La chiave - Film (1959)

Ossessionato dalla sua impotenza, il vecchio Kenmochi precipita nelle spire della propria morbosità i rapporti con moglie, figlia e genero. Tra i film più intriganti di Ichikawa, il quale legge il racconto di Tanizaki con una sapiente alternanza di pruriginosa provocatorietà tematica, anche molto attuale (feticismo, soddisfazione sessuale vissuta come mediazione dello sguardo e del rapporto con l'altro) e un controllo stilistico raffreddato ma non inerte. Ne risulta un'opera contorta, irrisolta nella sua letterarietà ma convincente nel suo eros bizzarro.

Ichikawa si cimenta col romanzo di Tanizaki e ne esce vincitore, pur modificandolo a volte in modo sostanziale: si pensi alla marginalità, rispetto al libro, del diario e al ruolo completamente diverso che la chiave del titolo assume nel film. La storia cresce col passare dei minuti, così come la tensione narrativa che raggiunge alti livelli nella seconda parte. La sceneggiatura si destreggia bene soprattutto nel far affiorare gradualmente i sentimenti dei protagonisti. Stilisticamente non memorabile ma funzionale a ciò che racconta. Machiko Kyo è deliziosamente spietata.