Note: Soggetto del romanzo "Nobi" dello scrittore giapponese ShMhei Loka, pubblicato nel 1951. Il film ha avuto un remake con lo stesso titolo nel 2014 per la regia di Shinya Tsukamoto.
Un viaggio nell'inferno delle Filippine, dove giapponesi e americani nel 1945 stanno combattendo battaglie feroci nella cosiddetta guerra del Pacifico. Tamura, un soldato malato di tubercolosi, raggiunge l'ospedale solo per vederlo saltare in aria. Si aggregherà a un manipolo di combattenti in viaggio verso Palompon, dove è stato stabilito un rendez-vous militare. Con pochi scontri armati, il nemico americano incrociato in un paio di occasioni che si concludono velocemente, Ichikawa dirige un film di guerra anomalo, con i suoi scheletrici eroi a muoversi tra la giungla e gli spazi aperti in fin di vita, alla disperata ricerca di cibo per sopravvivere mentre intorno a loro pullulano...Leggi tutto i cadaveri con la faccia immersa nel fango e insidiosa comincia a echeggiare l'ipotesi antropofagica. Più parlato del previsto (ma mai urlato, nemmeno per sbaglio), FUOCHI NELLA PIANURA ha facilmente riscosso il plauso della critica, inevitabilmente affascinata dal livido bianco e nero e dal tocco autoriale di Ichikawa. Va però detto che a splendide aperture di grande cinema fanno da controllare troppe lunghe sequenze in cui poco o nulla accade, in cui la sceneggiatura per forza di cose elementare non offre alla regia materiale sufficiente per sostenere i ritmi blandi tipici di certo cinema d'autore. Una prospettiva sicuramente diversa da quella a cui gli americani ci hanno abituato, purtroppo non sempre coinvolgente.
Il calvario del soldato semplice Tamura, ammalato di tbc, che rifiutato dall’ospedale e dalla sua divisione, scoprirà ogni tipo di orrore. Questo film ricorda molto L’arpa birmana, con cui forma una sorta di dittico teso ad illustrare con estrema veridicità e crudezza tutta la violenza, la follia, la brutalità e l’insensatezza della guerra e tutti gli incredibili orrori che essa porta con sè. Il linguaggio è diverso da quello occidentale ma la forza visiva è incredibile ed è difficile non lasciarsi coinvolgere.
Troppo malato per stare con i compagni, troppo sano per essere accolto fra i malati, un soldato tubercolotico vaga senza meta insieme ad altri sbandati, cercando di evitare gli abomini in cui cedono alcuni per fame e follia indotta dagli stenti... Ambientata nelle Filippine all'inizio del '45, la parabola senza redenzione di un povero cristo, né peggiore né migliore di altri ma il cui istinto di sopravvivenza non è tanto forte da fargli dimenticare d'essere un uomo e non una scimmia. Più ostico dell'Arpa Birmana, un film duro, esteticamente prosciugato, che non commuove ma suscita orrore.
MEMORABILE: La scambio delle scarpe; L'offerta del compagno: "Mangiami..."
Uno dei capolavori assoluti della storia del cinema mondiale. Un film perfetto. Ottima trasposizione cinematografica del romanzo di ShMhei Loka grazie a una regia superba, un montaggio e una fotografia encomiabili e un protagonista (Eiji Funakoshi, che interpreta il soldato Tamura, spedito dai suoi superiori all'ospedale militare perché malato di tubercolosi ma rifiutato dall'ospedale perché non abbastanza malato da dover essere ricoverato) perfetto per il ruolo: il suo volto, la sua espressione, le sue parole, i suoi gesti fino all'ultima tragica scena sono indimenticabili.
MEMORABILE: La scena delle scarpe, abbandonate rotte da un soldato, calzate dal soldato successivo che abbandona le proprie... Alla fine Tamura procede scalzo.
Kon Ichikawa HA DIRETTO ANCHE...
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Anche se oramai il film è reperibile solamente in versione originale giapponese con i sottotitoli in italiano, era stato doppiato in italiano e presentato in TV da Claudio G. Fava. Ho la videoregistrazione del film, presentazione compresa, ho fatto la conversione in formato digitale, non sono espertissimo quindi la qualità non è eccelsa, soprattutto ci sono alcuni secondi in cui non si vede niente perché la pellicola era rovinata. Se qualcuno fosse interessato a ricevere questa copia, rimango a disposizione. Saluti.