Tutti gli episodi di Derrick commentati! - Stagione 14

26 Ottobre 2009

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1987 (STAGIONE 14):


148. UNA RAGAZZA IN PERICOLO
(Mädchen in Angst)
** La ragazza è in pericolo già nelle prime scene: un tizio le dà addosso ma non s'avvede che lì nei pressi c'è quel galantuomo di Harry, il quale si avvicina e la salva dopo aver tirato un bel pugnone all'uomo. Lei non è uno stinco di santo (prostituzione, droga, le solite cose...) ma Harry prova tenerezza e l'aiuta: la porta anche nel suo lussuoso superattico (che coerentemente è quello che rivedremo in "Una morte prevista" e ci fa riflettere sui guadagni di questi funzionari bavaresi), la segue per capire chi frequenti finché (ahiahiahi) si ritrova in una fabbrica abbandonata prima picchiato a sangue e poi - fesso - in piedi davanti a un cadavere che sembra proprio aver accoppato lui! Derrick non crede possibile che proprio Harry possa essere un omicida, ma gli fa le domande di prassi facendo irritare l'amico. Sembra un episodio pimpante e originale, con Harry superstar (nella prima parte si vede praticamente solo lui), in realtà è condotto senza un briciolo di ritmo e ben presto si affloscia nonostante gli spunti inediti. Non basta cacciare Harry in ogni sorta di casino per confezionare un bel giallo, e infatti le figure che gravitano attorno all'omicidio (il padre di lei, l'amico della vittima...) sono davvero insignificanti. Così, a parte il divertimento di vedere Derrick che indaga sul collega (lo interroga, lo perquisisce) c'è poco da star allegri. Finale con confessione libera-tutti e flashback ripetuti quanto noiosi. (Zender)
 
**! Il protagonista dell'episodio è Harry, che per aiutare una ragazza si infila in un bel pasticcio... La sceneggiatura funziona, soprattutto nella prima parte, mostrandoci un Harry molto umano e insolitamente "sentimentale" e sviluppando una vicenda misteriosa e intrigante. Meno buona la seconda parte, e stranamente è Derrick qui ad essere meno convincente del solito: la situazione delicata del collega e amico non lo scompone più di tanto, sembra affrontare il caso con eccessiva leggerezza e un'ironia un po' stonata. Complessivamente, un episodio gradevole ma poco incisivo; peccato, considerando le buone premesse. (Kozincev)

**! Guarda in che guai ci si va a ficcare per la propria cavalleria. Il povero Harry, grande protagonista della puntata, interessandosi alla ragazza del titolo si ritrova accusato dell'omicidio del suo lenone. Insomma, un modo alternativo per approcciare le solite tematiche. L'episodio però parte bene e le varie peripezie del nostro risultano interessanti. Peccato però che il suo collega e superiore non paia troppo turbato dalla situazione, anzi risultando piuttosto sciatto e fiscale. A ciò si aggiunga il ritmo non serratissimo della seconda parte e dei personaggi non ben focalizzati per lasciare un senso di incompiutezza. Si salva parzialmente il finale a sorpresa. (Gordon) 
 

149. LA DONNA DI AMSTERDAM (Die Dame aus Amsterdam)
*! Un vecchio amico chiama Derrick da una cabina: mi inseguono, vogliono.... RAT TAT TAT TAT TAT! Chiaro che l'han fatto secco, ma Derrick ci pensa e Harry (che sfoggia per l'intera puntata un'agghiacciante giacca a scacconi) gli suggerisce che forse è successo qualcosa. Nessuno si muove comunque per un po', finché la polizia giunta lì dà la ferale notizia e Derrick il quale, dal momento che qui non ha veramente voglia di far nulla, manderà Harry dalla vedova ad avvertirla (lui che era l'amico no eh?). Poco dopo lo spedirà pure a Francoforte da solo a indagare su un anziano chimico con amante che vediamo per tutta la puntata in intimità con un mignottone d'alto bordo. Si scoprirà che il morto, un investigatore privato, lo stava pedinando per riferire alla moglie. Dietro a ciò una poco originale storia di spionaggio che conferma la scarsa caratura dell'episodio (nonostante il colpo di scena finale). Cast svogliato, sceneggiatura scadente, indagine che langue. Un brutto Derrick (e dire che Harry nel finale spara!). (Zender)

