Note: Sopravvissuto in bianco e nero, è tornato a colori grazie a Hélène Bromberg, che lo ha tinto immagine dopo immagine, partendo da un campione costituito da un frammento proveniente da collezione privata.
Delizioso cortometraggio del magico Segundo de Chomón. Già gli attori, europei truccati da giapponesi, sono tutto un programma, ma poi le loro acrobazie si fanno irresistibili, anche per noi "moderni" che comprendiamo sùbito qual è il trucco: ma ciò, forse, ci fa divertire ancora di più. Raffinatissimo. Per il colore, si veda in Note.
Gustosissimo! Squadra di acrobati giapponesi si lancia nelle figurazioni più incredibili e strabilianti. Ironia a fiumi, ben miscelata con la spettacolarità delle immagini e la cura visiva dei cromatismi. Non solo il trucco c'è nei personaggi che di orientale hanno solo make-up e costume, ma c'è pure nelle acrobazie stesse, grazie a un accorgimento facilmente intuibile (per noi, oggi), con il quale de Chomón gioca divertendosi con baricentri impossibili. Delizioso e spassoso. Da vedere.
Le piramidi umane che sfidano forza di gravità e leggi della fisica realizzate da artisti giapponesi (con un po' di fantasia!) in questo breve ma simpatico cortometraggio di Segundo de Chomón. Al di là del trucco, da apprezzare la fantasia delle coreografie e la raffinatezza dell'insieme.
Molto interessante. I giochi di equlibrio dei protagonisti catturano lo spettatore e tutto (dalla classica musichetta in sottofondo allo sfondo che fa da palcoscenico per i protagonisti) funziona rendendo il prodotto meritevole della visione e molto gradevole.
Un gruppo di acrobati giapponesi (in realtà europei con l'ausilio del trucco) si esibisce in una serie di coreografie via via più complesse fino a sfidare apertamente le leggi della gravità. Dimostrando ancora una volta la propria inventiva, Segundo de Chomón si avvale di un trucco oggi facile da riconoscere ma che gli permette di sbizzarrirsi in totale economia nel realizzare uno spettacolo divertente e ricco di ironia.
Un trucco visivo oggi facilmente sgamabile dà corpo a un'illusione caleidoscopica umanizzata, umoristica, circense ed esotica (ma di un esotismo costruito a tavolino). Ciò che i contemporanei vedevano doveva essere non poco sorprendente ed equivoco, grazie all'aspetto mimetico delle acrobazie. Se si considera lo scopo di pura attrazione che aveva il cinema dei primordi l'esperimento può dirsi pienamente riuscito.
Il trucco è semplice ma geniale (però deriva da Méliès): un gruppo di "acrobati giapponesi" si esibisce su un palco per la gioia degli spettatori. I numeri che eseguono sono vari e colpiscono per la loro "audacia antigravitazionale". Forse a lungo andare (ma la durata complessiva è sui 3') il gioco si fa un po' ripetitivo, tuttavia lo spettacolo rimane comunque assai godibile e curioso. Bello anche che il filmato sia a colori (come altre volte per de Chomón).
Segundo de Chomón HA DIRETTO ANCHE...
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