Buiomega71 • 10/08/17 10:29
Consigliere - 27447 interventi Rassegna estiva: Notti d'estate buie(sche) e senza stelle
Andy Anderson è un regista particolare, sono affezionato a lui per quel bizzarro filmetto che e
Detention (da noi
Learning Curve), curiosa storia di un professore che imprigiona i suoi studenti in una specie di lager trattandoli come animali, chiudendoli nudi in gabbia e piegandoli ai suoi insegnamenti
Un filmettino indie, ma che avevo apprezzato per il coraggio e per l'originalità del soggetto
Quindi mi spiace scrivere male di questo suo
Positive I.D. (titolo bellissimo, tra l'altro), ma , ahimè, quì, c'è poco o nulla che funzioni
Anderson scrive, produce, monta e dirige, in quello che e un suo film in toto, partendo bene ma prendendo, poi, svolte assurde e confusionarie, che affondano nella noia e nell'imbarazzo
All'inizio sembra di vedere un "rape and revenge" sui generis (in fondo lo è), con la Roscoe (di discreta intensità) che non riesce a riprendersi dallo stupro subito in casa da un balordo, successo l'anno prima. La sua vita famigliare và in pezzi, tra nervi a fior di pelle e pillole (significativa la scena del pollo da cucinare o le sue profonde crisi sotto la doccia, o quando colpisce violentemente la sua amica, rea di averle chiesto se durante la violenza ha provato un minimo di piacere, millantando che, in fondo, lo stupro e il sogno erotico segreto di ogni donna)
Insomma, l'inizio sembrava intrippante, e Anderson riconfermava la sua vena autoriale di regista comunque particolare , con il suo stile non comune a certi straight to video
Poi, però, si sceglie una svolta narrativa incomprensibile e Anderson non sà più bene cosa vuole davvero raccontare o dove vorrebbe andare a parare.
La donna diventa una femme fatale dalla doppia vita, apre conti in banca, affitta una lurida stanza di un motel a ore, diviene la mascotte di un bar (sic!), tutti gli uomini la prendono in simpatia, c'ha una love story con il propietario del locale (che non c'azzecca nulla), mentre fà la spola tra famiglia , lavoro, e doppia vita.
Anderson si perde in un fiume di chiacchiere futili e tediose, costruisce panegirici che non servono a nulla, se non a tirare i canonici 90' minuti, tra la donna che fà la moglie perfetta (il maritino amorevole e comprensivo, la vicina di casa che ci prova con lui), la vamp macchiavellica e la lavoratrice alle dipendenze di una milf arpia e ben poco simpatica
Ecco, il film gira tutto su questi tre elementi che non portano da nessuna parte, tediando sempre più e facendo perdere tutto l'interesse, sfumando un inizio che prometteva bene
Il dramma psicologico iniziale si trasforma in una paccottiglia confusionaria e pasticiata, che nemmeno il prefinale violento al bar riesce a risollevare
Anderson, raccontando la studiata vendetta di una donna violata, imbastisce uno script informe e prolisso, prendendo di mezzo echi depalmiani e spizzichi brooksiani di
In cerca di Mr. Goodbar (nei deboli intenti però) per poi approdare da nessuna parte, con svolte inutili, fiacche e antinarrative
Poteva essere qualcosa di diverso, rimane un filmaccio anonimo, brutto, di una fiacchezza disarmante (chiusa finale compresa, che dà il colpo di grazia) immerso in una marea di situazioni e dialoghi da telenovela.
Il compositore della colonna sonora, Steven Jay Hoey, interpreta Johnny, il ragazzo sbronzo che ci prova con la donna al bancone del bar, mentre il co-montatore Robert J. Castaldo è il gestore del motel dove la donna prende in affitto una stanza
Come regista della seconda unità troviamo Gary Marcum, il regista (s)cult dell'horror
Il diavolo abita nel Texas
A parte la vendetta meditata (e mal gestita) e la donna coi nervi a pezzi, con la rassegna ci azzecca poco o nulla, a saperlo prima...
Buiomega71