd da qualche parte. E' un altro poliziesco fuori registro e fuori convenzione.Nel film recita anche Robert De Niro (attore piuttosto sopravvalutato) oltre che Silvester Stallone (che non è stato mai sopravvalutato) e Hervey Keitel (sia faccia "giusta" che attore di talento).
    Un romanzo è totalmente opera di uno scrittore,una poesia del poeta, un quadro del pittore, una statua di uno scultore, una fotografia del fotografo; già una sinfonia, opera lirica, commedia teatrale o canzonetta di Sanremo dividono la responsabilità della riuscita della messa in opera con il direttore d'orchestra, gli orchestrali,i cantati lirici, gli attori di prosa, gli interpreti e i registi che possono essere più o meno bravi...ma, tutto sommato, la loro identità di contenuto e il loro valore artistico rimane accreditabile all'autore iniziale...
    Ma il film? Chi è l'autore di un film?
    E'una parola! E' una domanda da un milione di euro!
    Jean Renoir diceva che per fare un buon film occorrevano tre cose: prima un buon soggetto,poi un buon soggetto ed infine un buon soggetto, tradendo la concezione letteraria ed umanista del suo (splendido) cinema.
    Nella Hollywood dell'epoca d'oro sicuramente i veri autori del film erano il produttore insieme alla sua casa di produzione che decidevano, pianificavano e controllavano tutto come in una catena di montaggio e i soggettisti, gli sceneggiatori, i registi, i direttori della fotografia, i vari tecnici erano utili ma non individualmente indispensabili e si potevano cambiare come i pezzi di ricambio di un motore...(e i divi e le dive erano obbligati da contratti capestro a fare i film che volevano le Major...) Ma, allora, gli Hitchcock, gli Hawks, i Ford, i Billy Wilder, i Fritz Lang come hanno potuto affermarsi con la loro prepotente personalità artistica e godere della considerazione universale di "autori" eminenti se erano costretti a girare con tale ferreo metodo di lavoro? (Chaplin si produceva da solo,quindi,è l'eccezione che conferma la regola).
    Siamo ancora al punto di partenza...
    Il discorso, mi accorgo, è molto complesso e frastagliato e può prendere direzioni diverse e quasi contraddittorie.
    Infatti...
    La Nouvelle Vague ha sentenziato dogmaticamente che il vero e solo autore del film è il regista... Ma se al regista non fornisci un solido copione cosa filma? La polvere del set?
    E gli attori dove li mettiamo? L'uno non vale l'altro e ciascuno ha uno stile,una voce e una faccia inconfondibile. In Bella di giorno, se al posto della Deneuve Luis Bunuel avesse scelto Sophia Loren o Brigitte Bardot....Ciao,ciao.Addio algido capolavoro di ambiguità!
    Veniamo in Italia.
    I film con Totò erano di Totò o dei vari registi Mattoli, Mastrocinque, Steno, Corbucci...?
    La maggior parte di questi film sono costruiti con piani sequenze incollati l'uno via l'altro e sono, registicamente, quasi inesistenti o addirittura raffazzonati. Ma, anche se privi di un alto magistero di regia, tali pellicole sono quasi tutte dei capolavori di comicità irresistibile. Davanti ad attori inarrivabili come Totò, quindi,l'esercizio della regia cinematografica appare quasi superfluo...se non, addirittura, dannoso...vedere il disastroso incontro artistico (?) di Totò con il regista a la page Ugo Gregoretti in Le belle famiglie (e alcuni cattivoni aggiungono a questo anche l'incontro dell'attore napoletano con Pier Paolo Pasolini....). Con Totò, sicuramente l'attore surclassa il regista.
    Ancora...Roberto Rossellini filmava il 60% dei suoi film, il resto del lavoro lo faceva svolgere dagli assistenti e lui se ne andava beato al mare, inoltre dirigeva gli attori a debita distanza invitandoli a pronunciare la battuta scritta sul copione come se la sentivano di dirla e di andare dal punto A al punto B del set e stop! Ma in sede di montaggio non mollava la presa nemmeno un minuto ed era rigorosissimo e attentissimo nel tagliare e nel cucire la pellicola dimostrando di considerare l'editing la vera "autrice" del film.
    Inoltre...
    Ma il grande regista De Sica senza il fidato sceneggiatore Cesare Zavattini sarebbe mai riuscito a vincere qualche Oscar? Capolavori come Ladri di biciclette o Il Boom senza la magnifica scrittura di Zavattini come sarebbero venuti?