***Pedinamenti, tradimenti, inseguimenti, omicidi e tanto ritmo in quest'avventura che vede Derrick, Klein e Berger alle prese con assassini spietati, pronti a tutto pur di mettere le mani su del materiale chimico potenzialmente pericoloso. La donna di Amsterdam è un'affascinante escort d'alto bordo che con poche parole e tante carezze e sguardi languidi ammalia un anziano scienziato di Francoforte, dove Stephan spedirà Harry per tentare di risolvere l'intricata vicenda nella quale si è ritrovato un po' per caso. Finale molto movimentato, con colpo di scena teatrale. (Eresiarca) 


150. UNA TELEFONATA NELLA NOTTE (Anruf in der Nacht)
** Un pastore luterano confessa in ospedale un uomo vittima di un incidente stradale, che un secondo dopo muore bisbigliando qualcosa sul fratello. Il pastore torna a casa, fa una telefonata misteriosa, parte per il fiume e lo fanno secco. Intrighi mica male per una puntata che avrebbe dalla sua un soggetto sfizioso e molto studiato nei suoi intrecci. Per quanto lenta e soporifera come sempre, la regia sa creare attesa e i morti ammazzati si moltiplicano a sorpresa. C'è da capire cosa stia succedendo. Lo si scoprirà, ovviamente, ma tanto per cambiare il finale è ridicolo e al limite del surreale. Ci si chiede quanti degli arrestati da Derrick passerebbero più di una notte in prigione per venire scarcerati l'indomani causa insufficienza di prove. O c'è qualcuno che confessa (capita nel 90% dei casi) o il nostro abbozza teorie millantando prove inconsistenti  che anche il più scalcinato degli avvocati gli distruggerebbe in un paio di minuti. Comico. Sarà un caso che il finale richiami qui quello di Fantozzi contro tutti? In un grande salone sta seduto proprio lui, il megadirettore Visconte Cobram (Paul Muller): venga avanti Derrick... su... venga qui... Non abbia paura... (Zender)

** Episodio lento e piuttosto fiacco, tuttavia si avvale di due attori cult: l’attore (Thomas Fritsch) che una decina di anni prima fu protagonista di un altro episodio che considero grandioso ("Il nostro amico Rohn”),  e il "megadirettore galattico Visconte Cobram" (Paul Muller) di Fantozzi contro tutti (1980), qui nei panni di un losco uomo avvezzo ai crimini. Queste particolarità parzialmente trash mi fan chiudere gli occhi su una sceneggiatura che zoppica nonché su di un’indagine decisamente sottotono e priva di mordente. (Markus)


151. PURA FOLLIA (Absoluter Wahnsinn)
** Una donna chiama al telefono il fratello: assediata in casa da un novello Jack Torrance (anche se noi non lo vediamo) che vuole chiaramente ucciderla, ci lascia effettivamente le penne. Il fratello accusa subito il marito, che avrebbe mille e un movente e si fa pure una collega, ma lui ovviamente nega. Derrick pensa pure lui che il colpevole sia il marito, ma non avendo prove e anzi potendo contare l'uomo su un alibi di ferro, viene ripetutamente preso a pesci in faccia. Da lui e dall'amante/alibi, una disegnatrice di moda che è un peperino... Tira rispostacce all'ispettore, esordisce in centrale con un "Ma che ufficio di merda!" eppure seduce quel fesso di Berger, chiamato per offrire alla donna una sigaretta (gran fumatore Berger, a quanto pare): maldestro e stolidamente rapito dalla donna, il numero tre della omicidi si ritaglierà un siparietto da puro avanspettacolo... Chi conosce la serie non faticherà ad arrivare alla soluzione (non una novità), ma la puntata è comunque piuttosto gustosa, a tratti. Più per il rapporto tesissimo tra Derrick e la coppia di principali sopspetti che per le indagini, sia chiaro. Il lato ironico dell'ispettore e del suo aiutante sono qui bene in evidenza. (Zender)

** Episodio in bilico tra l'accettabile e il dimenticabile. La vittima è una moglie, l'assassino è presumibilmente suo marito (figura sicura di sé, sbruffona, con limatura di ferro nel cervello), il cui alibi è nelle mani dell'amante (una stilista su di giri, con qualche pigna nel cervello; Berger ci proverà con lei... Scena da antologia). Derrick scava ma non trova, l'alibi non lo convince ma non riesce a smontarlo. Poi appare un reo confesso, e la vicenda prenderà una piega patetica; Derrick beve vino bianco con costui e la di lui moglie: nel giro di poco gli eventi precipitano e la soluzione del caso sarà evidente - tanto quanto correva su binari di prevedibilità. (Faggi)

