Thriller da "l'avevo capito dalla prima scena", ma con un ascendente tutto suo fatto di jazz declinato in ogni scala, caratterizzazioni tarate al millesimo-di-metro e recitazione sincopata assai consona ai morbi affrescati. Lo stonatissimo Moore pennella un se stesso fra il tassista di De Niro e l'alienato delle dodici scimmie (sulla schiena, però). Dipinge, parla poco e ascolta tonnellate di jazz. Quando scoprirà una nuova modella l'affresco-mentale s'intricherà parecchio, e il suo candore sparirà come una rapida pennellata d'acrilico-annacquato su una tela neutra.
MEMORABILE: "Dei musicisti incredibili che s'incontano su un palco per distruggere le regole che loro stessi avevano creato, questo è il jazz".
Joel Moore HA RECITATO ANCHE IN...
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CuriositàBrainiac • 22/02/11 20:44 Call center Davinotti - 1464 interventi
Questo curioso/prevedibile thriller ammantato di jazz è diretto da Adam Green, autore emergente ma dal curriculum variegato, giacchè fra le sue opere si segnalano gli asimmetrici Frozen (divagazione oper-wateristica locata sulle nevi) ed Hatchet (uno splatter tout-court di cui il buon Green ha girato financo il sequel).