Storia di un ex attore con problemi psichici che ne impediscono la vita normale. Segre ci offre il potente ritratto di un personaggio in disequilibrio sulla sua vita e sulle relazioni umane, interpretato da un allampanato e profondo Carlo Colnaghi, capace di tenerezze e furori: una delle interpretazioni che rimangono più impresse del cinema italiano degli ultimi decenni. Il rigore da documentario, "oggettivo" e sporco, e l'indagine spasmodica della cinepresa sul volto del protagonista mettono a disagio e incantano. Eccellente e strano.
E' evidente che il film tratteggia la vita di Carlo Colnaghi, attore di avanguardia che ha poi esplicitato un evidente disagio psichico. Le intenzioni sono di pedinare la realtà attraverso il suo girovagare per Torino, ma la vicenda in verità sembra molto costruita e con una forte impressione di voler cercare il caso estremo per fare leva su un senso di commiserazione per la persona/attore.
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Evviva! Finalmente qualcuno lo ha visto oltre a me e la mia sventurata amica che ricorda ancora quel cineforum di tanti anni fa...in pratica quella sera siamo rimaste io e lei in sala, tutti gli altri andarono via, e anche il referendum finale di fine anno decretò questa pellicola come la peggiore della rassegna.