Fate la rivoluzione senza di noi - Film (1970)

Fate la rivoluzione senza di noi
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Start the Revolution Without Me
Anno: 1970
Genere: comico (colore)
Regia: Bud Yorkin
Note: Aka: "Louis, There's a Crowd Downstairs!"; "Commencez la révolution sans nous"; "Two Times Two"; "Empiecen la revolución sin mí"; "Die französische Revolution fand nicht statt".

Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Francia, metà Settecento. Partorite nella stessa notte, due coppie di gemelli figlie rispettivamente di un nobile corso e di un popolano finiscono confuse sul letto del medico, che per esser certo di non sbagliare in toto l'assegnazione, di nascosto le mischia. Di fatto ci ritroviamo con un Sutherland e un Wilder cresciuti in un castello e un Sutherland e un Wilder confusi tra i rivoluzionari che si preparano alla presa della Bastiglia. Siamo arrivati infatti al 1789 e il Conte d'Escargot (Spinetti) progetta assieme a Maria Antonietta (Whitelaw) di uccidere Re Luigi (Griffith). Per farlo intercetta la richiesta d'aiuto di quest'ultimo rivolta ai Duca corsi di Sisi (i Sutherland e Wilder nobili) e li...Leggi tutto raggiunge al castello chiedendo loro di tradire il Re per allearsi con lui e prendere possesso della Francia. I nostri accettano e partono così alla volta di Parigi travestiti da straccioni, ma al momento dello sbarco in città finiranno in un'imboscata dei rivoluzionari durante la quale verranno scambiati per i loro doppi poveri (e viceversa). Il classico gioco degli equivoci insomma, che porta a Palazzo Reale i gemelli rivoluzionari e per le strade e le bettole quelli aristocratici, con tutte le conseguenze del caso. Purtroppo Bud Yorkin ha la mano pesante e nell'affrontare una comicità dai tratti talvolta demenziali (si pensi alle didascalie che segnano l'anno 1789 ogni volta che c'è un passaggio da una location all'altra, tradotte in italiano da una voce stentorea che dopo un po' s'accorge dell'inutile ripetizione) soffoca le scene con grida, caotici spostamenti di masse e dimenticando ogni parvenza di leggerezza. Così, se Wilder (doppiato sempre bene da Oreste Lionello) in qualche modo si salva grazie al mestiere e al riconosciuto talento per il genere, Sutherland diventa un corpo estraneo e ingombrante: effeminato nel ruolo del gemello ricco, semianalfabeta in quello del gemello povero, si fa semplice spalla per le gaffe e le sfuriate di Wilder (eccellente quando sconfina nell'isteria da manicomio) nonostante condivida con lui il set per lo stesso tempo o quasi. Seguire poi gli intrighi di Palazzo, le infinite variazioni in corso sul tema dell'assassinio di corte per governare la Francia ben presto stanca. Dopo una prima parte in cui se non altro sembrava non si volesse esagerare coi ribaltamenti di fronte, si dà l'avvio a una seconda in cui invece il caos regna sovrano, le donne (arriva a Palazzo pure la contadina fidanzata del Wilder povero) ammiccano, il re si veste da gallinaccio tra l'imbarazzo dei presenti a una festa che gli avevano detto essere in maschera e il Duca d'Escargot trama con chiunque possa offrirgliene l'occasione. Ricostruzione storica decente, sceneggiatura che però non trova mai la giusta misura e ci porta a un roboante finale tra duelli e fucilate da dimenticare. Orson Welles in veste di narratore introduce e chiude la vicenda senza che proprio se ne sentisse la necessità...

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 12/10/09 DAL BENEMERITO UNDYING POI DAVINOTTATO IL GIORNO 24/12/17
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Undying 12/10/09 08:25 - 3807 commenti

I gusti di Undying

Coppia di gemelli (contadini e aristocratici) viene scambiata alla nascita. Durante la Rivoluzione Francese i fratelli si trovano su lati opposti, combattendo l'un contro l'altro. Gene Wilder non è la sola cosa che apparenta questo film a Mel Brooks, perché l'impostazione narrativa (via di mezzo tra storia e fantasia) si mescola con una comicità di stampo surreale e grottesco, connotando il lavoro d'indecifrabile tenore: oscillante, cioè, tra la pura demenza e la genialità. Ha però il pregio di essere, a suo modo, un anticipatore in relazione a qual certo modo d'intendere il grottesco.

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