Finora nei fiumi a 35mm c’erano i piranha, ad uccidere gli incauti bagnanti. Con RED WATER ci ritroviamo invece uno squalo. Possibile? In linea teorica sì, visto che esiste lo squalo leuca (o zambesi) che bazzica davvero i corsi d’acqua dolce e si chiama in inglese (il doppiaggio italiano non lo traduce) "bull shark". Poi lo vediamo con le sembianze classiche dello squalo bianco e ci rendiamo conto che agli autori della verosimiglianza interessava poco o niente. Ad ogni modo il pescecane in questione è solo una figura marginale, nell’economia del film. L’interesse è spostato sul solito recupero di una refurtiva nascosta in fondo al fiume, giusto...Leggi tutto nelle acque dove sta operando una piattaforma petrolifera. Da una parte i gangster (tra loro il celebre rapper Coolio, che strepita e spara facile!), dall’altra i trivellatori al lavoro, ai quali si aggiunge l’eroico Lou Diamond Phillips, pescatore locale. Che sia un tv-movie è immediatamente chiaro, e anche se l’ambientazione insolita - per il genere - sulle prime funziona e ha un suo fascino, presto ci si accorge di avere a che fare con un film d’azione tutto grida ed esplosioni (dovute alla fuoriuscita di petrolio), con lo squalo a presidiare la zona intervenendo per qualche sporadico attacco. Ma gli effetti sono miserrimi, l’animale palesemente di plastica e, nei momenti in cui si fa sotto, tutto si risolve quasi sempre con il rosso del sangue a colorare l'acqua (da cui il titolo, si suppone). Qualche buona ripresa a pelo d’acqua, ma suspense nulla e un finale (con lo squalo trapanato come dal dentista) ridicolo.
Il titolo più giusto sarebbe stato “Red Water Close”. Preparatevi ad assistere a un polpettone condito con dialoghi quasi pietosi, pozzi petroliferi da rottamare, personaggi caricaturali (soprattutto i cattivi) e una mancanza di idee che può far pensare a una lobotomia del regista. Lento, parlato, ma senza dire nulla; e quando finalmente appare lo squalo, invece di dare un po’ di vita alla pellicola, la ridicolizza definitivamente (l’attacco sulla passerella è da parodia). Il pescecane è praticamente di gommapiuma. Penoso.
Dal momento che gli squali leuca possono sopravvivere in acque dolci, l'inarrestabile fabbrica degli eco-vengeance ne piazza uno nel Mississippi (anche se ha dimensioni e sembianze di un bianco alla Spielberg e denti di imprecisata origine). TV-movie blando ma non inservibile, retto da uno script scolastico (stereotipi e topoi abbondano) quanto, almeno nella fase di setup, discretamente orientato. Come animal-horror fa sorridere a causa della bestia (un pupazzone, più simpatico dei cugini in CG), come action-thriller cela le proprie mancanze dietro esplosioni vistose. C'è di peggio.
MEMORABILE: La traduzione italiana che inverte Deliverance con Shining, rendendo insensata la battuta a tema Cajun di Phillips; La trivella in gola allo squalo.
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Come emerso da questi post mi accorgo ora di aver erroneamente indicato come toro lo squalo leuca, fregato dal "bull" dell'inglese. A ogni modo faccio rispettosamente notare che nella versione italiana si parla di "bull shark" e non di "blue shark", come scritto dal Maestro. :)
DiscussioneZender • 5/04/22 07:56 Capo scrivano - 48952 interventi