Ispirato alla vicenda del magnate svedese Ivar Kreuger, per buona parte della sua durata è penalizzato da una persistente “bonaccia” (siamo sul mare…) narrativa e da dialoghi dall’eccessivo intellettualismo, cui tuttavia si affianca una ragguardevole cura formale, specie nelle atmosfere e nei costumi anni Trenta e nelle musiche di Bacalov. Tutto questo in vista del finale che medita – con immediata metafora entomologica – su massificazione ed entusiasmi collettivi. Cast internazionale trainato dal bergmaniano Josephson e dal wendersiano Vogler.
E' un film che conferma pregi e difetti del regista. Da un lato è indiscutibile la cura
formale e la precisione nella ricostruzione d'epoca che rendono piacevole la visione delle immagini che scorrono sullo schermo; dall'altro c'è però il problema di una narrazione troppo lenta e boccheggiante, probabilmente a causa di un'eccessiva verbosità e della lunga (troppo) durata (130 minuti). Così l'interesse per quanto viene raccontato è poco. Ha comunque un suo perché, ma con più mordente sarebbe stato ben altro.
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