    Quindi Vittorio De Sica ha vissuto, comodamente e per anni, di luce riflessa?
    Però questo discorso si potrebbe comodamente capovolgere: Antonioni e Fellini potevano girare anche senza un copione scritto tanto erano bravi ad improvvisare e ad inventare sul set...Si racconta che Michelangelo Antonioni si recasse sul luogo delle riprese giusto con qualche sparuto appunto...
    Ancora...Facciamo una cosa,proviamo a guardare un film di Sergio Leone eliminando completamente la musica di Ennio Morricone...
    Un trauma!
    Il musicista Morricone coautore alla pari (o quasi) con Leone dei western all'italiana?
    Ma la cosa che mi impressiona e che mi fa spesso pensare è che "La Gioconda" "Il Davide" la "Cupola di San Pietro" "la Villa a Maser" sono capolavori che hanno una dimensione e una forma date una volte per tutte e che il film invece no....Qual'è la durata vera ed effettiva di un' opera cinematografica? Vattelappesca...
    Occorre riflettere con attenzione sulla "forma tempo" del film...E' li che c'è l'inghippo ontologico.
    Di una pellicola c'è l'edizione italiana che dura 130 minuti, quella francese che dura 105 minuti,quella tedesca di 110 minuti, quella statunitense di 90...
    Un film ci comunica uno statuto oscillante e transeunte, non sembra mai possedere una dimensione definitiva della sua forma temporale; è come se la Gioconda avesse diverse versioni spaziali e che quella italiana manchi dei capelli e che in Germania sia mozzata delle mani....
    Il film pare essere fatto di creta viva e sempre fresca e che possa essere rimodellato continuamente,a seconda le varie esigenze,anche dopo decenni.
    La discussione su questo tema, per quanto mi riguarda, non troverà mai una soluzione definitiva.
    Ultima modifica: 14/03/14 02:07 da Graf
  • Didda23 • 8/03/14 20:53
    Compilatore d’emergenza - 5806 interventi
    Kanon quando ho tempo di scrivere sul pc e non sul cellulare, ti rispondo volentieri .
  • Capannelle • 10/03/14 15:08
    Scrivano - 4003 interventi
    All'interessante discorso di Graf aggiungo che probabilmente al regista è sempre più richiesto di mettere d'accordo esigenze creative e produttive.
    Non solo immaginare e dirigere ma anche vendere il prodotto a chi deve sganciare la grana (difendendo però la sua idea da produttori troppo invadenti) e coordinare un team di produzione che lo aiuterà a gestire tutta la fase di realizzazione del girato (istruttivo il film Effetto notte di Truffaut).
    Concordo sull'importanza di Morricone per un intero filone e sul fatto che parte dei film di Totò fossero troppo teatrali per essere considerati dei film.
  • Graf • 10/03/14 23:40
    Fotocopista - 902 interventi
    E' vero Capannelle, esiste anche il produttore creativo o il regista produttore, un modello agile di organizzazione e di produzione per fare in fretta e tagliare i costi.
    Ma "l'autore" peggiore del cinema italiano rimane (quasi) sempre la TV; essa ha permesso, nel passato, la produzione di qualche capolavoro (es.L'albero degli zoccoli) ma ha svirilizzato tanto cinema e ha ingrigito la creatività di tanti registi.
    Immaginiamo i perturbati thrilling di Fulci degli anni'70 o i coevi splendidi polizieschi di Steno, Infascelli,Castellari,Marino Girolami, Martino, Lenzi commissionati e prodotti dalla TV italiana....
    Se il cinema italiano non è più il primo del mondo come lo era negli anni '60 e '70 e nemmeno il decimo, lo si deve, in buona parte, alla normalizzazione prodotta su di esso dai pur indispensabili finanziamenti della TV pubblica o privata.Il cinema italiano degli ultimi 25 anni vivacchia, in un'aurea mediocrità, al calduccio del ventre di vacca del rassicurante mondo imprenditoriale televisivo.
    Però qualcuno potrebbe obiettare che "La grande bellezza", fresco vincitore dell' Oscar, è stato prodotto da una TV come Mediaset e allora il discorso ricomincerebbe daccapo...
    Ultima modifica: 12/03/14 02:51 da Graf
  • Fauno • 3/05/14 22:46
    Formatore stagisti - 2771 interventi
    Classico film questo in cui c'è tutto: bravura del regista, ottima resa degli attori, buona trama, musica e ambientazioni straordinarie.

