Nella stessa cella di una sordida galera sudamericana finiscono un sovversivo e un omosessuale. Quest' ultimo dovrebbe carpire al primo delle informazioni, ma fra i due nasce una strana simbiosi... Tra pulsioni politiche e personali, cinefilia e feticismi vari, un film strano, a volte sgradevole a volte affascinante, un po' enfatico e sopra le righe, ma con un'interpretazione di spicco, specie per Hurt in un ruolo difficilissimo reso con grandissima efficacia. Merita un'occhiata
Una cella vede insieme un militante ed un omosessuale che dopo la normale iniziale diffidenza entrano in una strana coesione fatta di lealtà e dignità. Un film con grandi acuti melodrammatici che vede Hurt in splendida forma nella parte del gay. Interpretazione che gli valse l'Oscar come miglior attore.
Tratto da un romanzo di Manuel Puig e premiato al festival di Venezia, è un film dalla chiara impostazione teatrale, tutto giocato sulla contrapposizione tra i due protagonisti (i bravissimi William Hurt e Raul Julia), tanto che il personaggio femminile appare rilegato sullo sfondo. Buone la sceneggiatura che ben caratterizza i personaggi e la regia che si mette diligentemente a disposizione dei protagonisti.
Ricordo che il libro di Puig mi era molto piaciuto (tanto che gli feci un "omaggio" intitolando "Il bacio della donna gatto" uno dei primissimi articoli, mi pare il quarto in assoluto, che scrissi, sulla fanzine bolognese Proposta Sf nel lontano 1978, imperniato su Il bacio della pantera di Tourneur). Molti anni dopo è uscito questo film, non male a dire il vero, ma per quel che mi riguarda un po' deludente. Sonia Braga può andare bene per quel ruolo, anche se leggendo il libro ti immagini "quel" personaggio in maniera del tutto diversa.
Capolavoro apripista di numerose pellicole indipendenti a venire con tematiche gay, mai claustrofobico nonostante l'ambientazione e caratterizzato da un certo senso di atemporalità che rende il film inossadabile al tempo e non inquadrabile necessariamente in un determinato periodo storico, fermo restando i richiami politici del film. La pellicola privilegia il lato sentimentale lasciando in ombra l'aspetto sessuale, com'è normale che sia in un film del genere. Interpretazione memorabile di William Hurt. Un pezzo di storia di cinema.
Un omosessuale e un detenuto politico: una dialettica serrata (e lieve al tempo stesso) tra due personalità opposte eppure affini, esempi di coraggiose diversità alle regole sociali. La storia dal racconto di Puig è magnifica, i dialoghi perfetti, l’interpretazione di Hurt da standing ovation. Peccato per la banalità della visualizzazione dei racconti, che tolgono il fascino dell’evocazione solo per paura di mantenere per due ore il rigore dell’ambientazione claustrofobica e della capacità evocativa della parola. Buono, ma senza voli.
Film dal titolo fuorviante. Trattasi di un dramma dall'impostazione teatrale, quasi interamente ambientato in una cella dove sono rinchiusi un omosessuale e un prigioniero politico, durante il regime fascista in Sudamerica. Il confronto tra i due e il rapporto che si instaura è sicuramente il punto forte del film, essendo ben reso dai due attori, un ottimo Julia (sempre sottovalutato) e un notevole Hurt, in un ruolo non facile. Quasi superflua la storia parallela raccontata da Hurt; bella invece tutta la parte finale. Particolare ma non noioso.
Confronto - sulla carta - di personalità agli antipodi con Hurt delicato nel corpo sbagliato e Julia coi bollori del macho rivoluzionario. Trama dai dialoghi intensi e che pian piano si disvela in un gran sentimento. Babenco è bravo nel non appesantire la cella ma è evanescente nel narrato dei film in cui la Braga è una bella statuina. Vengono risparmiate le torture e le violenze sui gay, ma il quadro complessivo è abbastanza chiaro nella sua condanna.
Appassionante confronto (tra i due protagonisti) di stampo teatrale dall'omonimo romanzo di Manuel Puig. Un omosessuale e un rivoluzionario nella stessa cella che riusciranno, nel corso della storia, ad amarsi (nel vero senso della parola). Il messaggio di denuncia da parte degli autori è fin troppo evidente e i due protagonisti valgono da soli il prezzo del biglietto. Oscar e Palma d'oro a William Hurt.
Siamo in Argentina durante la dittatura. Dentro la stessa cella ci sono un omosessuale e un detenuto politico. Premettendo che i colori sono quelli tipici di un film del1985, molto sbiaditi, per il resto ci troviamo di fronte a un gran bel film. Il rapporto che si viene a creare tra i due protagonisti è qualcosa di molto profondo e poetico con dialoghi mai banali ma sempre significativi. I due attori offrono una prova di grande rilievo rappresentando appieno la sensibilità dei protagonisti. Un film che fa bene al cuore e alla ragione e che nella seconda parte diventa un thriller.
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Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv ("Lunedì venti e trenta", lunedì 19 ottobre 1987) di Il bacio della donna ragno: