Prescindendo dalle candidature all'Oscar del duo Streep/Nicholson (statuetta poi non raggiunta), credo che questo film faccia più male che bene alle carriere dei due attori. Film di una lentezza e tristezza disarmante eccessivamente intimista, con un Nicholson che "gira" al minimo per tutta la pellicola, contrapposto da una Streep "fuori giri". L'ennesimo tentativo di sensibilizzazione "Babenchiano" che risulta moscio e tremendamente troppo lungo, perdendosi troppe volte lungo il percorso. L'unica perla: Tom Waits.
Storia di due derelitti, emarginati dalla società, diretta dal regista argentino Hector Babenco e tratta da un romanzo (fa parte di una trilogia) di William Kennedy.Il film vale sopratutto per l'intepretazione delle due star Meryl Streep e Jack Nicholson che infatti furono candidate all'Oscar (non vinto) ma per il resto si tratta di un'opera lenta, inutilmente prolissa e noiosa. Discreta l'ambientazione negli Stati Uniti degli anni '30.
Ambientato nella contea di Albany N.Y. negli anni 30 e tratto dal romanzo di successo di William Kennedy, questo film ha il pregio di rendere perfettamente l'idea della vita dei barboni senza tetto di quel periodo. Per questo risulta veramente "buio" e un barlume di speranza viene solo dalla visione della luminosa camera del nipote del protagonista Jack Nicholson, candidato all'Oscar assieme a Meryl Streep per la loro interpretazione. Brava anche Caroll Baker. Il film però non ha il ritmo giusto ed è inutilmente lungo. Comunque da vedere.
Gustoso film con Nicholson, dimenticato dai più, offre lo stesso nella versione inedita dell'emarginato hobos americano nell'epoca della depressione accompagnato dalla pseudo fidanzata (una poco interessante Streep) e dall'amico malato di tumore (un divertente Waits alla sua terza prova d'attore) che girovagano nel freddo tra minestre riscaldate, sbronze e pacche sulle spalle. I fantasmi di Jack si fanno presto sentire e smascherano il perché della sua vita sulla strada.
MEMORABILE: Il finale, sul treno merci quando Nicholson spacca la bottiglia dicendo: "è tutta colpa tua".
Dopo causato incidentalmente la morte del figlioletto neonato, il protagonista si è allontanato da casa e vive ormai da anni alla giornata, tormentato dai sensi di colpa, insieme ad altri derelitti travolti dalla Depressione... Babenco dirige la trasposizione di un romanzo di successo in maniera corretta ma piuttosto piatta ed illustrativa ed anche le interpretazioni delle due star del cast, pur molto lodate, risultano inficiate dal sospetto di maniera, per cui il film, pur trattando temi sulla carta in grado di coinvolgere ed emozionare, lascia piuttosto freddi.
L'aspetto più interessante, per quanto non nuovo, è la rappresentazione degli Usa post grande depressione. La storia è tratta da un romanzo premio pulitzer ma puzza di melodrammone lontano un miglio ed alla fine ciò che ne viene fuori è un polpettone abbastanza insipido se non bruciacchiato. Nonostante la drammaticità di temi e situazioni non coinvolge e non emoziona mai o quasi. Le celebrate interpretazioni di Nicholson e della Streep sono di maniera: meglio quella di Tom Waits. Inutilmente lungo e con alcuni momenti decisamente evitabili. Salvabile la confezione. Men che mediocre.
MEMORABILE: In negativo: le continue e ripetute apparizioni dei morti al protagonista; Tom Waits scopre di avere un tumore: "Finalmente ho qualcosa di mio".
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Tom Waits regalò le copie del suo ultimo disco del periodo (Frank Wild Years) a Jack Nicholson e Meryl Streep il primo giorno delle riprese. Accettò la parte perchè c teneva a lavorare accanto ad un suo mito, Fred Gwynne.
DiscussioneDaniela • 14/11/16 22:25 Gran Burattinaio - 5945 interventi
Tratto dal romanzo omonimo dello scrittore e giornalista americano William Kennedy, pubblicato nel 1983 e vincitore l'anno successivo del Premio Pulitzer per la narrativa.