    Per me non c'è una regola universalmente valida...si possono ottenere valutazioni molto alte anche se peccano trama o ambientazione: ecco che si può trovare l'attore che ti fa il film della vita perchè inconsapevolmente ci sta a pennello in quel ruolo...ed è valido pure il contrario se gli attori non sono al meglio.
    Altrimenti il cinema perderebbe il 75% del suo splendore.

    Ma questo è un film in cui va tutto veramente bene...il gioco di squadra all'inizio può essere voluto e consapevole, ma la magia, che rende un film straordinario, e questo lo rende in particolare, scaturisce da sè, con naturalezza. FAUNO.
  • Zender • 4/05/14 08:06
    Capo scrivano - 49281 interventi
    Fauno ebbe a dire:
    ed è valido pure il contrario se gli attori non sono al meglio.
    Altrimenti il cinema perderebbe il 75% del suo splendore.

    Non son sicuro di aver capito questo concetto. Quale sarebbe cioè il contrario?
  • Buiomega71 • 4/05/14 10:10
    Consigliere - 27444 interventi
    Fauno ebbe a dire:

    Ma questo è un film in cui va tutto veramente bene..

    Grande Fauno! Concordo in toto

    Mio cultissimo poliziesco ottantiano
    Ultima modifica: 4/05/14 20:47 da Buiomega71
  • Galbo • 4/05/14 12:13
    Consigliere massimo - 4024 interventi
    Questa interessantissima discussione mi ha fatto venire voglia di rivedere il film, che non ricordo così memorabile. Qualcuno sa se c'è una decente edizione in BR ?
  • Fauno • 4/05/14 20:42
    Formatore stagisti - 2771 interventi
    Il contrario voleva dire che le quotazioni possono anche rasentare o raggiungere il massimo se gli attori non sono un granchè, ma le idee del regista sono supreme.

    Quel che da sempre voglio dire ma che forse non ho mai espresso chiaramente è che per prendere voti molto alti non bisogna necessariamente andare come questo film, in cui per me veramente tutto va bene, ma basta che da una parte o dall'altra scaturisca quella particolare magia che ti faccia godere a lungo una visione, anche a distanza di molto tempo. Tale magia può venire anche solo dalle creazioni del regista, o dal modo di recitare di un attore che in quel film è ispirato come non mai, da una miriade di stranezze, da altrettante tradizioni ben espresse, o da un'altra caterva di elementi minori; allora lì sì che è tutto soggettivo...Insomma per me il cinema è un'arte, e l'arte non deve per forza avere regole, non deve essere giudicata prendendo dei capisaldi e facendo la somma dei punteggi, altrimenti diventa molto meccanico, si tende a uniformare il tutto e allora andiamo avanti coi testi sacri che facciam prima...Poi ci sarà chi lo fa volentieri, chi non vede alternative, ma a me cercare quasi dell'alchimia nelle visioni mi ha sempre dato un piacere e un entusiasmo come minimo decuplicato.FAUNO.
  • Zender • 5/05/14 08:58
    Capo scrivano - 49281 interventi
    Giusto pensarla anche così, per carità. Condivido il discorso sull'arte (e il cinema indubbiamente lo è). L'importante è spiegarne i motivi nei commenti.
  • Graf • 7/05/14 01:39
    Fotocopista - 902 interventi
    Sono perplesso per queste lodi sperticate a favore di un buon film poliziesco che è ormai piantato per l'eternità nel limbo, a metà strada tra il "l'inferno" del film "commerciale" e "il paradiso" di quello "d'autore". Questa fatale ambivalenza lo limita nel suo potenziale espressivo del quale si intuisce solo a tratti la forza.

