Devilman story - Film (1967)

L’idea era gustosa: domiciliare lo scienziato pazzo, stile “difenterò patrone di monto!”, in un deserto africano e attorniarlo di scagnozzi tuareg. Con un simile soggetto tra le mani, Jesus Franco avrebbe accelerato, fino a schiantarsi, verso la (sgangherata) sarabanda pop, l'assennato Bianchini, invece, frena. Il risultato è una pellicola piuttosto noiosa, di buon medio gusto. Da segnalare: le lucine colorate che si accendono e spengono su macchine futuristiche di plastica e alluminio e la presenza allucinata di Luciano Pigozzi, il Peter Lorre italiano.

Niente da fare: il divertimento latita su tutta la linea. Le avventure che coinvolgono la bella e l'eroe sono solo un pretesto per muovere i personaggi ora a Roma, ora in un deserto africano, dove ha la sede il "feroce" scienziato pazzo. Pur nella sua breve durata, il filmetto ha bisogno di numerosi "allungamenti del brodo" (scene tirate per lunghissimi minuti, senza che ve ne sia necessità narrativa) per arrivare a una lunghezza canonica. Interpreti che nulla aggiungono allo scarso valore del girato. Regia statica. Generosamente si può dire che qualcosa da salvare ci sia.