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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Siamo ai confini dell'amatoriale, non in un film tradizionalmente inteso; quindi nell'ambito di un prodotto che non ha l'ambizione (né le possibilità) di competere con ciò che di norma si vede nelle sale. E' una semplice storia di corna, di una coppia insoddisfatta che dopo anni di matrimonio si ritrova la sera a casa e si sopporta con fatica. Marcello (De Carmine) lavora come manager in un'azienda il cui campo operativo non è chiaro, Magda (Di Bastiano) lo attende a casa preparando la cena e leggendo Marie Claire a letto sdegnata. Sesso? Quando lui ogni tanto ci prova, lei si prepara senza mostrare alcun interesse ottenendo presto di smontarlo. Marcello non ne può più e quando la nuova, procace...Leggi tutto segretaria (Rogledi) gli sorride provocandolo, si prepara a cedere. Ma quella non ci sta, e anzi quando lui le salta addosso pretende immediate scuse. Una vita a rotoli, senza nemmeno sapere che sua moglie intanto s'è fatta l'amante (donna) e i pomeriggi li passa con lei. A far uscire Marcello da una crisi esistenziale che si protrae nel tempo ci deve pensare il collega “mondano” (Buzzatti): convincerà il manager ad accompagnarlo allo strip club che frequenta con una certa assiduità (siamo a Milano, la città offre ampia scelta nel campo). E qui, dopo le prime ritrosie, Marcello ritroverà infine la voglia di vivere, scoprendo anzi che una delle ragazze che si esibiscono in numeri di lap-dance è la sua segretaria! La moglie, nel frattempo, capisce però che qualcosa non va... Il film, la cui storia non ha ovviamente nulla di nemmeno vagamente originale, si lascia seguire per i dialoghi vivaci e innegabilmente spassosi, nella loro estrema banalità: in bocca a due attori che riescono a mantenersi in bilico tra un neorealismo abbozzato e il costante rischio di caduta nel ridicolo ottengono uno strano effetto, rendendosi sfiziosi al punto giusto per non annoiare. I due protagonisti mostrano una certa attitudine alla recitazione e per il ruolo che si trovano a interpretare a loro modo funzionano. Con qualche momento piccante che non guasta (non certo sufficiente a catalogare il film come erotico) COME TI VORREI porta a riflettere (pur elementarmente) sui pericoli connessi ai rapporti di coppia che si consumano nella monotonia quotidiana, inquadrando botta e risposta che suggeriscono facili immedesimazioni. Poi invece le uscite trasgressive al Pepenero (il night club con salette private) e l'abusatissimo cliché della segretaria sexy fanno rientrare tutto nei binari dell'ampiamente prevedibile (che invece magari il rapporto omosessuale della moglie sembrava poter parzialmente allontanare). Il resto del cast si mostra nettamente più impacciato, ma in fondo anche questo diventa motivo di divertimento. Milano ripresa in scorci notturni finto-artistici, dalle alte finestre della casa della coppia (in Piazza Cinque Giornate) o all'esterno dell'ufficio di lui, fa da anonimo sfondo. Peccato per una seconda parte un po' troppo ripetitiva e un finale patetico, perché tutto sommato nel campo s'è visto di peggio.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 15/01/20 DAL DAVINOTTI
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