Vorrei che tu fossi qui! - Film (1987)

Vorrei che tu fossi qui!

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 19/02/14 DAL BENEMERITO BUIOMEGA71
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Buiomega71 19/02/14 00:29 - 2910 commenti

I gusti di Buiomega71

Frizzante e spumeggiante commedia amarognola, con una Lloyd scatenata, sboccatissima, politicamente scorretta, libertina e ribelle che si meriterebbe l'oscar immediatamente. Leland dirige con sensibilità e tocchi deliziosi, che pare un Neil Jordan filtrato da Terry Jones, affronta la sessualità in maniera giocosa e mai morbosa, con picchi umoristici a volte irresistibili e dialoghi scoppiettanti. Impreziosito da alcuni flashback drammatici (il funerale della madre), un pamphlet antiborghese dove gli uomini ne escono con le ossa rotte. Gustoso, nella sua semplicità.
MEMORABILE: L'incontro tra Lynda e lo psicologo, tra turpiloquio e bestemmie; Lynda che indossa la maschera antigas; La donna che balla il tip tap sui titoli di coda.

Galbo 19/02/14 18:08 - 12393 commenti

I gusti di Galbo

Un racconto di formazione ambientato in una cittadina balneare britannica. Il valore aggiunto del film è rappresentato (oltre che dall'ambientazione ben resa) dal carattere della protagonista ribelle anticonvenzionale con un fondo di dolcezza e dai dialoghi, ben resi dal buon doppiaggio italiano. Bravissima Emily Lloyd ma gli altri attori non sono da meno.

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  • Discussione Buiomega71 • 19/02/14 10:17
    Consigliere - 25999 interventi
    Frizzante, spumeggiante e vitale commedia (ma con innesti di dramma) inglese, dove e ammirabile il talento del commediografo David Leland (una via di mezzo tra gli umori di Neil Jordan e l'rriverenza di Terry Jones, ribaltando la prospettiva del cinema proletario alla Ken Loach), autore sensibile e arguto, intelligente e sopraffino

    Non a caso il suo primo film (e guarda caso dopo le sceneggiature di Mona Lisa di Jordan e Personal Services di Jones-ma ci ho visto qualcosa in più del primo, in verità-), di un energia e vitalità contagiosa. Ed e un vero peccato che in futuro non abbia più mantenuto le promesse di questo suo tumultuoso esordio.

    Nell'Inghilterra bigotta e puritana degli anni '50 ecco Lynda (una travolgente, irresistibile , libertina e spontanea Emily Lloyd-a cui andrebbe l'Oscar immediato, che appena nata ha pronunciato "Culo" invece di "Mamma"), tornado di sensualità sfacciata e istintiva, che vomita parolacce in quantità industriale che manco Linda Blair posseduta nell'Esorcista, cruccio di un padre irreprensibile ma in fondo debole e mangiatrice indefessa di uomini

    Gira sulla sua bicicletta scosciata per provocare (più o meno come la Monella brassiana), non riesce a tenersi un posto di lavoro per meno di due giorni (da antologia la sequenza iniziale come apprendista parrucchiera-che volontariamente brucia i capelli, col casco, ad una cliente-, al magazzino degli autobus dove mostra agli autisti autoreggenti e mutandine con tifo da stadio degli ometti, e per ultimo in una borghessisima "casa del thè", dove tra cariatidi che sembrano uscite dalla Corte notte delle bambole di vetro, sfoggia il meglio di sè, in un coacervo di volgarità da tramandare ai posteri-e con somma vergogna del padre-)

    Anche gli uomini che le gravitano attorno non ci fanno una gran bella figura. Il ragazzetto timido che la porta al cinema a vedere Racconto D'Amore, tenta timidi e casti approcci, ma poi le va buca (una sequenza che manda in cantina le ruffianate di Nuovo Cinema Paradiso!). Un bellimbusto che se la porta nel lettone della nonna (squisiti i dialoghi sui Durex) soffre di eiaculatio praecox, infine un vecchio amico del padre (proiezionista del cinema della cittadina), zoppo e laido, attratto dal gioco e dalle minorenni, e che "cavalca a pelo" ,la metterà incinta (struggente quando Emily vuole solo essere abbracciata e lui la spoglia togliendole le scarpine, per fare solo squallido sesso senza amore), ma disconoscerà il bambino che lei terrà , fonte della sua fierezza di donna libera e indomabile.

