#Horror - Film (2015)

La metamorfosi è in atto, l’innocenza e la fanciullezza troveranno ben presto il loro triste e definitivo tramonto. Un po’ come accadeva tra le rocce uterine raccontate da Weir, le lolite della Subkoff danzano e si disperano, vittime del loro stesso ego e di un’epoca di totale insurrezione (complice il fanatismo da social). Il film passa da momenti eterei ad altri di isteria collettiva, immerso in location kubrickiane e con sound design da pelle d’oca. Poco sangue, ma con un bel finale ad alta tensione e una ferocia femminea che strizza l’occhio al miglior Dario Argento. Bellissimo.

Psyco-slasher inglobato da un’atmosfera sognante: l’enclave iper-moderna della villa di montagna, di astruseria arty, è l’humus fecondo per sadici giochi di potere; un paradiso-inferno per giovani ancelle, divinità contemporanee, invasate prima e martirizzate dopo dal temibile cancro del syber-social-bullismo. Tara Subkoff enfatizza, senza spreco di didascalie, il clima gelido e rarefatto di un cosmo etereo come un dipinto ma soffocante come un incubo. Sadico.

L'Adelescenza, id est l'adolescenza in quanto Ade. L'immaturità installazione neodada a prova di transavanguardia. E allora: diseducazione tisica delle fanciulle (mele acerbe che si credono mature e sono ben che vada già marce), rincorrendo un weirdness inesaudibile (correo il veterosociologizzare che fa sbottare “ma kidsene!”) in un instagrammato Suspiria senza qualità della danza, pittato d'un rosso tutt'altro che profondo. Quando sul film o su qualcosa che gli somiglia si sovrascrive l'ansante tentativo di realizzarlo con materiali di risulta, rattrappire d'imbarazzo è tutto.