Sovreccitato giallo-thriller francese che segna l'esordio di Costa-Gavras e sembra costruito apposta per mettere in mostra il talento del regista, impegnato a farsi notare in ogni modo con invenzioni stilistiche e un ritmo forzatamente indiavolato. A tutto detrimento della trama però, che finisce ostaggio dei continui terremoti cui Costa-Gavras la sottopone confinandola in secondo piano. Ed è un peccato, perché al di là di una soluzione finale del tutto imprevista offrirebbe anche uno sviluppo inconsueto. Benché si parta con un classicissimo omicidio in vagone letto che presenta gli altri ospiti delle cuccette come indiziati principali, non ci vuole molto prima...Leggi tutto di capire quanto non tutto ruoti attorno al primo delitto. La polizia, che agisce in forze, si rtitrova infatti presto di fronte a un secondo cadavere (Piccoli) che era a sua volta uno degli ospiti del famigerato scompartimento. Una morte inaspettata che porterà a un inevitabile acceleramento delle indagini, da far procedere tuttavia di pari passo con un'ulteriore escalation delittuosa. Un doppio binario sul quale Costa-Gavras innesta fashback e invenzioni di ogni tipo, a cominciare da voci off che commentano suggerendo agganci a un onirismo piuttosto fuori luogo. Ciò che però appesantisce la scorrevolezza sono i dialoghi fiume, inarrestabili: l'ossessione di proporre qualcosa di innovativo e concitato porta il regista (che fin dalla prima spiazzante ripresa ad altezza terreno in stazione palesa una chiara ansia di stupire) a infischiarsene di rendere davvero godibile il prodotto per gli amanti del genere per dedicarsi a promuovere un'azione febbricitante che troverà il suo apice nel lungo inseguimento finale, dove a partire dalle musiche (indubbiamente azzeccate, in quel caso) ci troviamo di fronte a una bella prova di cinema moderno, avanti per i tempi e che non mancherà di colpire. Tra mille nomi diversi però, modi di agire non sempre giustificati o chiari, orientarsi tra le pieghe della vicenda si fa di minuto in minuto più faticoso. Così, se pur è naturale apprezzare certe aperture stilistiche che la splendida fotografia in bianco e nero valorizza nonché l'ironia celata dietro alcuni scambi di battute (recitati da un cast di livello, è bene ricordarlo), il rischio è quello di perdersi per strada e di non riuscire a mantenere alta la soglia di attenzione, col risultato di trascurare passaggi importanti e di arrivare al momento clou del tutto deconcentrati. Molto fumo negli occhi, insomma: botta e risposta fulminei in cui è difficile cogliere particolari e nomi da memorizzare e una verbosità sfiancante non aiutano lo spettatore a seguire la storia. L'impressione è che tutti interpretino il proprio ruolo costantemente sopra le righe a cominciare dal regista, il quale per fortuna è con tutt'altro approccio che riuscirà poi a imporsi.
L'omicidio della passeggera di un convoglio ferroviario innesca spirale di assassinii che coinvolge i presunti testimoni. L'esordio registico di Costa Gavras è lontano da quell'autorato politico-sociale che ne diventerà il segno distintivo, indirizzandosi piuttosto su un solido (e classico) prodotto di genere, ben congegnato e nel quale mostra già una matura direzione degli attori. Nel "vagone", che annovera alcuni dei migliori "pendolari" del cinema francese, si segnalano il torbido Piccoli e la sofisticata Signoret. Montand (come il film) un po' deja-vù.
MEMORABILE: I titoli di testa con il cast presentato in ordine di apparizione nel "convoglio".
In un treno viene ritrovato il corpo esanime di una ragazza. Scatta quindi l’indagine della Polizia, ma nel frattempo l’assassino inizia a uccidere altri passeggeri del medesimo scompartimento. Giallo francese e perciò diverso da quelli nostrani. Ciò non è necessariamente un male, ma personalmente non ho molto gradito le elucubrazioni mentali dei personaggi in voice over. Di contro abbiamo una regia che seppur al primo ciak dimostra una classe sopraffina, con una fotografia maestosa e un parco attori di assoluto prestigio.
Vedendo questo suo esordio, era difficile pronosticare per Costa-Gavras un futuro da alfiere del cinema di impegno politico. Si tratta infatti di un giallo dal meccanismo classico, per certi versi anche datato (le voci fuori campo di alcuni personaggi), ma con alcuni bei virtuosismi di regia (gli omicidi sono rapidi ma resi con efficacia) e una parte finale scoppiettante, tra colpi di scena e un movente decisamente originale per l'epoca. Ottima la prova del cast, ma visti i nomi coinvolti non c'erano dubbi in proposito. Musiche di Michel Magne.
