Amore mio - Film (1964)

Ultimo film di Matarazzo (regista ancora poco riscoperto) che dirige con mano sicura un film drammatico un po' tanto esagerato (più che ingenuo); all'epoca non andò bene anche perchè il pubblico oramai aveva altri gusti. Ottima la direzione degli attori, la Brown sedicenne è bravissima (peccato abbia smesso presto di fare cinema), sempre notevole la Perego anche in ruoli non di primissimo piano come in questo caso.

La giovane aspirante suicida è pervasa da buoni sentimenti, al punto di rinunciare alla felicità finalmente conosciuta. Lui dal suo canto si mette in gioco fino a lasciare moglie e figlia adorabile.  Sentimentale crepuscolare uscito in tempi di boom economico in cui si cominciava ad apprezzare più la bella vita che i sani principi morali. Gli attori fanno quello che possono  La Lualdi è la più credibile  ma dopo mezz'ora si capisce che il finale non potrà che essere scontato. La piccola è struggente, nella sua dolcezza.

Già dal titolo s’intuisce la povertà complessiva del progetto: lui litiga con la moglie, salva la vita a un’aspirante suicida con cui decide di rifarsi una vita. Un racconto che pare uscito da un romanzetto rosa, con introspezioni psicologiche e approfondimenti d’altro tipo pari a zero. Attori ingiustamente doppiati e un finale che più “cattolico” non poteva essere sono il loro degno coronamento. Benedetta Nouvelle Vague!

Raffaello Matarazzo si congeda dal cinema con questo piccolo melodramma che non è all'altezza della sua carriera precedente (in particolare i film con Nazzari e Sanson) ma che ha comunque molti motivi di interesse, primo tra tutti lo sguardo sul mondo femminile vittima dei maschi che è una costante della sua filmografia. Gli attori funzioinano molto bene, soprattutto Eleonora Brown.