Città d'asfalto - Film (2023)

Vita e tragedie di un gruppo di paramedici in una New York notturna e degradata che ricorda le rappresentazioni cinematografiche della città diffuse negli 80s. Tra cadaveri, povertà, tossici e psicosi personali, una ricostruzione probabilmente fin troppo cinica e apocalittica, nella quale sguazza un Penn dalla smorfia perenne; anche l'idea di mettere Tyson come capo dei paramedici è azzardata e la sua parlata inconfondibile non può che muovere al sorriso. Detto questo, il film è intenso, grafico e cupissimo, riuscendo a tenere alta l'attenzione nonostante la durata considerevole.

Giovane paramedico presta servizio notturno in ambulanza in coppia con un collega più scafato in una zona degradata di New York avendo continuamente a che fare con criminali, spacciatori, vittime di violenza domestica, malati di mente... Girato con uno stile nervoso e con la cinepresa attaccata alle costole e ai volti dei personaggi, un film molto duro e pessimista certo interessante ma inficiato da un sospetto di maniera, evidente soprattutto nella recitazione sopra le righe di Penn. Più contenuto e convincente Sheridan, che ben rende lo smarrimento crescente del protagonista.

La contrapposizione tra il veterano stropicciato e il novellino idealista non è certo inedita al cinema e qui funge da filo conduttore per raccontare le vicissitudini lavorative e personali di due paramedici impegnati ad affrontare le più disparate emergenze in una delle aree più degradate di New York. Film quasi senza speranza, forse persino troppo estremo nel rappresentare un ambiente che è un vero e proprio girone infernale, ma girato con nerbo e molto ben interpretato dalla coppia Sheridan/Penn (inoltre c'è anche una Raquel Nave quasi sempre nuda). Durata un filino eccessiva.