Una donna viene rinvenuta cadavere nella cuccetta di un vagone-letto di un treno appena arrivato alla stazione di Parigi. Nei giorni seguenti, altre persone che avevano viaggiato nello stesso vagone vengono uccise... Costa-Gravas esordisce alla regia con un giallo dalla trama ingegnosa in cui è davvero difficile individuare la soluzione del caso: non tutto convince in quello che viene presentato come un piano criminale quasi perfetto ma il ritmo sostenuto e i numerosi colpi di scena rendono molto piacevole la visione, che vanta inoltre un cast di assoluto prestigio.
Al suo esordio, Gavras gira un giallo, genere da cui si allontanerà, e lo fa dando l'impressione di divertirsi un mondo e con un dispiego di tecnica già molto buono, trattandosi di un esordiente. Molto bello da un punto di vista visivo, è riuscito anche sul piano narrativo poiché riesce a mantenere un buon livello di interesse per la storia e per la scoperta del chi e del perché. Qualche cedimento qua e là nei dialoghi, ma il ritmo è buono e si mantiene quasi sempre abbastanza alto. Cast ricchissimo e ben assortito.
Ancora distante dal cinema politico che lo renderà celebre, Costa-Gavras esordisce con questo giallo/poliziesco interessante, forte di un cast di grandi stelle francesi. Il film è scorrevole e non dà un attimo di tregua, verboso oltremodo forse, ma ci sono buone intuizioni, come l'inaspettato scioglimento finale e le voci fuori campo dei protagonisti, con i loro flussi di coscienza (strepitoso quello di Piccoli). Da ricordare il cappotto nero lucido dell'assassino, che diventerà il prototipo, anni dopo, degli assassini di Argento e derivati.
Nel vagone letto di un treno viene trovata una donna morta, la polizia cerca gli occupanti della medesima cabina per interrogarli, ma anche l'assassino è sulle loro tracce per elimanare eventuali testimoni. Un giovane studente squattrinato scoprirà il colpevole. Buon polar dal ritmo più spigliato della media, arricchito da un'interessante galleria di personaggi secondari interpretati da un cast di stelle del cinema francese in cui compare anche il futuro Commissario Cordier. Gran bianco-nero e ottime musiche. Decisamente diverso dalle future e più celebrate opere di Costa-Gavras.
MEMORABILE: L'assassinio di Michel Piccoli; La sagoma nero-vestita dell'assassino; Denner testimone loquace e contestatore ai limiti del logorroico.
Esordio disimpegnato di un autore che in seguito diventerà una delle icone del cinema politico e di denuncia. Su una tradizionale trama da giallo classico - un delitto cui fa seguito l'eliminazione sistematica dei testimoni - Costa-Gavras innesta una venatura autoriale con soluzioni di indubbio pregio visivo ma che tolgono scorrevolezza alla vicenda, non sempre facile da seguire per l'accumulo concitato di fatti e personaggi. Cast con nomi di alto livello: Montand e la Signoret, i giovani ma gìà affermati Perrin, Piccoli e Trintignant e la piacevole esordiente Catherine Allegret.
MEMORABILE: La voce fuori campo di un quasi irriconoscibile Michel Piccoli.
Giallo dinamico sia nel ritmo che nelle scelte registiche ma appesantito da un plot macchinoso, che riesce ad andare in overdose di personaggi nonostante, a ben vedere, il vagone incriminato ne includesse soltanto sette. Troppe le parentesi alla centrale di polizia, nonostante le brillantezza dei dialoghi; meglio le schermaglie giovanili, un po' in stile nouvelle vague. La soluzione - debitrice della Christie, sebbene non del suo classico di ambientazione ferroviaria - non sarebbe nemmeno male, ma ci si arriva piuttosto affaticati. Bella la trovata hitchcockiana della cabina.
L'inizio sembra suggerire un giallo d'impostazione tradizionale (un delitto sul treno, più classico di così!), ma nel giro di poche scene il qui esordiente Costa-Gavras cambia registro: il modo in cui l'autore tratteggia i personaggi, fra monologhi interiori e sottotrame drammatiche, esula dall'iter abituale di un murder mystery, impreziosendo lo script su un livello psicologico ma sacrificando la scorrevolezza del racconto, anche a causa di dialoghi fitti e sovrabbondanti che appesantiscono la narrazione. Regia lodevole, ottimo cast, fotografia eccellente, ma complesso inappagante.
MEMORABILE: Il viscidissimo Michel Piccoli; L'assassinio nel bagno; Signoret e Trintignant a letto; L'esecuzione in ascensore; Al bar; L'inseguimento stradale.
Costa-Gavras HA DIRETTO ANCHE...
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Speriamo che pure la sinister lo recuperi !
Titolo che non conoscevo e che salvo subito nella lista delle visioni future, un bel giallo whodunit, imperdibile !
HomevideoRocchiola • 23/02/24 10:04 Call center Davinotti - 1318 interventi
Il DVD della sinister presenta immagini di qualità elevata, nitide, pulite e con un bianco-nero ottimamente contrastato tra chiari e scuri. L'audio italiano è forte e chiaro. Credo abbiano utlizzato il master HD del bluray francese uscito nella Collection Costa-Gavras