Notevole ricostruzione dei 4 giorni e 5 notti che dovettero passare in mare i naufraghi della USS Indianapolis, affondata durante la seconda guerra mondiale. Erano 1200, ma se ne salvarono solo 300. In molti furono mangiati vivi, o già cadaveri, dagli squali, che si riunirono a centinaia, attirati dal rumore e dal sangue dei feriti. Parecchi uomini, per mancanza di acqua e di cibo e bruciati dal sole, impazzirono, sparendo volutamente negli abissi, mentre altri si picchiarono a morte, sempre in preda alla follia. A supporto della ricostruzione, anche un esperto di squali. Da vedere.
MEMORABILE: Un gruppo di uomini, colpiti da allucinazione collettiva, forma una fila indiana e nuota verso un'isola che vedono solo loro. Spariranno nell'oceano.
Se come me provate un sadico piacere a sublimare le vostre paure degli abissi, degli squali, degli imperscrutabili abissi notturni, ed infine degli imperscrutabili abissi notturni infestati da squali, questo è il film che fa per voi. La ricostruzione dell'inabissamento dell'Indianapolis è trattata frettolosamente, perché già come nel serrato Open water l'interesse del regista è quello di descrivere l'assedio dei pescecani, che si fanno sempre più numerosi e sempre più affamati intorno ai naufraghi. Abbastanza angoscioso, per essere un documentario.
MEMORABILE: Le varie reazioni dei naufraghi: chi si stacca dai gruppi numerosi nuotando da solo, chi evita di muoversi e viene ignorato dagli squali.
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Nella versione in lingua originale, la voce narrante è quella di Richard Dreyfuss, attore nel film "Lo squalo", dove si parlava già della tragedia dell'Indianapolis, descritta dal cacciatore di squali, che era uno dei 300 superstiti.