**! Un episodio tutto sommato discreto, in cui Derrick stesso appare più volte confuso dall'intreccio della vicenda. Se infatti è evidente la colpevolezza dello spregevole marito della vittima, la sua amante prima e un finto reo confesso dopo complicano i piani dell'ispettore e del suo fido Harry, come al solito propenso ad abboccare alla trappola dell'omicida. Il ritmo non è, a dire il vero, molto incalzante, ma il modo in cui si dipanerà la questione desta attenzione. Mezzo voto in più per la scenetta da antologia di Berger intento a sedurre, senza particolare successo, l'amante dell'assassino. (Gordon)

**! Ci sono certamente dei momenti godibili in questo episodio che, tuttavia, non convince fino in fondo. Forse perché si parte con il piede sbagliato: una donna il cui assassino sta per sfondare la porta che, invece della polizia, chiama il fratello per chiedere aiuto e aspetta anche in linea che questo parcheggi la macchina... Tolto l'incipit, il resto procede abbastanza bene: i comprimari sono validi e fanno la loro parte e anche il colpo di scena che mette in crisi l'ispettore, anche se immediatamente comprensibile, alla fine contribuisce allo sviluppo di caratteri e dialoghi. Un po' patetico il tentativo di Berger di sedurre, in ufficio, con una sigaretta e un sorriso ebete, una sveglia tipetta in attesa di essere interrogata. (Eresiarca) 

*** Episodio sicuramente godibile e appassionante sia per la presenza di scene gustose e spiritose (su tutte quelle che coinvolgono l'amante un po' naif del protagonista negativo dell'episodio) che per la presenza nella trama di una storia particolarmente commovente (quella riguardante i dolcissimi coniugi Mertens ottimamente interpretati da due eccellenti attori, Horst Bollmann e Eva Kotthaus). Il piatto forte della puntata rimangono comunque l'analisi e la descrizione psicologica dei vari personaggi, tutti molto ben interpretati. Fa naturalmente piacere il lieto fine con l'arresto del colpevole, che con Derrick è quasi sempre assicurato! (Contemax19) 
 

152. IL MORTO SULLA PANCHINA DEL PARCO
 (Der Tote auf der Parkbank)
*! Lo trovano già in apertura: seduto sulla panchina, stecchito. "Non l'hanno ammazzato qui, è stato trasportato" sentenzia subito Harry. Chi avrà mai ucciso questo abile imprenditore che, si scopre, non aveva praticamente intorno amici ma solo nemici? Diciamolo, era il classico sparasentenze di successo pieno di sè odiato da tutti: dalla moglie (che naturalmente tradiva), dai sottoposti, dagli amici delle amanti... Derrick (in montone oversize) e Harry (in impermeabile verde a sacco, due pessimi modelli) cominciano a interrogare un po' tutti facendosi un quadro chiaro della vittima, ma le indagini faticano a ingranare e i ritmi sono come sempre blandi. Spuntano personaggi anche bizzarri (l'amico della modella, fanatico della corsa e amante della spiritualità in contrapposizione al materialismo della vittima), ma che non convincono e contribuiscono a dare all'episodio un'artificiosità che sta all'opposto del credibile (come si vede anche nella soluzione finale, risibile per come il colpevole non si cura minimamente di occultare le prove più elementari). Sceneggiatura modesta, attori pure nonostante l'insistito dibattito pseudofilosofico sul contrasto tra materialismo e spiritualità... Puntata routinaria e dimenticabile. (Zender)


153. LA NOTTE DEI GIAGUARI  (Die Nacht des Jaguar)
*! Una gran bella ragazza vien trovata morta in strada, e dopo cinque minuti Derrick è già dal marito di lei a investigare. Ma questi si rivela essere il tipico stoccafisso derrickiano, succube di una moglie ninfomane la quale se ne usciva ogni sera con uno diverso lasciandolo a marcire tra le sue statuette azteche (il titolo fa riferimento a quel popolo). Niente di strano, visto che il padre di lui è a sua volta totalmente succube di una moglie al contrario ultrabacchettona che decide per tutti. La situazione di continui balbettamenti dà vita a dialoghi estenuanti che una colonna sonora micidiale rende altamente soporiferi in un mix ai confini del misticismo. Lo sviluppo dell'episodio (per quanto banale) non sarebbe nemmeno così malvagio, ma l'ostinazione nel non fornirlo di una regia anche solo vagamente viva lo affossa ben presto, conducendoci a fatica verso un finale prevedibile e tutto sommato squallido (oltre che poco credibile). Una puntata che scivola via nell'anonimato più totale. (Zender)
 
