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Curiosità su Bella di giorno - Film (1967)

CURIOSITÀ

3 post
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  • Undying • 25/09/09 20:26
    Comunicazione esterna - 7565 interventi
    "(...) per Buñuel, le virtù di Pierre, marito perfetto, sono esecrabili tanto quanto la cupidigia di espiazione che anima Séverine.
    Il personaggio positivo del film è dunque Husson, il cinico e fermo Husson che simboleggia la figura del "Divino Marchese".
    Husson, infatti, rappresenta il coraggio di provare tutto e andare oltre, di superare in primo luogo le interdizioni della morale borghese: 'Tu non conoscerai nulla se prima non avrai provato tutto; se sarai timido nei confronti della natura, essa ti sfuggirà per sempre'."

    Callisto Cosulich, La scalata al sesso, 1969
  • Undying • 10/04/12 21:02
    Comunicazione esterna - 7565 interventi
    "Confesso tutto quello che vuoi - mormorò.
    Ho peccato, voglio riscattare le mie colpe;
    giudicami ti prego. Puniscimi, oh sì!
    Puniscimi severamente."
    Octave Mirbeau da Il giardino dei supplizi
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    Hanno scritto...

    "Con Bella di Giorno (1967) il maestro spagnolo giunge a coniugare la logica del masochismo con quella del sogno. E con ironia feroce da autentico fustigatore della borghesia e dei suoi vizi.
    Anche in questo saggio di patologia erotica, Buñuel, che nel profondo è rimasto surrealista, insegue segrete ossessioni oniriche.
    Il film si apre con un sogno: un viale alberato in una giornata d'autunno, una carrozza viene avanti in direzione della M.d.P.
    Vi siede, oltre ai due vetturini, una coppia di coniugi (Deneuve-Sorel) apparentemente sereni (...)
    L'uomo ordina ai vetturini di fermare la carrozza.
    La donna, ad un cenno del marito, viene fatta scendere brutalmente, e dopo essere stata legata ad un albero, viene costretta a subire il dolore della frusta dei vetturini.
    Buñuel mostra il penoso tentativo di una signora borghese di liberarsi della propria educazione repressiva, annullandosi in turpi fantasie masochiste.
    Più che ricercare il dolore fisico, la donna riesce ad eccitarsi solamente sentendosi disprezzata e apostrofata con parole come "cagna" e "prostituta".(...)
    E' interessante notare come Buñuel tratteggi, nella figura morale del libertino, il proprio alter ego.(...)
    L'incontro con un giovane della malavita dagli strani modi, misto di galanteria e focosa aggressività (Clementi) suscita nella donna nuove pulsioni erotiche, ma senza che in lei nasca alcuna passione.(...)
    A questo punto il meccanismo narrativo rivela risvolti psicanalitici che fanno della protagonista un vero e proprio archetipo della "foemina crudelis", ovvero un'altra storia, speculare alla prima, che forse un giorno Buñuel avrebbe voluto raccontare."

    Maurizio Fantoni

    Fonte:
    La legge del desiderio - Cinema erotico ed erotismo nel cinema, a cura di Maurizio Fantoni Minella (pag. 63, 64, 65) / Edizioni Falsopiano (1998)
  • Zender • 4/06/21 17:24
    Capo scrivano - 49284 interventi
    Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film: