Lo stesso anno in cui Dellamorte Dellamore sanciva la fine di un prolifico decennio per l'horror italiano, veniva fondata la rivista Nocturno: partendo da questa riflessione, Davide Pulici ripercorre la storia di quegli anni intervistando attori e cineasti che ne furono protagonisti. Opera singolare, a metà fra il documentario e la fiction (quasi un meta-sequel di Dèmoni, sotto certi aspetti), fra il serio e il faceto, fra il malinconico e l'ironico, informativamente limitata (pochi clip e materiali d'archivio) ma impreziosita da una confezione elegante (notevole la colonna sonora).
MEMORABILE: Pulici-cicerone nell'archivio nocturniano; L'officina di Stivaletti; Soavi con pistola pronta all'uso in caso di zombi; I ricordi su Fulci e D'Amato.
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Scusa Anthonyvm ma i tre pallini sono per la confezione? Puoi dirci qualcosa di più sul film? E' vero che vi parteciperebbe anche Fiore Argento?
DiscussioneAnthonyvm • 22/03/25 00:26 Vice capo scrivano - 829 interventi
Ciao Nipo. No, i tre pallini prendono in considerazione non solo la messinscena, di per sé comunque pulita e visivamente indovinata, vedasi lo spettro cromatico della fotografia che passa dai famosi e vividi tocchi argento-baviani a sfumature plumbee e meste che si confanno all'amarezza che sta alla base del film stesso, ma anche per la singolarità dell'operazione, che rinuncia allo scolastico didascalismo tipico dei documentari per azzardare innesti metanarrativi che trascendono il format stesso. Le interviste ai vari partecipanti sono trattate quasi alla stregua di inserti all'interno del main plot, ossia le visite di Pulici (oratore davvero trascinante) alla riscoperta dei protagonisti di un periodo florido della nostra cinematografia di genere, ormai sepolto da decenni come già viene dichiarato nelle primissime scene. L'insieme è trattato con umorismo, ma senza mai buttarla in farsa; al contrario, è un forte senso di nostalgia il basso continuo che accompagna il discorso intero, tra i volti ormai invecchiati di persone che hanno fatto la storia dell'horror italico e, va detto, la consapevolezza da parte dello spettatore che la lista di questi "superstiti" si stia inevitabilmente accorciando di anno in anno (basti pensare alla recente scomparsa di Claudio Lattanzi). Nel suo botta e risposta tra serietà e ironia, studiata ingenuità (tecnicamente naif le parti di raccordo più fictionare, tipo l'incontro con Soavi armato di pistola o il subplot della maschera di Demoni) e affettuoso citazionismo, sembra di assistere a una rimpatriata di vecchi amici immortalata con un po' di stile. Se si volesse valutarlo come un documentario tradizionale, invece, il giudizio si ridimensionerebbe notevolmente, dato che il contenuto informativo è frammentario e sovente vago, ma presumo che ciò rientrasse nelle intenzioni degli autori. Alla fine non si porta alla luce la ragione definitiva per cui l'horror italiano sia tramontato così bruscamente nei primi anni '90, ma si dà materiale a sufficienza perché gli appassionati possano rifletterci sopra e tirare le somme, e il tutto in una cornice artistica che, con belle memorie e un pizzico di speranza per evoluzioni future, rende questa sconsolante constatazione un po' meno triste. Volendo essere pignoli, forse il voto matematico sarebbe più vicino a due palle e mezzo che non a tre, ma qui viene in soccorso la tenerezza del fan e l'arrotondamento non può pertanto che andare per eccesso. Ah, per quanto riguarda Fiore Argento, sì, da quel che mi ricordo interveniva anche lei, ma non rammento a proposito di quali punti.
Ciao Nipo. No, i tre pallini prendono in considerazione non solo la messinscena, di per sé comunque pulita e visivamente indovinata, vedasi lo spettro cromatico della fotografia che passa dai famosi e vividi tocchi argento-baviani a sfumature plumbee e meste che si confanno all'amarezza che sta alla base del film stesso, ma anche per la singolarità dell'operazione, che rinuncia allo scolastico didascalismo tipico dei documentari per azzardare innesti metanarrativi che trascendono il format stesso. Le interviste ai vari partecipanti sono trattate quasi alla stregua di inserti all'interno del main plot, ossia le visite di Pulici (oratore davvero trascinante) alla riscoperta dei protagonisti di un periodo florido della nostra cinematografia di genere, ormai sepolto da decenni come già viene dichiarato nelle primissime scene. L'insieme è trattato con umorismo, ma senza mai buttarla in farsa; al contrario, è un forte senso di nostalgia il basso continuo che accompagna il discorso intero, tra i volti ormai invecchiati di persone che hanno fatto la storia dell'horror italico e, va detto, la consapevolezza da parte dello spettatore che la lista di questi "superstiti" si stia inevitabilmente accorciando di anno in anno (basti pensare alla recente scomparsa di Claudio Lattanzi). Nel suo botta e risposta tra serietà e ironia, studiata ingenuità (tecnicamente naif le parti di raccordo più fictionare, tipo l'incontro con Soavi armato di pistola o il subplot della maschera di Demoni) e affettuoso citazionismo, sembra di assistere a una rimpatriata di vecchi amici immortalata con un po' di stile. Se si volesse valutarlo come un documentario tradizionale, invece, il giudizio si ridimensionerebbe notevolmente, dato che il contenuto informativo è frammentario e sovente vago, ma presumo che ciò rientrasse nelle intenzioni degli autori. Alla fine non si porta alla luce la ragione definitiva per cui l'horror italiano sia tramontato così bruscamente nei primi anni '90, ma si dà materiale a sufficienza perché gli appassionati possano rifletterci sopra e tirare le somme, e il tutto in una cornice artistica che, con belle memorie e un pizzico di speranza per evoluzioni future, rende questa sconsolante constatazione un po' meno triste. Volendo essere pignoli, forse il voto matematico sarebbe più vicino a due palle e mezzo che non a tre, ma qui viene in soccorso la tenerezza del fan e l'arrotondamento non può pertanto che andare per eccesso. Ah, per quanto riguarda Fiore Argento, sì, da quel che mi ricordo interveniva anche lei, ma non rammento a proposito di quali punti.