    Leland, nonostante alcuni temi (sesso con minorenni-Emily ha solo 16 anni-, e il vivere sbarazzino della ragazzina nei confronti del sesso ), non e mai morboso, anzi, tratta il tutto con delicatezza e ironia, a volte con situazioni davvero irresistibili (il cane col preservativo -usato-in bocca-e mi e venuta in mente una scena analoga di Happiness di Solondz-, le pantomime notturne del vecchio amico del padre per infrattarsi con Emily nel capanno degli attrezzi, poi scoperti da un poliziotto, che illumina con la torcia il culone di lui all'aria), trattando il tutto con disinvoltura e giocosità, Emily che si dimena in giardino come se fosse posseduta, di notte, gridando a ripetizione "Vaffancu, vaffancu" e la vicina la ammonisce, e lei "Scusi signora Vaffanculer ma cercavo il mio gatto Vaffancu", si tira su la camicetta da notte e le mostra il culetto.

    Leland non disdegna anche momenti drammatici (i flashback del funerale della madre di Emily, Emily che si eclissa, col suo dolore, davanti alla finestra della sua cameretta, accarezzata da un bellissimo movimento di macchina a 360°, la ricerca della "mammana" per abortire che mi ha portato alla mente Cosa Avete Fatto a Solange?, per atmosfera quasi similare )

    Non si contano i scoppiettanti dialoghi (uno su tutti: Il vecchio amico del padre-ingrifato-mette un dito lì a Emily mentre le sussurra che le ragazzine come lei sono tutte uguali. Emily non si scompone, e quando toglie la mano lei replica:"Non mi sono lavata, e spero di puzzi il dito!", oppure , sempre a riguardo al vecchio che la cerca :"Emily è partita per Singamerdapore!"

    Poi una sequela di volgarità che Emily spara a mitraglia (da antologia, a questo proposito, l'incontro con un improbabile psicologo, dove la sfida a dire tutte le parolacce che conosce dalla A alla Z-ma tentenna sulla C e sulla F, quelle più sconce,-e ci scappa pure una sonora bestemmia)

    Momenti surreali bellissimi (Emily che, nei momenti di "crisi", e per isolarsi dall'ipocrisia che la circonda, indossa una maschera antigas-come nella foto in b/n che apre il film-e che mi ha ricordato il finale del Giardino delle Vergini Suicide-che la Sofia si sia vista e abbia amato questo film non avrei dubbi-) e straordinaria la chiusa sui titoli di coda, con la buffa signora , artista da strada, che balla il tip tap sulle note di una canzoncina d'antan, che pare uscita da un film di Jonathan Demme

    Il lutto della madre mai elaborato (il titolo del film si riferisce a quello), diventa per Emily urgente e impellente bisogno di affetto, che dimostra in una ribellione, senza peli sulla lingua e mezzi termini, che scandalizza il finto perbenismo inglese, vomitando sincerità e naturale irrefrenabile incotrollabilità, nei gesti, nelle parole, nel sesso, nel modo di vivere, per attirare febbrilmente l'attenzione su di sè (soprattutto dei maschietti)

    Un film vitale, lontano anni luce dalle solite pruderie adolescenziali, gustoso nella sua semplicità.
    Ultima modifica: 19/02/14 12:57 da Buiomega71
  • Curiosità Buiomega71 • 19/02/14 10:34
    Consigliere - 25999 interventi
    * David Leland ha modellato Emily su Cynthia Payne, la tenutaria del bordello in Personal Services, sceneggiato da lui stesso. Vorrei che tu Fossi qui! rappresenta un ipotetico "prequel" sull'adolescenza della Payne.

    Fonte: Leonard Maltin, Guida ai film

    * Il film è stato presentato al festival di Cannes 1987 nella versione "Quinzaine des rèalisateur". Emily Lloyd è al suo debutto davanti alla macchina da presa, a soli 16 anni, e proviene da una famiglia di attori teatrali (il nonno Charles Lloyd Pack, e il padre Roger Loyd Pack).

    Fonte: Scheda di Ciak del film
  • Discussione Buiomega71 • 19/02/14 19:27
    Consigliere - 25999 interventi
    Galbo, vedo che la mia dritta non e stata vana...Piaciuto?
  • Discussione Galbo • 19/02/14 19:33
    Consigliere massimo - 3990 interventi
    Buiomega71 ebbe a dire:
    Galbo, vedo che la mia dritta non e stata vana...Piaciuto?

    Questo film l'ho visto quando è uscito a Bologna (se non sbaglio al mitico cinema Odeon) e poi più volte in altre occasioni per cui lo ricordavo bene. Un bel film...
  • Discussione Zender • 21/11/21 13:12
    Capo scrivano - 47787 interventi
    Evitiamoli questi Lucius: sono piccoli, si vedon male e c'è solo un'immagine col titolo.