La vendetta di J.D. - Film (1976)

L'antefatto è nel 1942: in un mattatoio abbandonato la bella Betty Jo viene fatta fuori a coltellate da Theotis (Pinkard), che stava in qualche modo ricattando. Al delitto assiste J.D. Walker (McKnight), fratello di Betty Jo che però, trovato con in mano l'arma del delitto (il responsabile è fuggito) viene fatto fuori da un terzo uomo lì accorso. L'azione si sposta all'oggi (1976), con il mite Ike (Turman) che durante uno spettacolo di magia viene "posseduto" dallo spirito del defunto J.D. e comincia lentamente a trasformarsi in lui sotto gli occhi sempre più preoccupati della moglie. Lui si lamenta di continuo dei fortissimi mal di testa, lei che lui lo picchia e la tratta come una mezza sgualdrina....Leggi tutto Seguendo misteriosi suggerimenti, Ike arriverà a conoscere Theotis e suo fratello Elija (Gossett jr.), un reverendo col quale stringerà subito amicizia (sente che qualcosa li lega, ma non sa cosa...). La trama era anche piuttosto intrigante, a voler ben vedere. Sicuramente bizzarra nel suo legare orrori para-demoniaci e gangster-movie in salsa black, ma la realizzazione ha momenti terribili e registicamente il film è davvero un disastro. Colpa anche di un cast diretto talmente male da risultare spesso ai limiti dell'imbarazzante, con un protagonista che sembra perennemente stordito, lento nei movimenti, ridicolo quando si "trasforma" in J.D. cambiando taglio di capelli, abiti e persino voce. Blaxploitation al risparmio, lenta nel procedere a causa della regia zoppicante, che non capisce dove e quando è meglio tagliare sfornando un film a tratti insostenibile. Si va avanti quasi un minuto a parlare di quanto puzzino i piedi ad Ike, si allungano senza un perché le messe "motivazionali" del reverendo Elija, si lascia che Turman si bei di un macchiettismo tremendo quando diventa J.D. mentre quando è in modalità Ike gli si fan ripetere in cento occasioni i suoi problemi col mal di testa che non passa, lo si fa scusare altrettante volte con la moglie perché "non ricorda" di averle fatto nulla. Insomma, per arrivare alla soluzione conclusiva c'è da penare. Poi finalmente il ritorno dei protagonisti rimasti in vita al mattatoio, 35 anni dopo il primo fatto di sangue. Ma la regia non gestisce decentemente nemmeno il momento più drammatico, con Gossett jr forse a chiedersi che ci fa lì in mezzo e una dose di ridicolaggine non comune. Se non altro abbiamo in mano la spiegazione tanto attesa, quella che teoricamente dovrebbe dare un senso al tutto. Di buono restano giusto le scene sanguinarie al mattatoio, rivissute spesso in flashback dal posseduto tra ralenti evocativi, coltellate e primi piani sulle carcasse degli animali appesi.

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