*** Episodio molto intellettuale, un po' misticheggiante, forse troppo ambizioso nella scrittura, ma con un suo fascino particolare e insolito (a partire dal titolo, il cui significato sarà chiarito solo nella seconda parte dell'episodio) e con un Derrick in forma, dal piglio risoluto e meno affabile del consueto. La sgradevolezza e l'ambiguità dei personaggi principali rendono non semplice l'individuazione del colpevole. Sottovalutato. (Kozincev)

**! Un titolo affascinante per una vicenda piuttosto comune in Derrick: la morte di una bellissima ragazza, attorno alla quale ruota una famiglia - quella del marito di lei - capeggiata da una suocera fredda, bigotta e ben felice della morte della giovane, della quale non sopportava lo stile di vita libertino. Derrick concentra l'indagine sulla famiglia, mentre Harry va in cerca di amici della vittima. Una di loro - un'altra bella bionda, che sembra saperla lunga - non perde occasione per trattarlo da scemo del villaggio, insinuando che non capisca nulla della situazione; tuttavia Harry conserva un cavalleresco aplomb e continua la sua indagine. Ad ogni modo, per conoscere l'assassino bisogna arrivare al finale, non prima di aver preso atto dell'impressionante collezione di antichità pre-colombiane attorno a cui ruota la triste vita del vedovo. (Eresiarca)
 
154. UNA VIA VERSO LA LIBERTA'  (Ein Weg in die Freiheit)
** Si comincia con l'ispettore che sbatte con la sua Bmw e deve cambiare la gomma: lo scemo del villaggio lo osserva e ride. Ci si resta un po' così, ma un secondo dopo fiocca già il morto, brutalmente. E' il procuratore di un imprenditore, che pare essere stato ucciso al posto di quest'ultimo, per errore. Tanto che all'imprenditore sparano di nuovo, poco dopo. Un uomo con molti nemici, ma Derrick si fissa subito con un gruppo musicale fresco di licenziamento (dei simpaticoni...). Poi si andrà a conoscere la sorella della vittima, la moglie dell'imprenditore e si avrà un quadro un po' più completo (insospettabili intrighi amorosi compresi), ma intanto ci si è già stancati: personaggi insulsi, regia priva di ritmo, una fiacchezza complessiva che non invoglia proprio. Si arriverà al finale tra confessioni e flashback e senza fantasia alcuna. Il soggetto non è proprio sbagliato, comunque, e un minimo di interesse l'episodio lo suscita. (Zender)

**! Si parte subito in medias res, con l'omicidio di cui però si parlerà poco nella puntata. A dominare sono infatti i depistaggi, che spingono Derrick a lanciarsi in un'indagine molto più approfondita della norma, mentre Harry salta subito alle conclusioni. Fin qui tutto bene, se non fosse per un ritmo blando e delle interpretazioni che rovinano un po' il tutto. Immancabile la confessione finale, che perlomeno risulta inaspettata. (Gordon) 

** Più che per l'intreccio - chi ha sparato a un tizio nel suo ufficio? -  l'episodio risulta interessante, solo a tratti, per alcune scene o ambientazioni particolari: si parte con un Derrick in cappotto di montone costretto a cambiare una gomma dopo aver quasi investito un ubriaco che lo prende pure in giro; più avanti lo stesso Stephan ordina al solerte Berger un improbabile appostamento sotto casa della vittima dove lui stesso si trova ad indagare; la storia ci porta poi in un locale underground in tutti i sensi, con tanto di segnalazioni della metropolitana. Per il resto poco altro, tolti un colpo di scena finale quantomeno non così scontato e un motivo musicale invece pesantissimo, riproposto senza pietà dall'inizio alla fine della puntata. (Eresiarca).

