Schramm • 8/06/16 11:15
Scrivano - 7817 interventinon ho visto il film in questione, ma va osservato che al pari di un miike -e di non pochi altri stakanov nipponici della settima arte- wakamatsu è un autore-cosmo, ciascuna opera andrebbe vista -oltre che a se stante come è giusto, naturale e forse anche doveroso che sia- come la tessera di un puzzle e collocata a strapiombo in un tetris filmografico e segnico ben più vasto e complesso.
questo per avvisare di non prendere la parte per il tutto: ripeto non posso parlare per
serial rapist e sono il primo a dire che le singole opere non mi hanno tutte entusiasmato o convinto (ho sudato a terminare
caterpillar, per esempio, e il chiacchieratissimo
angeli violati fu una delusione), e se due benemeriti monopalla fanno già un indizio è probabile che il terzo sarà a mio nome, però parliamo di un regista che quanto a portata espressiva, complessità contenutistica e frappé di sesso&violenza sprigionati già nel 66 era nel futuro di almeno mezzo secolo e rotto, che ha sfornato opere notevoli (come quelle segnalate post addietro, che a vederle davvero sembrano firmate dalla mano di un miike dell'altroieri - e vedere
estasi degli angeli aiuta a psiconavigare meglio in un
kichiku dai enkai): lasciarsele sfuggire in seno alla sventura di averlo conosciuto con questa sarebbe un peccato.
Cotola
Daniela