Buiomega71 • 29/05/13 10:32
Consigliere - 27174 interventiE lo zio Wesly fa tris.
Film diviso a metà (con momenti straordinari del miglior Craven in assoluto, e cadute di tono piuttosto fastidiose) ne meglio ne peggio del secondo capitolo (i due si compensano), ma che non trova più la ferocia cinica del capostipite, ormai una chimera irraggiungibile.
Le zampate craveniane sono quasi più graffianti che nel nr.2, ma intervallate da momenti fiacchi e situazioni che sfiorano il dementificio.
A cominciare dagli omicidi, mai così blandi e risibili, per nulla sanguinosi e piuttosto indolori (a parte, forse, lo sgozzamento a Lance Henricksen-che mi par cuttino nella versione che ho in vhs, ma e il primo col visto censura PER TUTTI, e Craven sembra che si autocontrolli abbondantemente-), con un body-count maggiore rispetto ai primi due capitoli, ma risolto come nel peggior tv-movie pomeridiano
Così come è blando e farlocco il movente dell'assassino (e poco credibile, a dire il vero, che la mammina di Sidney Prescott, negli anni 70, abbia fatto l'attricetta in horror di serie z alla Ted V.Mikels!), e un finale tirato un pò troppo per le lunghe, che sfiora il pagliaccesco, in una villa hollywoodiana-trappola piena di passaggi segreti e armadi con vetri double, che sa tanto di casa degli orrori stile ludico luna park.
Non malaccio (divertente autoparodia tra finzione scenica e realtà) le inutili difese di Sarah Darling con coltelli e spranghe gommose, puri oggetti di scena, contro la furia dell'assassino
Taccio poi sulla vhs di Randy e le regole delle trilogie, irritante e posticcia, che cerca di aggangiarsi in qualche modo al "citazionismo" della saga, risultando inutile e ridicola.
La metà buona del film e puro e duro Craven (lo sceneggiatore cambia, da Williamson passa a Ehren Kruger, ma mica me ne sono accorto francamente, questo per dire che Williamson non e quel gran genio che tutti vogliono far credere)
Già nel bellissimo incipt con Liev Schreiber, di una tensione palpabile, con battute thriller da sfiorare il genio, dove Craven mozza il fiato e regala perle che manco De Palma. Non all'altezza di quella d'apertura del capostipite, ma decisamente più riuscita di quella "cinematografica" del secondo capitolo.
L'incubo (e qui, finalmente, c'è il Craven onirico!) di Sidney, con lo spettro di sua madre alla finestra (davvero terrifico e agghiacciante), che si aggira come la streghetta di
Summer Of Fear, o la ragazzina invasata di
Benedizione mortale e mette più di un brivido
Sidney inseguita da "ghostface" per tutta la casa/set (che fà molto Elm Street) ricostruita nei teatri di posa, dove viene fuori il miglior Craven, con reminiscenze a
Nightmare, porte che danno sul vuoto, ricordi dolorosi, stanze insanguinate, la voce della madre che la chiama, l'assassino coperto dal lenzuolo (dal lenzuolo si copriva Freddy nel primo
Nightmare che sbucava dal materasso nella stanza di Nancy)
Tornato pure i serpenti (vera e propria ossessione craveniana), nelle immagini dello zapping operato da Sidney nella tv
Il manifesto di
Un bacio e una pistola che troneggia nell'ufficio del detective, guarda caso uno dei film di culto craveniani.
L'ultima immagina finale, emblematica, della porta lasciata aperta, distillato craveniano puro
Godo e sogghigno in cotanta grazia craveniana, che dimostra che l'ex professore di Cleveland la mano c'è l'ha ancora bella salda e non rinuncia al suo inconfondibile stile, che per un fan come me e tutto brodo di giuggiole.
Come sequel vale ne più ne meno il secondo, con le solite zuffe e mazzate, calci in faccia, botte e lotte (in alcuni frangenti si sfiora il parodico alla Bud Spencer/Terence Hill), ma con bagliori craveniani più marcati.
Inutili camei (quello di Carrie Fisher e la storia sulla Principessa Leila, Jay & Silent Bob, Roger Corman), qualche fracassonata (lo scoppio della villa), alcuni personaggi francamente evitabili (Parker Posey su tutti) e moventi tanto abboracciati quanto ridicoli
Il meta cinema alla
Nuovo Incubo (la sceneggiatura come fonte dei delitti, il set e gli attori di
Stab 3) e più rilevante che nel secondo (ma meno riuscita) e le citazioni bimbominkiesche (a parte la vhs di Randy) notevolmente ridimensionate.
Alla fine del reso non malaccio, ma solo perchè pullulante di ammiccamenti craveniani a volte geniali e irresistibili che fanno promuovere (con le ovvie riserve) anche questo terzo capitolo.
Poi non mi si venga a dire che il regista non e la vera anima del film.
Fauno
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