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Discussioni su Fuga dal Bronx - Film (1983)

DISCUSSIONE GENERALE

2 post
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  • Buiomega71 • 17/08/24 10:16
    Consigliere - 27215 interventi
    Rassegna estiva:
    Postatomica-L'estate italiana del dopobomba
     

    L'inizio trasuda del miglior Castellari dei tempi del Grande racket (i soldati in tuta argentata e casco che evaquano il Bronx a colpi di lanciafiamme, i genitori di Trash bruciati vivi-con Romano Puppo che distrugge le visiere dei caschi nel tipico ralenti castellariano-, Trash che spara a freddo agli sciacalli negli squallidi interni dell'edificio) che potrebbe rivaleggiare con l'invasione degli SWAT nello stabile/ghetto sudamericano dello Zombi romeriano. Ma poi il Castellari touch si inceppa e sprofonda in un filmetto tirato via, dove le sparatorie, gli ammazzamenti, e l'azione ininterrotta prendono il sopravvento finendo per sfiancare nella loro ripetitività (ok la tecnica castellariana, ma poi il troppo stroppia), dove anche Michael Winner ne seguirà le coordinate.

    Viene totalmente a mancare l'epicità da "tragedia greca futuristica" di 1990, con i suoi personaggi fighissimi e la cupezza dell'insieme.

    Castellari sembra girare in fretta e furia (la resa dei conti con il cattivo della situazione viene risolta con una semplice esplosione del furgone e buona notte al secchio), nel girovagare continuo di Trash nelle strutture fognarie, in un'ntelaiatura da "sparatutto" che raggiunge livelli di assuefazione altissimi e si muta in un Dominator qualsiasi tutto pem-pem-pim-pum-pam e bombe a mano. E anche lo splatter pare edulcorato (i corpi che saltano per aria c'erano già, e fatti molto meglio, nei Nuovi barbari).

    Anche i protagonisti sono tagliati con l'accetta (a differenza di quelli ben caratterizzati di 1990): Sabato torna sui set castellariani dopo che il regista (ex pugile) lo aveva preso a pugni durante la lavorazione di un suo western, ma il suo Doblon è un semplice tamarro di periferia, la D'Obici (giornalista d'assalto) è inguardabile, Carla Brait-la leader dei guerrieri tip-tap con bombetta di ferro dorata-appare giusto in un paio di pose,  Moana Pozzi è messa lì a far da contorno è fa Moana Pozzi senza porno (vogliamo mettere l'affascinante amazzone con la frusta e in mise da mistress della Dessy in 1990?), Mark Gregory è uno dei tanti e non si distingue dalla massa di ribelli/reietti, Henry Silva fa il ghigno di Henry Silva quando Henry Silva fa il bastardo e le esce una caricatura da cinico ghignante che non ha un grammo della bastardaggine sadica di Vic Morrow (però il caffè lo prende amaro), Giancarlo Prete era cento volte meglio nei Nuovi barbari, ma poi basta con sti bimbetti inutili e insopportabili che ci devono infilare a forza e mandare in vacca i film, un odioso moccioso bombarolo che non si ha nemmeno la soddisfazione ludica di vederlo crivellato di colpi. L'unico che ha un pò di fascino è Paolo Malco, infido e meschino vice presidente che gira in Porsche tra le rovine fumanti del Bronx.

    Qualche sussulto castellariano (il fotografo che, senza accorgersene, si ritrova alle spalle un soldato "d'amianto" pronto ad arrostirlo col lanciafiamme e il faccia a faccia western tra Henry Silva e Ennio Girolami) in mezzo al baccano più sbracato e alla quintessenza dell'azione fine a se stessa che sfrutta (su livelli diversi) la meccanicità di un porno, in quello che è forse il peggior film firmato Castellari (che anticipa, difficile dire se è un merito o no, l'evoluzione di Robocop 3).

    Non male le musiche di Francesco De Masi, anche se nettamente inferiori a quelle composte (in stato di grazia) da Walter Rizzati.
    Ultima modifica: 17/08/24 14:38 da Buiomega71
  • Zender • 17/08/24 19:07
    Capo scrivano - 49021 interventi
    Ovviamente non posso che rilanciare al contrario: il miglior Castellari al di fuori dei suoi grandi classici (Il grande racket su tutti). Laddove in Guerrieri del Bronx il regista si adagiava su un plagio spudorato dei Guerrieri di Hill intercettando solo qua e là l'ispirazione per imporre il proprio stile, qui riesce a infilare subito una memorabile sequenza in un Bronx che tra edifici fatiscenti, polvere e inquadrature tutte da gustare si fa quasi un luogo irreale, un regno dell'assurdo edificato in una terra di nessuno tra il fantasy e il western.

    Conscio di non aver certo a che vedere con uno script memorabile, poi, sente di doverci mettere del suo esasperando i caratteri, che sublimati da un overacting ricercato a bella posta si rubano la scena quasi parodiando se stessi (Silva in primis, adorabile maschera di pietra) trasformando il film in un b-movie che esalta il genere, ne amplia i confini permettendo che deflagrino al loro interno in una giostra che sembra girare in tondo e lo fa, ma lasciandoti osservare da vicino tutti i suoi elementi in movimento.

    Non è un bel film in senso tradizionale, va da sé, ma ci mostra tutta l'arte di un regista che, sentitosi libero di spremere il massimo dal suo stile, lo ha fatto mescolandolo con una violenza e uno splatter non certo comuni, fino all'ultimo. Uno di quei film che, più di altri firmati Enzo G., te lo fa riconoscere come suo e di nessun altro. La vera Forza G. è quella di Enzo, sempre grandissimo e troppo spesso sottovalutato.

    E' riuscito persino a farmi sopportare il solito bambinello che George Miller ha costretto in troppi a ficcar dentro a forza dopo il secondo Mad Max... Quanto alle musiche le ricordo molto belle, ma dovrei rivederlo. E lo rifarò, perché non mi stanca mai. In attesa che finalmente un giorno qualcuno ne stampi un maledetto bluray con l'italiano!
    Ultima modifica: 17/08/24 19:09 da Zender