**! Sigla iniziale e Bang! Morto stecchito in ufficio, mentre Derrick viene sbeffeggiato da un ubriaco che gli ha appena fatto forare una gomma. Un inizio insolito per un episodio particolare, con tanti personaggi e relazioni insospettabili tra di essi. Interessanti i personaggi del gruppo musicale; siamo in pieni anni '80 e per tutto l'episodio il tema musica ce lo ricorda, con il timbro di pianoforte elettrico Yamaha DX7 che la fa da padrone. Alcune ambientazioni particolari (la cantina adibita a sala prove, il locale sotterraneo) per un episodio che si conclude, more solito, con la confessione liberatoria, non prima comunque di un'indagine quantomeno tenace da parte di Derrick e Klein. (Robykeys82) 


155. IL CASO GOOS  (Mordfall Goos)
*** Il riccone s'è sposato la circense, e la famiglia di lui non è esattamente entusiasta della cosa. Mentre cavalca, qualcuno spara alla donna ferendola. Il marito preoccupatissimo va in polizia a chiedere aiuto, ma Harry e Derrick lo snobbano rifilandolo al sostituto di Berger, un giovincello che tanto aquila non è (già il titolare...). Tanto è vero che al secondo tentativo la donna viene ammazzata e comincian le indagini serie, con Derrick interrotto mentre guarda in divano una partita del Bayern (Hrubesh, Magath...) e che non si sente in colpa nemmeno un po' per aver sottovalutato il caso. Caso che è poi parecchio intricato, con un bel colpo di scena finale e personaggi ben caratterizzati (l'anziano patriarca in primis). S'indaga un po' nella famiglia di lui e un po' nel circo dove lavorava lei, dove si scopre un giovane pretendente della vittima. C'è di mezzo persino l'acquisto di un rivoluzionario ottovolante... Pur senza stupire in nulla, un episodio ben strutturato e scritto con intelligenza, dove le tessere del mosaico poco a poco andranno a comporsi ordinatamente. Si segue l'indagine con interesse, ed è quindi già qualcosa. Piacevole, recitato con convinzione e persino divertente a tratti (Harry che in ufficio nemmeno ascolta il povero Derrick che gli riassume il caso...). (Zender)

***! Una puntata vivace e ben condotta, nonostante la trama non sia poi così originale e non si segnalino dettagli particolari. Nel complesso infatti la vicenda è coinvolgente e la sceneggiatura tratteggia con destrezza i vari personaggi, tra cui spicca il vecchio patriarca. Derrick e Harry ci regalano anche alcune scenette divertenti, salvo poi giungere a un finale tragico ma un po' moraleggiante, secondo lo stile dell'ispettore. (Gordon) 

*** Iniziamo bene! Tentato omicidio e il caso viene affidato al sostituto di Berger, interpretato dal biondino Philip Moog (indimenticabile vegetale derrickiano in "A cena con Bruno"). Si prosegue col delitto vero e proprio e tutta una serie di personaggi uno più sgradevole dell'altro (il vecchio patriarca imbolsito, il fratello odioso, l'ex moglie fintamente comprensiva, il tiratore esperto...). Derrick e Harry indagano da par loro e alla fine troveranno il bandolo della matassa, in una puntata tutto sommato piacevole e ben costruita. A distanza di anni, nel cast anche l'attrice già vista in "Un ragazzo di nome Michael", nel ruolo della vicina artista. (Robykeys82)


156. PATTUGLIA NOTTURNA
(Nachtstreife)
**! Ronda serale (ore 22 circa): un poliziotto col suo aiutante novellino appena uscito dalla scuola di formazione si aggirano tra le mignotte. Il poliziotto molla per un attimo il giovane e questi tenta maldestramente di fermare due tizi che aveva il compito di tenere sotto controllo: riceve una pallottola in pancia e stramazza. Il collega va fuori di testa: si sente responsabile della morte del ragazzo, straparla, tormenta l'amico Derrick di notte (lo sveglia mentre è a letto in pigiamino) e di giorno... 
Poi improvvisamente dice di aver visto quella sera in faccia uno dei due killer e riconosciutolo in una foto segnaletica esige che lo si metta dentro! Sarà vero, visto che la testimonianza non pare delle più attendibili? Episodio molto vivace, col protagonista che si agita tutto il tempo, cambia idea, ritratta, mette in crisi la sua famiglia che non capisce cos'abbia... Ma anche in centrale c'è da ridere: Harry come prima azione convoca lì tutte le decine di prostitute presenti sul luogo del delitto per interrogarle e di fatto trasforma la centrale in un vero e proprio casino (Derrick gli fa notare che forse non era il caso), Berger si mette a giocare colla figlia del sospetto zompettando a quattro zampe per l'ufficio e gridando, il presunto colpevole esce di prigione e festeggia da demente con padre e fratello brindando a champagne, saltellando e scattando foto... Una gabbia di matti, alla quale lo stesso ispettore si aggiunge facendo volare in aria la bambina ospite in centrale. Eppure c'è poco da scherzare, perché qui si spara e il dubbio che i sospetti siano davvero colpevoli esiste. Buoni ritmi e puntata singolare, che si chiude grottescamente coi nostri a passarsi un'automobilina a carica della polizia sul tavolo di un bar. (Zender)


