Gli amanti crocifissi - Film (1954)

Gli amanti crocifissi
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Titolo originale: Chikamatsu monogatari
Anno: 1954
Genere: drammatico (bianco e nero)
Note: Soggetto tratto da un'opera di Monzaemon Chikamatsu, scrittore e drammaturgo giapponese vissuto tra il 1653 e il 1724.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 23/08/10 DAL BENEMERITO TUXTUCIS
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Tuxtucis 23/08/10 12:45 - 34 commenti

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Una delle più belle e tragiche storie d'amore che abbia visto. Efficace nel rendere l'idea di un Giappone feudale gretto e basato sul sopruso, il film si caratterizza per una trama efficace e per la notevole tensione drammatica. Bello e toccante il finale.

Giùan 1/05/13 07:11 - 4562 commenti

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Capolavoro mizoguchiano, dando conto più linearmente rispetto a altri suoi film di quel peculiare “lirismo sociale” nel quale si compenetrano la minuziosa indagine sull’essere umano e una disamina spietatamente precisa di un contesto storico soffocante e claustrofobico. Avvolgente è l’abilità del maestro giapponese di creare una dimensione onirico-trascendente, che tanto eleva la purezza dei due amanti “folli” quanto più illustra l’ipocrisia e il conformismo che vorrebbe condizionarli, ma di fronte a cui essi scelgono “trionfalmente” la morte.
MEMORABILE: Il finale coi volti trasfigurati dei due amanti che vanno incontro all’estasi della crocifissione.

Daniela 5/02/20 03:07 - 12670 commenti

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Nel Giappone del XVII secolo, l'adulterio femminile è considerato un crimine da punire con la morte per cui, quando per un equivoco uno stampatore viene ritenuto erroneamente l'amante della moglie del padrone presso cui presta servizio, entrambi sono costretti alla fuga... Struggente storia d'amore su cui si innesta la denuncia, tipica nella filmografia del regista, della condizione di sudditanza a cui la tradizione condanna le donne indipendentemente del ceto sociale di appartenenza. Bellissimo l'epilogo, sorprendentemente sereno nonostante la sua tragicità.
MEMORABILE: Legati schiena contro schiena, con le mani intrecciate l'uno all'altra; Il commento di una serva: "Non ho mai visto la signora così felice"

Giufox 7/01/22 13:07 - 324 commenti

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Racconto morale che col suo rigore filmico scardina l'altrettanto rigida ripartizione feudale giapponese in un canto di amore ed emancipazione. Amore inevitabile e incorruttibile, che si sviluppa quale unico valore spirituale possibile a fronte di rigide gerarchie sociali che tengono tutto in uno stato di torbido e ipocrita equilibrio - fatto di protocolli opprimenti e sentimenti (particolarmente femminili) repressi. L'ambientazione nel XVIII secolo, cara a Mizoguchi, è perfetta per poter leggere il tutto col necessario distacco. Tra prosa teatrale e poesia in bianco e nero.
MEMORABILE: La scena del lago; Gli amanti che sfilano legati tra la folla; I costumi.

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