Il tallone di ferro dell'oligarchia - Film (1998)

Il tallone di ferro dell'oligarchia
Locandina Il tallone di ferro dell'oligarchia - Film (1998)
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Titolo originale: Zheleznaya pyata oligarkhii
Anno: 1998
Genere: drammatico (colore)

Cast completo di Il tallone di ferro dell'oligarchia

Note: Aka "The Iron Heel of Oligarchy".

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Tutti i commenti e le recensioni di Il tallone di ferro dell'oligarchia

TITOLO INSERITO IL GIORNO 15/03/16 DAL BENEMERITO RUFUS68
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Rufus68 15/03/16 20:34 - 3978 commenti

I gusti di Rufus68

Un insegnante si mette a predicare il verbo socialista di Jack London (Il tallone di ferro, appunto), ma il potere è in agguato. Opera più grottesca che drammatica, in realtà sospesa fra esagitazione, sconforto e musica (post) punk; l'esordiente Bashirov esprime in tal modo la propria disperazione per il tracollo degli ideali sovietici e l'avvento dei nuovi ricchi, ma l'apologo, pur intrigante, in parte fallisce per colpa dei toni sopra le righe. Da vedere, comunque.

Paulaster 3/01/18 21:19 - 4970 commenti

I gusti di Paulaster

Nikolaj Petrovich cita Jack London disperatamente per tentare l’ultima rivoluzione contro i nuovi ricchi. All’apparenza un viaggio nel tempo socialista attraverso un avvinazzato nostalgico: come dargli torto, se gli ideali crollano e il nuovo è già decadente? Inquadrature, balli e comizi a ricordare il remoto che fu con effetto malinconico. Piccole sfumature di dolcezza e ironia grazie alle varie presenze femminili.
MEMORABILE: “Aprivo le birre con un’occhiata”; Il ballo con la donna: lui balla alla cosacca e lei moderna; Il chitarrista che suona in ciabatte.

Noodles 30/12/21 13:40 - 2758 commenti

I gusti di Noodles

Film di non facile digeribilità, incentrato su una figura bizzarra di nostalgico del socialismo che gira per le vie di San Pietroburgo e si intrattiene con alcune donne limitandosi a parlare della sua ossessione. La scelta del regista di inserire la nostalgia per l'antico regime in uno strano tipo di alcolizzato è una presa di posizione contornata dalla scelta simbolica di una fotografia rossastra. Non è facile seguire le peregrinazioni del protagonista e il continuo fracasso della sua voce e delle scene. Eppure c'è qualcosa di magico anche qui. Un'esperienza difficile ma da fare.

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