La vedova del pastore - Film (1920)

Per poter avere una sua parrocchia un giovane pastore (ottimo interprete) deve sposare la vedova del prete precedente nonostante sia già fidanzato. La storia intrigante consente una narrazione a suo modo avvincente, sostenuta peraltro da un discreto senso dell’umorismo, soprattutto nella prima parte (la competizione tra i candidati), mentre con l’avanzare emerge il vero tema spirituale, che Dreyer svilupperà in futuro: la Grazia, capace di trasformare gli egoismi di tutti i personaggi in beatitudine attraverso il sacrificio. Merita la visione.

Sottovalutata pellicola di un autore altrove sopravvalutato, una bellissima commedia incentrata sulle disavventure di uno studente di teologia che, convinto di fare l'affare della vita, sposa l'anziana vedova del pastore del villaggio. Sarcasmo fantozziano e rigorosa messinscena con notevoli scorci ambientali convivono perfettamente fino a un'ottima - per quanto tirata per le lunghe - parte finale che conduce il film verso territori non prevedibili, spingendo a rileggere il tutto sotto un'altra ottica. Straordinaria Hildur Carlberg al suo ultimo film: un congedo toccante e divertito.

Storiella edificante che vede protagonista un giovane studente di teologia che, come accade nei romanzi di formazione, prende atto dei fallimenti dei suoi maldestri tentativi di abbindolare l'anziana vedova del defunto pastore di cui lui prende il posto dovendola sposare. Da profittatore muterà condotta seguendo la strada di Dio. Non si può considerare un film imperdibile e imprescindibile rispetto ad altre opere di un regista importante come Dreyer, ma l'umorismo iniziale e la bravura della Carlberg, che mette un po' in ombra Rod, fanno sì che ne sia consigliabile la visione