    (Se il cinema è un'arte, è un'arte minore di estrazione artigianale; il film è un'opera nella quale troppi mettono le mani - a parte eccezioni tipo Chaplin, Kubrick... - per poter affermare che nasca e si sviluppi sul filo di un'autonoma e personale intuizione estetica).
    Ultima modifica: 7/05/14 02:20 da Graf
  • Zender • 7/05/14 07:52
    Capo scrivano - 49281 interventi
    E' un limbo che gli dona, perché è d'autore pur conservando una commercialità che lo rende più fruibile. Probabilmente è anche questo uno dei suoi punti di forza.

    Quanto all'arte non capisco perchè il fatto che in più ci mettano le mani debba limitarne l'impatto. Magari lo accresce. Non è che l'arte deve svilupparsi come sforzo di un unico artista.
  • Buiomega71 • 7/05/14 09:23
    Consigliere - 27444 interventi
    Zender ebbe a dire:
    E' un limbo che gli dona, perché è d'autore pur conservando una commercialità che lo rende più fruibile. Probabilmente è anche questo uno dei suoi punti di forza.

    Quanto all'arte non capisco perchè il fatto che in più ci mettano le mani debba limitarne l'impatto. Magari lo accresce. Non è che l'arte deve svilupparsi come sforzo di un unico artista.


    Straquoto, Zendy!

    E tornando ai Falchi Della Notte , capolavoro del "nero metropolitano", senza se e senza ma...
    Ultima modifica: 7/05/14 09:24 da Buiomega71
  • Vito • 3/09/15 17:43
    Servizio caffè - 92 interventi
    Ottimo anche per me I falchi della notte.Lo rivedo sempre molto volentieri.Mi piace molto la definizione di "nero metropolitano".
  • Graf • 3/09/15 18:17
    Fotocopista - 902 interventi
    Mah....Niente di memorabile. E':"Un vorrei essere di alta statura ma sono solo 1.75 cm..."
    Ultima modifica: 3/09/15 18:17 da Graf
  • Buiomega71 • 3/09/15 19:28
    Consigliere - 27444 interventi
    Vito ebbe a dire:
    Ottimo anche per me I falchi della notte.Lo rivedo sempre molto volentieri.Mi piace molto la definizione di "nero metropolitano".

    Assolutamente, e bravo Vito!
  • Pessoa • 20/02/19 00:18
    Segretario - 416 interventi
    Credo che il titolo originale voglia rammentare il celebre quadro "Nighthawks" di Edward Hopper del 1942 (in italiano noto come "I nottambuli"), del quale la New York del film sembra a tratti riprendere l'atmosfera livida e solitaria.

    Rutger Hauer avrà a che fare nuovamente con quel quadro nello stesso periodo durante le riprese di Blade Runner di Ridley Scott che era affascinato dal dipinto di Hopper tanto da volerne ricreare le atmosfere.
    Secondo le dichiarazioni dello stesso regista, infatti, Nighthawks di Hopper è una delle due fonti di ispirazione del film, assieme al fumetto di fantascienza Mètal Hurlant, come fonti stilistiche per l'atmosfera retrofuturista del film.
    Chissà se sono tutte casualità.

    Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Blade_Runner
    Ultima modifica: 20/02/19 08:00 da Pessoa