157. L'ULTIMA VOLTA DI KOLDAU (Koldaus letzte Reise)
**! Koldau s'è fatto 20 anni di prigione ma è appena uscito per buona condotta. Appena fuori va alla ricerca di una sua vecchia fiamma, un'entreneuse nel frattempo sposatasi con un mezzo scemo che gira tutto il giorno per casa in ciabatte e canottiera. Ritrovatala, e infischiandosene del marito di lei che tanto per cambiare parla a vanvera, decide di riprendersela (ma lei ci sta) e di rinunciare al suo lavoro (una bella posizione di sicario, a quanto pare). Va per comunicare a chi gli aveva appena commissionato un delitto i suoi nuovi propositi e naturalmente ci resta secco, con l'ormai anziana entreneuse che ci resta di sasso e deve tornarsene dal marito in ciabatte. Lei vuole una cosa sola: trovare "l'assassino dell'assassino" (come lo definirà argutamente Harry, che scopre presto l'ex mestiere di Koldau) e per farlo non esita a esporsi sui giornali, con Derrick che predica invano un minimo di attenzione. Un episodio più action del previsto, con tanto di sparatoria finale. Funziona il rapporto con l'audace donnone, anche se certo a livello d'indagine ci si limita a una sterile caccia all'uomo. Belli i battibecchi di lei col marito, trattato come una pezza da piedi di rara inutilità, un po' stiracchiata la prima parte con eccessivo spazio lasciato a Koldau e alla sua "ultima volta". Non molto credibile il finale, ma l'episodio sa farsi apprezzare per una certa originalità, per il vigore della protagonista e per la consueta attenzione ai dialoghi. (Zender) 


158. SOLO GUAI CON L'UOMO DI ROMA (Nur Ärger mit dem Mann aus Rom)
*! L'uomo di Roma è un porcellone, questa è la prima cosa che capiamo (e che lo fregherà, ahilui): arriva in areroporto e aprendogli la valigia gli trovano una sporta di riviste porno. Però è anche uno specialista in furti nonché un ricercato dalla polizia di Monaco. Quando infatti Harry e Derrick sono al ristorante (la cena si conclude con un cappuccino!) per far dimenticare a Harry che è stato appena mollato dalla ragazza (ma allora ce l'aveva!), i due riconoscono in lui un killer che era scomparso nel nulla due anni prima. Lo seguiranno e lo sbatteranno in carcere, ma chi lo ha richiamato da Roma per un furto industriale lo farà evadere con la complicità di un secondino cui hanno sequestrato la bella moglie! Il colpo può essere rimesso in carreggiata... Un episodio d'azione ma deludente: tra estenuanti pedinamenti, ricatti, evasioni e quant'altro la storia si sviluppa come in un telefilm americano poco riuscito. Colpisce in positivo solo il carattere maialone del killer, che si guarda a ripetizione la vhs del sequestro della ragazza moviolando avanti e indietro per vedersi le tette della giovane con la maglietta strappata... (Zender)

** La trama è senza dubbio originale, dato che l'omicidio arriva solo a corredo di una caccia all'uomo iniziata per caso e proseguita tra alberghi, strade, ospedali e stazioni della metropolitana. Inoltre l'antagonista è ben delineato, soprattutto nei suoi tratti più laidi e maniacali. Eppure l'episodio scorre a tratti e, in fin dei conti, non decolla mai. Qualche chicca, comunque, ce la regala, come un Harry moscio per essere stato lasciato dalla fidanzata (che non si vede) e un 'crucchissimo' cappuccino a fine cena. Nota di merito alla bionda bellezza che, di tanto in tanto, ravviva l'interesse. (Eresiarca)
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