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La nostra recensione di Fly me to the moon - Le due facce della luna

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Mai sottovalutare l'importanza del marketing strategico, lo sanno anche alla NASA: la nuova missione Apollo che dovrà raggiungere la Luna ha bisogno di fondi certi e di conseguenza di una grossa pubblicità che possa attrarre l'attenzione su una corsa allo spazio che in troppi non vedono come necessaria, soprattutto nelle alte sfere. E' per questo che l'agente governativo Moe Berkus (Harrelson) è pagato per ingaggiare gli uomini migliori, nel campo; anche se sono donne, naturalmente, come nel caso di Kelly Jones (Johansson), pubblicitaria col pelo sullo stomaco e una verve travolgente, capace - soprattutto attraverso un uso spregiudicato della menzogna - di far levitare...Leggi tutto come d'incanto l'interesse dei suoi clienti su qualsiasi tema. E se il cliente è il governo americano nulla cambia, se non l'onorario.

Assunta alla NASA con l'obiettivo di attrarre fondi portando le luci dei media sull'imminente missione sulla Luna (inutile specificare che siamo nel 1969, quindi), Kelly viene in contatto con il coordinatore del lancio Cole Davis (Tatum), dal carattere opposto al suo: serio, posato, difensore della verità, abituato a lavorare nell'ombra, vede il proprio quotidiano sconvolto dall'arrivo della donna. Ma è in buona compagnia, perché lì sono in pochi a sopportarla. Eppure l'efficacia delle sue azioni è evidente, e tutto sembra andare per il verso giusto. Fino al giorno in cui Kelly pensa di far montare una telecamera sul lem e Moe non solo dice di trovarla una buona idea (al contrario di Cole, che spiega come sia praticamente impossibile farlo), ma comunica ai due che sarà opportuno girare un allunaggio "in studio". Falso insomma, da mostrare in tv nel caso che qualcosa non funzioni in quello vero. E forse non ci si fermerà a quello...

Che gli americani siano sbarcati sulla Luna, in quel Luglio del 1969, dovrebbe essere considerato un dato di fatto, ma da sempre sopravvive una forma di complottismo secondo la quale quelle immagini sono in realtà state girate sulla Terra, come un vero film. Perché non sfruttare la cosa per imbastirci una storia che inserisca questa curiosa suggestione all'interno di un plot più ampio? Così nasce FLY TO THE MOON, che parte da un confronto tra un uomo e una donna dai caratteri diversi e diversamente coinvolti nella complessa missione Apollo per approdare, nell'ultima parte, al famoso allunaggio fasullo allestito negli studi della Nasa, durante il quale non mancheranno i simpatici imprevisti. Come ci si arriva e il modo in cui viene realizzato e utilizzato sono sintomo di bella fantasia, sviluppata all'interno di una sceneggiatura scritta a sei mani (Keenan Fkynn, Bill Kirstein, Rose Gilroy) e affidata alla regia di Greg Berlanti.

Tecnicamente impeccabile, il film - che ricorre a scintillanti effetti in grafica con suggestive sovrapposizioni di titoli di giornale, split screen e altri validi espedienti - sfoggia dialoghi scritti brillantemente e una vivace, eccellente performance di Scarlett Johansson, avvolta in splendidi abiti d'epoca che ne valorizzano l'eleganza. E' lei il vero centro di gravità intorno al quale la scena si muove; con il suo atteggiamento sbarazzino, invadente, supponente, seducente, anche se poi, più di un Channing Tatum semplicemente adeguato, a scintillare è il solito, estroso Woody Harrelson, simpatico e ficcante come sempre. Grazie a loro, ma pure a una pregevole ricostruzione storica, a una fotografia che riempie gli occhi e a una calzante colonna sonora (spicca "To Love Sombebody" dei Bee Gees), il film può dirsi riuscito; magari non particolarmente originale nelle sue dinamiche ma svelto e coinvolgente. L'atmosfera legata alla corsa allo spazio di fine Sessanta emerge discretamente, i personaggi sono delineati con mestiere e nell'insieme il tutto concorre a completare una perfetta commedia americana costruita per piacere al grande pubblico.

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Tutti i commenti e le recensioni di Fly me to the moon - Le due facce della luna

TITOLO INSERITO IL GIORNO 14/07/24 DAL BENEMERITO RAMBO90 POI DAVINOTTATO IL GIORNO 26/12/24
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Rambo90 14/07/24 18:38 - 8087 commenti

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Un soggetto accattivante con tanta carne al fuoco ma che si traduce in una delle più banali commedie degli ultimi anni. Per colpa anche di una regia fin troppo "classica" il film non coinvolge mai davvero, nonostante il buon affiatamento dei due protagonisti e buoni caratteri di supporto come Romano e Harrelson. La confezione è giusta ma non si decolla mai, persi tra vari livelli di satira (lo show business, la pubblicità) e blandi intenti drammatici (il rimorso di Tatum, il passato della Johansson). Mediocre.

