Buiomega71 presenta: La lunga estate del brivido dell'imprevisto- 23 Inediti non davinottabili-
La Promessa di Sean Penn resta uno dei thriller più taglienti e disperati degli ultimi vent'anni, con un finale tanto disperato e pessimista che arriva come un pugno in faccia. Il romanzo di Friedrich Dürrenmatt viene portato sullo schermo, 4 anni prima (e non per la prima volta) dal regista olandese Rudolf van den Berg, che ne smorza il finale nichilista, optando per una chiusa più in linea con l'aspetto thriller della vicenda. Meno d'impatto, ma comunque ben reso a livello emotivo, con il confronto mozzafiato nei boschi tra il pedofilo che tiene in ostaggio la bambina e il poliziotto che la usata come esca ("le vocine" infantili), che tiene ben incollati alla poltrona, fino alla chiusa con tocchi splatter: "Uccidimi"
Europa dell'est, un misterioso assassino uccide tre bambine nell'arco di poco tempo. Le piccole vittime vengono ritrovate nude, sepolte dalle foglie e con un taglio netto alla gola e non hanno subito violenza sessuale. Un sospettato viene fermato e costretto a confessare dai metodi poco ortodossi della polizia. L'ispettore di polizia Viktor Marek (Richard E.Grant), però, non crede alla colpevolezza del ragazzo incriminato, che, poi, si impicca in cella. Date le dimissioni, il poliziotto, comincia a indagare per conto suo, dopo che ha promesso alla madre di una delle piccole vittime di incastrare l'assassino di sua figlia. Prende in affitto una stazione di servizio sulla strada, vicino ai boschi dove sono state rinvenute le bambine uccise, e usa come esca la piccola Anna (Perdita Weeks), assumendo sua madre come domestica, per far cadere in trappola l'assassino. Il pedofilo (un insospettabile pediatra) non tarderà a farsi vivo, incontrando nei boschi la piccola Anna...
Van Den Berg non e certo Sean Penn, ma riesce a tenere una narrazione robusta ed emotiva, seguendo fedelmente le linee del romanzo, per poi sterzare nel finale. che se molto meno sgomento di quello girato da Sean Penn, ma risulta comunque di notevole presa emozionale
Il regista olandese intercala il racconto del pedofilo assassino assessuato e rimasto nella fase bambinesca, con momenti quasi favolistici (gli incubi del poliziotto riguardanti le bambine uccise, il modus operandi del pedofilo, con il pupazzo del cagnolino parlante e la liquirizia rossa, per attirare le bambine nei boschi, la sua "innocenza" infantile e il movente, non molto dissimile da quello di Don Alberto in NON SI SEVIZIA UN PAPERINO-preservare la purezza delle piccole vittime dal mondo sporco degli adulti-) e di sequenze inquietanti e morbose (le bambole a grandezza naturale con cui "gioca" il pedofilo nella sua casa, vestite con gli abitini delle bimbe uccise, messe in cerchio in un grottesco gioco di bimba) e la sessualità "pura" del folle, che come il Ted Levine nel SILENZIO DEGLI INNOCENTI, si rade il pube, nascondendo il pene tra le gambe, assumendo i tratti di una grottesca vagina.
Tutti punti che elevano il film dalla media (e come ben dice Il Mereghetti nella scheda del film, pare che Van Den Berg abbia volutamente girato il film in uno stile piatto e televisivo, per aumentarne il disagio, infilandoci stoccate crudeli e ben poco convenzionali, addirittura con echi di MANIAC-la collezione di bambole, la testa che esplode nell'abitacolo della macchina), e denotano una certa sensibilità narrativa del regista (la "tenerezza" infantile del "lupo", le piccole vittime, le note fiabesche, l'orsacchiotto/cagnolino con la vocina, "Giocheremo per sempre e staremo sempre insieme, in un bel posto dove ci sono tutte bambine come te", il brulicare del formicaio con reminiscenze peckinphaniane)
La fotografia di Igor Luther dà valore aggiunto, e getta il film in una dimensione straniante e sospesa, così come una non meglio identificata europa dell'est-verosimilmente pare la Reppublica Ceca- (anche se i boschi, la stazione di servizio con il sole che tramonta, le location, hanno un sapore da provincia americana)
Laido, lascivo e ripugnante (nella sua diabolica "innocenza") il pediatra/pedofilo di Simon Cadell, che difficilmente si dimentica (vederlo buttarsi in terra come un seienne e pregare le bambine nel bosco perchè giochino con lui, ha un che di veramente disturbante, così come quando-al momento di uccidere le bambine-tira fuori il bisturi dalla tasca della giacca e sprofonda in un estasi simile ad un orgasmo)
Anche se il film di Penn gli e nettamente superiore, merita una giusta riscoperta
Momento cult: Il pedofilo (vestito stile marinaretto) gioca con le sue bambole in una stanzetta, credendo siano le bambine da lui uccise che staranno sempre con lui a baloccarsi. D'improvviso una cade e si rompe a metà, il pedofilo, preso dall'ira, le zompa addosso e le mette una mano lì, delirando sui peccati degli adulti.