Buiomega71 • 28/05/17 13:51
Consigliere - 25933 interventi Il terzo è un film a parte, quindi totalmente slegato al contesto Michael Myers, una sottospecie di remake horror di
Willy Wonka , davvero notevole e, a tratti, agghiacciante.
Mi trovo in totale disaccordo con Schramm , visto che L'
Halloween carpenterino è forse l'opera che amo di più in assoluto del regista di Carthage (a pari merito con
La Cosa)
Ho studiato a memoria ogni movimento di macchina, ogni inquadratura, ogni passo di quest'opera fondamentale e profondamente carpenteriana
C'è tutto il suo cinema che verrà , Michael Myers scheggia impazzita che sembra un membro della gang di
Distretto 13 (di netto inferiore a
Halloween, per quel che mi concerne) mutato in un cane sciolto inarrestabile e implacabile.
Dalla fotografia di Dean Cundey, all'ost che ti martella e non la dimentichi più, all' "ombra della strega" (bellissima la definizione italica, comunque), alla filastrocca iniziale (che poi Craven mutuerà per
Nightmare), ai placidi viali di Haddonfield e la sua atmosfera autunnale, tra casette, steccati e giovincelli in fregola (
Ti si è spuntata la scimitarra?,
Casanova del piffero!)
La figura di Michael che ansima, coperto dal lenzuolo, con gli occhiali come inquietanti occhi che scrutano la sua vittima, per me vale quanto la doccia di
Psycho
La cinefilia carpenteriana (
La cosa da un altro mondo,
Il pianeta proibito che passano in tv) si amalgama con una fiaba nerissima, dalle battute finali che valgono l'intera saga di
Venerdì 13, tra ripostigli e appendiabiti piantati nel collo.
Il suo status di culto (sequel a parte, anche se il quarto di Dwight Little non mi dispiacque, tosto il finale schock, e il secondo ha ancora alcuni jolly nella manica) e più che giustificato (Carpenter riprende l'idea del Bob Clark di
Black Christmas, e del Peter Collinson di
Fright, mentre Fred Walton amplificherà le baby sitter in pericolo in
Quando chiama uno sconosciuto, con un occhio puntato verso il gioiello carpenteriano)
Credo sia la sua unica opera "psyco thriller" ( del pianeta slasher), se si eccettua il televisivo
Pericolo in agguato e , a mio parere, il suo picco più alto, per tecnica, narrazione, tensione, assedio e tempistica del brivido (ripeto, al pari della
Cosa), che sprizza carpenterianità da ogni fotogramma.
Basta solo Myers che appare e scompare (agli occhi di Laurie Stroud) dietro i panni stesi, o una frenata con la station vagon (
Ehi, fanatico, la velocità uccide) a farne tronconi di gran cinema (l'incipit , poi, e puro cinema voyeuristico, che lo zio Toby "schernirà" del
Tunnel dell'orrore, pulsione incestuosa di gran morbosità)
Quando lo vidi per la prima volta, nel 1987, ne rimasi un pò deluso per la totale mancanza di sangue (sì sà, a quell'età, si cercavano "emozioni forti"), poi, rivedendolo e studiandolo, mi son reso conto che e, al contrario, un valore aggiunto, e il deficit e diventato un pregio in più (perchè il lungo e silente massacro che, tuttoinunanotte, commette Michael non ha bisogno di spargimenti di sangue, ma basta il suo respiro asmatico, la sua ombra che si staglia fuori dalla porta, il suo arrivare alle spalle come una figura ultraterrena, il suo morire per rivivere, la sua catatonia, la sua inespressione, la sua missione di morte, le parole del dottor Loomis che lo ritraggono come una "bestia" senza anima e coscienza a far davvero paura)
"
Una faccia atona, pallida, completamente spenta"
A ragione uno dei tasselli importanti della new wave horror americana settantiana, e grandissimo cinema di immagini, attese e musica.
Zombie le ha reso un ottimo contributo, e per me rimane una delle vette più alte nel cinema carpenteriano
Era l'ombra della strega?
Sì, era lui...
Ormai fà parte di me...
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