Erfonsing. 22/07/24 19:13 - 278 commenti

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La commedia americana classica prevede lui, lei, un intoppo tenuto nascosto, il disvelamento dell'intoppo, il litigio e la riconciliazione. Questa ha tutti gli ingredienti al posto giusto, mescolati con un buon ritmo, la simpatia dei protagonisti (tranne Tatum, fuori parte, come quasi sempre), ottima ambientazione e musiche azzeccate. Anche la storia è simpatica e Harrelson strepitoso (ma doppiato malissimo). Durata extra, come ormai sempre, purtroppo, negli ultimi anni. Promosso.
MEMORABILE: Il gatto nero.

Xamini 30/07/24 17:43 - 1304 commenti

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Durata un po' corposa, ma il soggetto lo consente. L'allunaggio del '69 affrontato da un punto di vista decisamente inedito, quello della pubblicitaria della NASA (Johansson) intenta a ricostruirne l'immagine per trovare i fondi necessari all'impresa. O meglio, della relazione tra la stessa e il direttore del programma di lancio (Tatum). Commedia leggera che, sorretta dalla nota impresa sullo sfondo, mantiene comunque un buon ritmo e si diverte a scherzare sulle relative ipotesi complottistiche. Una buona soluzione per un film estivo senza troppi pensieri.
MEMORABILE: Il gatto sul set.

Daniela 19/08/24 12:23 - 13414 commenti

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Pubblicitaria spregiudicata deve risvegliare l'interesse del pubblico per la missione dell'Apollo 11 e convincere il congresso a sganciare i cordoni della borsa per finanziare la corsa alla conquista della Luna. Ma c'è chi pensa a un piano B... Soggetto ingegnoso per la commistione tra ricostruzione realistica e risvolti da guerra fredda che daranno poi origine alla teoria complottista del falso allunaggio, meno brillante alla visione per una regia poco inventiva, la scarsa alchimia tra Johansson, spigliata ed elegante e Tatum, attraente ma intortato. Vedibile senza pretese.

Caesars 13/11/24 08:18 - 4029 commenti

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Si "rispolvera" la vecchia teoria, secondo la quale l'allunaggio avvenuto nel 1969 fu realizzato in studio, con una variante: gli avvenimenti furono due: uno reale e uno fittizio, da trasmettere in caso di fallimento del primo. Il tema, per quanto non nuovo, poteva dar vita a un commedia gradevole, ma siamo di fronte al solito prodotto a stelle e strisce che ci propina il successo del "popolo americano che crede in quello che fa". I personaggi risultano poco credibili e assai stereotipati, impedendo allo spettatore di "immergersi" nella storia.

Hart crane 18/11/24 16:26 - 81 commenti

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E’ tutt’altro che un film che mette in dubbio la veridicità delle missioni lunari. Al contrario, con un astuto messaggio, si vuole spiazzare chi denuncia la messinscena del secolo. Viene allestito un set sì, ma in parallelo allo sbarco lunare, che è reale. Si ammette qualcosa per riconfermare il grande imbroglio. L’America usa il trucco ma solo per incipriare eventi reali. Il peccato sarebbe così solo veniale. Il personaggio della Scarlett è delineato bene: ex venditrice di auto, rampante ma per gioco, amabile e capace di intrufolarsi (come un gatto?) in ogni anfratto della Nasa.
MEMORABILE: La Johansson che riesce a "trasformare" l'auto dei poliziotti venuti ad arrestarla per il furto in auto di scorta per il suo rientro alla base.

Galbo 8/12/24 15:27 - 12707 commenti

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Commedia romantica che riprende la vecchia teoria del finto allunaggio orchestrato dalla NASA per motivi geopolitici. Qui gli si costruisce intorno la storia del rapporto tra il capo ingegnere della missione spaziale e una scaltra pubblicitaria. Il film appartiene a un genere non più tanto attuale ma è ben scritto e gradevole, al netto di qualche passaggio più debole. I due interpreti se la cavano bene, sebbene la Johansson sembri più a suo agio dell'ingessato Channing Tatum, mentre Harrelson (qui cinico manipolatore politico) è sempre una garanzia. Buono.

Capannelle 23/02/25 01:36 - 4601 commenti

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Come l'Apollo doveva ottimizzare il carico a bordo dell'astronave per avere successo, anche gli autori avrebbero dovuto evitare ogni zavorra al racconto ma non ci sono riusciti, portando la durata a livelli eccessivi e caricando la parte centrale del film di parentesi poco coinvolgenti. Lo stesso inizio faceva presagire una certa melensaggine, ma veniva compensata dal mestiere di regia e dalla verve della Johansson. Più brioso il finale, con tutte le gag e le incertezze legate alla gestione del set lunare.

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