Bastard serial killer, kill! kill! - Corto (2011)

Una ventina di minuti abbondanti di delirio visivo per un corto di quelli tosti, capace di pescare nel torbido e nell'efferato. Si rimpolpa l'assunto torture-gorno con afflati di psicopatologie degne della più famosa famiglia del Texas (chainsaw massacre). Si pesta duro e si riesce anche a imbastire una storia compiuta, fatto raro per il genere. La fotografia, pur essendo molto scura, abbacina di suo e il risultato è godibile, soprattutto per i palati meno fini. Pollice recto.

Come i pifferi di montagna, i rapinatori vanno riprendere il gruzzolo nascosto e diventano vittime di un serial killer antropofago. Corto che non lesina su tensione thriller ed esplosioni horror, con buon condimento cruento. Qua e là qualche sbavatura logica (il figlio che sembra più vecchio del padre), ma sembra voluta: infatti il registro pare essere quello dell’ironia che sfocia nella parodia, ancorché rattenute e sottili (nell’esagerazione di alcuni passaggi), che strizzano l’occhio, ridendo sotto i baffi, agli appassionati del genere.

Nulla di che. Al netto di una buona fotografia, il corto è un omaggio pulp alla famiglia disfunzionale. Prova a buttar nel calderone tutte le perversioni (incesto, parricidio, cannibalismo) ma ha francamente stufato, la storia dei rapinatori che devono recuperare il bottino e si imbattono in gente più cattiva di loro. Personaggi inverosimili (il bruto istruito, il figlio selvaggio con capello cotonato e coetaneo del padre, la sorella innamorata del bandito). Forse anche rape & revenge: sinceramente non si capisce se gli infermieri abbiano abusato sessualmente del rapinatore.