Come quasi sempre accade per i film di Andy Warhol, l'idea dalla quale nascono conta più della realizzazione finale. In CHELSEA GIRLS l'idea è quella di proiettare diversi episodi di vita quotidiana su due schermi appaiati. La versione giunta a noi deve in pratica dividere lo schermo nella sua lunghezza per farci pervenire qualcosa di simile a quanto voluto da Warhol. In split-screen scorrono quindi in sequenza i vari episodi, alcuni a colori e altri in bianco e nero: sulla parte sinistra FATHER ONDINE AND INGRID, BOYS IN BED, HANOI HANNAH AND GUESTS, MARIE MENCKEN, COLOR LIGHTS ON CAST, NICO CRYING, sulla destra NICO IN KITCHEN, BRIGID HOLDS COURT, HANOI HANNAH, MARIO SINGS TWO SONGS, ERIC SAYS ALL,...Leggi tutto POPE ONDINE. Sono episodi in gran parte muti, anche per impedire la sovrapposizione del parlato: se l'episodio di sinistra è parlato, quello che viene mostrato in contemporanea sulla destra deve necessariamente essere muto per non creare una sovrapposizione tra le voci e quindi ulteriore caos. Se c'era un film da doppiare in italiano era questo: seguire due episodi diversi e nel contempo i sottotitoli è impresa assai ardua! Sono dialoghi e monologhi di vita quotidiana ambientati nelle camere del Chelsea Hotel di New York (da cui il titolo). Dominati da temi come la droga, l'omosessualità, l’isteria, la megalomania. Gli episodi non finiscono in sincrono e in un caso capita che il medesimo episodio “acquisti” l'audio quando quello di fianco - parlato - lascia lo spazio a un episodio muto. Esperimento interessante, ma tre ore e un quarto di sproloqui a ruota libera mettono a dura prova chiunque....
Scene varie tra sesso droga sballo e delirio, girate in camere del Chelsea Hotel con i protagonisti della Factory di Warhol, e proiettate in split screen. Sperimentazione interessante ma estenuante (oltre 3 ore di brutte immagini e discorsi a vanvera), valida più per le intenzioni che per l'effettiva realizzazione. Da evidenziare la sceneggiatura a quadretti teatrali di dialoghi iperrealisti che poi Morrissey (qui co-regista occulto) svilupperà più efficacemente nei suoi primi film. Intrigante il monologo di Eric Emerson sul sudore e il corpo.
A differenza di altri film e corti sperimentali del regista, questo, nonostante le "chiacchiere" (mi riferisco ai discorsi apparentemente inutili), che lo spettatore dovrà sorbirsi, se deciderà di visionare l'opera, trasuda arte. Alcune frasi sono di forte impatto (neanche Madonna nel suo libro "Sex" era arrivata a tanto) e potranno anche dar fastidio a qualcuno, ma la messa in scena, ripeto, è artistica. Nulla a che vedere coi corti ad immagine fissa, tipo Empire.
Chelsea Girls non va interpretato come un normale film, ma come un'opera d'arte: può essere guardata per tre ore, ma anche solo per 5 minuti, quanto basta per intuire la modalità della messa in scena, i discorsi e le immagini che la formano. Eccessivamente prolisso nella durata, dialoghi allucinanti in classico stile pop-art (forse la cosa più interessante di tutto il film). Praticamente indigeribile.
Imperdibile per gli amanti di Warhol artista. The Chelsea Girl è un documentario (più che un film) che riprende i tanti pittoreschi personaggi che gravitavano alla Factory intenti a farsi i fatti propri: chi si fa, chi si fa fare, chi proprio non fa. In doppia sequenza sullo schermo. Da Nico a Malanga, dalla Sedgwick a Emerson, all'interno del mitico Chelsea Hotel.
Paul Morrissey HA DIRETTO ANCHE...
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C'era in origine una terza parte, ma la colonna era talmente confusa che non è stata mai mostrata.
Fonte : dichiarazione di Neal Weaver.
Dichiarazione di Paul Morrison:
"I nostri film non finiscono veramente.C'è solo una specie di stop".
La prima bobina fu estrapolata dal film e assemblata con l'aggiunta di altro girato in un cortometraggio dal titolo AFTERNOON realizzato l'anno precedente (1965).
Fonte:Il cinema di A.Warhol di Apra'-Ungari.
Il film venne girato per poter essere proiettato su doppio schermo o su uno schermo diviso a metà e così fu:
la prima parte del film è mostrata sulla destra, mentre il secondo tempo venne contemporaneamente proiettato a sinistra. Lo spettatore può cosi scegliere cosa vedere e in ogni modo le due parti appartengono ad un unico film. La storia si basa sulla vera storia dell'attrice hollywoodiana Lupe Velez, il cui suicidio, secondo il progetto della donna, avrebbe dovuto essere memorabile.