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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Rispetto agli standard del NATIONAL LAMPOON'S, questo DAD'S WEEK OFF dimostra gravi carenze nella goliardia demenziale, da sempre punto di forza della casa. E' piuttosto una commedia che pare uscita dagli Anni Ottanta in cui si tenta di vivacizzare la storia con scenari che cambiano velocemente e qualche battuta affidata all'ex Fonzie Henry Winkler, qui in una delle sue rarissime sortite da protagonista. E' lui Jack Potter, il padre di famiglia lasciato a casa dalla moglie e le due figlie in partenza per una settimana di campeggio. E' svenuto in ufficio nel salire le scale dopo l'ennesima vendita fallita del piccolo computer di cui è rappresentante...Leggi tutto e per riprendersi è bene si tenga a riposo. Così eccolo da solo nel suo appartamento a battere le mani per accendere e spegnere le luci e la tv, a leggere il giornale, a mangiare popcorn e cambiare canale... a fare insomma tutto ciò a cui l'uomo finalmente solo ama dedicarsi. Fino a quando non suona alla porta l'inseparabile collega (Jeni), in cerca di ospitalità dopo esser stato cacciato dalla moglie. Il tipo è irrequieto, trascina Jack in discoteca permettendo che questi finisca a letto con una squinzia lì conosciuta (D'Abo) che il giorno dopo dimostra da subito fastidiosa invadenza. Gli si attaccherà come una cozza, insomma (anche se cozza, con quel fisico, non è proprio il paragone più corretto), infilandolo in una serie di avventure rocambolesche che metteranno - come da copione già stravisto - l'uomo comune a confronto con circostanze fuori dall'ordinario tra feste, arresti plurimi, minacce a mano armata da parte dell'ex di lei e quant'altro. La sceneggiatura di Neal Israel (anche regista) non prevede nulla di particolarmente divertente, a dire il vero, a dispetto di un'impostazione che invece vorrebbe essere travolgente, accompagnata da una colonna sonora molto presente con pezzi rock anch'essi di stampo ottantiano. La D'Abo però non riesce mai a rendersi simpatica né Winkler a fingere la giusta sorpresa quando il copione lo richiederebbe. Lui è sempre stato il simbolo dell'imperturbabilità, in HAPPY DAYS, e si nota come a quello appunto tenda per natura (molto meglio infatti era stato utilizzato da Carl Reiner, regista di rango, nel curioso UN TIPO STRAORDINARIO). In parte penalizzato da un doppiaggio debole ma in ogni caso poco indicato per una commedia che vorrebbe essere scatenata, Winkler si fa trascinare da una situazione bislacca all'altra piuttosto passivamente, facendo quasi da spalla alla più vivace partner (moglie e figlie ricompariranno solo per l'epilogo). Lei e l'amico rappresentano la trasgressione, la follia, l'improvvisazione, lui la vittima che le accompagna subendone l'intraprendenza. La matrice televisiva non è troppo scoperta ma la cosa non basta a superare gli ostacoli di un film che procede per inerzia arrivando presto a stancare e a cui manca non solo il ritmo giusto quanto soprattutto un minimo di varietà nelle gag. Fa eccezione un finale (con falso matrimonio) innervato da una sorta di gioco della verità di gruppo che recupera un po' in brillantezza, ma è davvero poca cosa.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 7/02/18 DAL BENEMERITO DAIDAE POI DAVINOTTATO IL GIORNO 10/12/19
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Daidae 7/02/18 21:22 - 3163 commenti

I gusti di Daidae

Passabile e frizzante commedia americana. Buono il cast, specie i due personaggi principali: Olivia d'Abo e Henry Winkler, l'indimenticabile Fonzie di Happy days. Colonna sonora curata, ben diretto nonostante sia un film per la TV, ha pochi limiti; le ambientazioni sono varie e ben scelte e risulta più attento nella realizzazione di tante commedie americane. Insomma, anche se è un film per la TV, direi che supera diverse pellicole del suo genere. Da riscoprire.
MEMORABILE: Il portatile che distrugge gli hard disk; La scena alla centrale di polizia; Il momento della verità.

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  • Homevideo Daidae • 7/02/18 21:24
    Compilatore d’emergenza - 1297 interventi
    È uscito in VHS italiana per CIC Home Video