Jean e Farid si amano appassionatamente, ma qualcosa li divide. Le loro emozioni sono messe alla prova da una sorta di incomunicabilità dovuta a culture diverse. Ottimo esordio di Collard, maestro nell'uso della macchina da presa, che riesce a trasmettere con il suo tocco poetico quelle emozioni in grado di sfiorare le corde dell'anima, sondando i sentimenti più intimi, in un contesto di "degrado", di una storia ai limiti. Intenso ingranaggio di dolore e sentimento. Notevole.
MEMORABILE: La ripresa dall'alto in movimento del gruppo di ragazzi in fuga.
Un ragazzo di origine algerina, l’amore gay con un giovane francese, un piccolo e stupido guaio giudiziario e tutto precipita. Storia ruvida di uno sradicamento sociale e di una distanza culturale, mai dichiarati ma palpabili negli incomprensibili gesti del protagonista, esposti con una narrazione cruda in una fotografia densa. Quasi una presa diretta su una realtà vivida e cronachistica, che lo sguardo apparentemente freddo del regista osserva, come in un’opera di Koltès, con adesione poetica. Graffiante.
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