Che succede se l'annoiata-abulica-frustrante cricca pre-puberale del lago d'Eden si trasferisce, bagagli-e-punteruoli (per svagarsi di giochetti divertenti) nella villa che al posto del nano da giardino espone il cane di paglia? Succede il solito trantran di nastri adesivi a tappar bocche, violenze fuori (e dentro) campo, sanguinamenti a catinelle, riflessioni sulla gioventù-bruciatissima e citazioni second-handed. Il regista è quello di The cottage, un horroruccio-umoristico che nel 2008 si ritagliò il suo piccolo codazzo di fan. E già allora me ne chiedevo il perchè.
A tratti non è proprio malvagio, ma il problema è che puzza di già visto in ogni sequenza, in ogni passaggio. Del resto, la trama è tanto scarna da essere solo un pretesto per una scontatissima situazione di violenza subita nella propria casa, condita da una spruzzata di rape & revenge. L'unica cosa che si salva è il finale, o meglio, l'inquadratura finale, aperta alle ipotesi più disturbanti.
Il quadretto sarebbe questo: tranquilla abitazione nei sobborghi di Londra, coppia che cena in un clima non propriamente idilliaco, tre ragazzacci che irrompono in casa e tengono sotto scacco i due, minacciando amputazioni e quant'altro. Non c'è spessore sociologico, non ci sono riflessioni sul male, mancano prove attoriali di livello, è assente qualunque tipo di coinvolgimento emozionale, le dinamiche le conosciamo a menadito e di sangue nemmeno un donatore anemico. Sconclusionato, piatto, esile e gratuito: fosse stato realizzato nei '70 avrebbe fatto identica magra figura!
MEMORABILE: Il volto butterato di Jumayn Hunter (il leader della cricca di teppistelli).
Dopo aver visto Funny games o Eden lake ogni incursione sull'argomento è destinata a soffrire di fastidiosi paragoni. Tuttavia questo è un piccolo film che non chiede più di quello che dà, realizzato con ottima direzione degli attori, padronanza dei dialoghi e nessun intento moralistico. Le caratterizzazioni sono azzeccate e i giovanissimi teppisti sembrano proprio autentici: rabbiosi, ingenui e confusi, provocano sensazioni miste di indignazione e compassione. Il cut della scena finale è molto bello.
Freddo, amorfo, a fine visione lascia davvero poco sebbene non gli manchi di certo la professionalità. Sarà che il tutto sembra un boccone rimasticato di altre pellicole tematicamente simili, sarà che i giovani balordi sembrano troppo allocchi da risultare odiosi, sarà che sa dove andare a parare solo in apparenza. Unica scelta inquietante e indovinata, contro ogni pronostico, è quella di rappresentare la violenza fuori campo. Bah.
Paul Andrew Williams HA DIRETTO ANCHE...
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CuriositàBrainiac • 29/11/10 22:16 Call center Davinotti - 1464 interventi
Cherry tree lane è (oltre ad essere, ironicamente of course, il titolo di questo film dove alcuni bulli fanno irruzione in una villetta per massacrare un loro compagno di scuola "chiaccherone", trovandovi in realtà i genitori del suddetto che ovviamente verranno angheriati e seviziati) la strada dove veniva sospinta dal vento nientepopodimeno che...Mary Poppins (?!?).