Girato come altri (Lion e Pélicans) nello zoo di Londra, rappresenta un paio di tigri (in gabbia, ovviamente...) che vengono nutrite da un guardiano. Quest'ultimo porge loro del cibo in cima ad un'asta. Il difetto (per così dire) del corto è che i due "attori" principali si muovono molto velocemente, uscendo anche fuori dallo spazio catturato dalla macchina. Non è certo colpa di nessuno, ma ciò rovina un poco l'effetto.
Come il leone, due tigri dietro le sbarre in un giardino zoologico, aizzate da un guardiano che tende loro pezzi di carne: visto con gli occhi di oggi suona come un sadismo giustamente condannabile. Ma di certo all’epoca l’immagine dei due grandi felini che si agitano nella loro gabbia, grazie alle prodezze dell’incaricato (sicuramente spinto da Promio a creare azione per la sua pellicola), doveva sembrare maestosa e impressionante: non due spiriti della giungla imprigionati, ma l’epifania della forza indomita della natura.
Di certo non esistevano gli animalisti all'epoca della realizzazione di questo filmato di Promio: senz'altro non avrebbero gradito lo spettacolo di due nobili felini costretti in cattività dietro le sbarre. Eppure anche in queste condizioni è possibile apprezzare la fierezza e la nobiltà di queste creature, che avranno sicuramente colpito e impressionato gli spettatori dell'epoca.
Breve documentario girato allo zoo di Regent Park a Londra, che mostra un guardiano stuzzicare l'appetito di due tigri, mostrando loro un bel pezzo di carne in cima a un'asta. Certamente tutto ciò è ricostruito a beneficio dell'operatore che gira il tutto con camera fissa (motivo per il quale spesso uno dei due felini esce dal quadro). Niente di particolarmente clamoroso per lo spettatore, ma forse quello dell'epoca poteva rimanere ammirato dalla potenza che le due tigri trasmettono anche se rinchiuse tra le sbarre.
All'interno dello zoo di Londra due magnifiche tigri in gabbia aspettano con l'acquolina in bocca il loro pasto. Un uomo incaricato di soddisfarle porge loro con un bastone il cibo ma senza dargli mai la possibilità di afferrarlo. Visto ai giorni nostri il cortometraggio fa gridare allo sdegno per come gli animali vengono trattati, ovvero come fenomeni da baraccone da stuzzicare per mettere in mostra la loro aggressività e la loro ferocia. Però visto con gli occhi di allora sarà stato accolto positivamente perché dava la possibilità di mostrare in tutta la loro fierezza le due tigri.
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