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La nostra recensione di The dish

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Basato sulla vera storia di chi, nel luglio del 1969, trasmise dal radiotelescopio di Parkes, in Australia (utilizzato realmente in molte scene del film), le immagini dell'Apollo 11 compreso lo sbarco di Armstrong e i suoi compagni d'avventura sulla Luna. O meglio alcune di esse, visto che agli antipodi esisteva un secondo “padellone” (il dish del titolo, così viene amichevolmente chiamato da chi vi lavora) analogo di cui il racconto non si occupa e che si alternava a quello di Parkes quando la rotazione terrestre non gli poteva permettere una corretta ricezione del segnale. Non una vicenda così entusiasmante, a dire il vero, ma una piccola storia con qualche momento di divertita suspense (quando...Leggi tutto il segnale viene perso a causa dei un black-out, ad esempio) affrontata con toni da commedia. I quattro tecnici che si occupano di garantire il funzionamento del radiotelescopio (il direttore è Sam Neill, autentica icona del cinema australiano) sono anche amici, nonostante uno di loro sia stato mandato appositamente in loco da Houston per conto della NASA. Per questo non mancano le ironizzazioni sulla situazione, pur se contestualizzate nell'ambito di una necessaria e irrinunciabile professionalità. La necessità che tutto fili sempre liscio in uno dei momenti chiave nella nostra storia (non solo astronomica) non si percepisce se non a tratti, perché ciò che si sceglie di fare è prima di tutto raccontare il rapporto dei protagonisti con i concittadini, nel contempo cercando nella placidità degli splendidi paesaggi australiani (ripresi con i colori di una fotografia scintillante) e nell'imponenza della parabola che domina il panorama, alleati per inquadrare la vicenda in quell'atmosfera insolita, quasi fuori dal mondo, che l'Australia da sempre, se sfruttata a dovere, sa offrire. E così tra una cena in famiglia, le celebrazioni per l'arrivo in città del Primo Ministro americano in visita per verificare che tutto funzioni a dovere (proprio nel momento dell'interruzione dei contatti, con i nostri costretti a fingere dalla sala accanto le voci degli astronauti per far credere che tutto proceda per il verso giusto!), gli interventi del ragazzino appassionato di astronomia, si rivivono da una prospettiva insolita quei momenti indimenticabili che nel luglio del 1969 unirono il mondo sotto la bandiera degli Stati Uniti. Non mancano ovviamente filmati d'archivio (compreso quello della celeberrima “passeggiata” di Armstrong) e ciò che dev'essere fatto per restituire quanto più possibile il clima di quei giorni non viene trascurato. L'attenzione è però principalmente rivolta a sceneggiatura e dialoghi, studiati per poter mantenere una certa vivacità a dispetto di un soggetto minimale, garantita anche dall'innesto di una buona colonna sonora ritmata. Non mancano le battute (l'umorismo è però spesso un po' ingenuo), inscritte comunque in un contesto lontano da quello della commedia tradizionale. Nel complesso il film resta curioso e godibile, per quanto privo di vera energia e un po' fiacco.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 29/10/18 DAL DAVINOTTI
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