Discussioni su Profundo carmesí - Film (1996)

  • TITOLO INSERITO IL GIORNO 7/04/20 DAL BENEMERITO BUIOMEGA71
  • Clicca sul nome dei commentatori per leggere la loro dissertazione
  • Davvero notevole!:
    Buiomega71, Anthonyvm

DISCUSSIONE GENERALE

  • Se ti va di discutere di questo film e leggi ancora solo questa scritta parti pure tu per primo: clicca su RISPONDI, scrivi e invia. Può essere che a qualcuno interessi la tua riflessione e ti risponda a sua volta (ma anche no, noi non possiamo saperlo).
  • Buiomega71 • 7/04/20 10:20
    Consigliere - 25937 interventi
    Autore da riscoprire, personalissimo e dal gran temperamento latino, con una visione del suo Messico cinica e barocca, Ripstein rimette mano alla gesta della coppia assassina dei "cuori solitari", Raymond Fernandez e Martha Beck, di cui fu già tratto I killers della luna di miele e, più in là, Lonely hearts e Alléluia, ma con uno stile che stà a metà tra il grottesco e la repulsione.

    Opera disturbante, deriva di esseri abbietti, disgustosi e meschini, popolata da "mostri umani" (in primis l'untuosa coppia diabolica), contestualizzata in ambienti degradati e squallidi, che si dividono tra vedove (più o meno giovani) tarate mentalmente (una vecchia ninfomane, una finto bigotta con in casa altarini di santi e Madonne e una giovane vedova, piacente ma venale, con pargoletta), stanzette di motel disardone e miserissime in una coltre di decadenza che rispecchia la ripugnante coppia delittuosa e le sue imprese sanguinose.

    La mostruosa Coral, infermiera sovrappeso che vive nel mito degli attori del cinema, sofferente di alitosi (c'ha un cadavere in bocca) e puzza di cadavere (oltre che infermiera è stata tassidermista), presa da smanie sessuali (ci prova pure con il vecchio infermo che accudisce a casa), che una volta incontrato l'uomo della sua vita, e pur di tenerselo tutto per sè, non ci pensa su due volte a sbarazzarsi dei due figlioletti scaricandoli in un orfanotrofio, abbracciando l'attività a delinquere dell'amore insano della sua misera esistenza (circuire zitelle o vedove tramite gli annunci dei cuori solitari), pianificando ella stessa le truffe-spacciandosi come la sorella-e , nel caso disperato, commetendo i delitti, con una ferocia e un'implacabilità agghiaccianti. Unico difetto, la furente gelosia (l'incesto sotto gli occhi della vedova timorata di dio ma con voglie sessuali assai soffocate per parecchio tempo) e i momenti in cui la sua psiche interrotta esplode in episodi di profonda cattiveria (la costrizione in cui obbliga la bambina a mangiare e la lascivia con cui determina il possesso del suo uomo, fino alla catarsi della violenza assassina).

    L'amore totale del suo ignobile, piccolo e sconsolante mondo è il repellente e nauseante Nicolas, sorta di gigolò da due soldi, sofferente di emicranie e morbosamente attaccato al suo tupè (la calvizia è la sua condanna), andando completamente fuori di testa se lo rovina o qualcuno scopre il suo segreto (la sequenza dell'improvvisa emicrania in auto) , tanto da sbroccare in comportamenti violenti (di raro disgusto quando Coral, con devozione totale, gliene "fabbrica" uno con i suoi stessi capelli).

    Ripstein immerge il tutto in situazioni sordide ora intinte nell'humor macabro, con taglienti e cattivissimi dialoghi, epiteti ben poco raffinati (cicciona, merdosa), non risparmiando nemmeno l'infanticidio, con una vena buñueliana di ferina sgradevolezza, che, a volte, ricorda la grottesca deriva orrorifica di Gran Bollito.

    La sistematica eliminazione delle vittime (spesso sole e represse) con il topicida, uccise a colpi di statue cristologiche e finite a mazzate, o bestialmente pugnalate dopo averle praticato un'aborto, con figlioletta piangente annegata nella vasca da bagno.

    Ripstein non ha pietà per nessuno, e sopratuttto non risparmia nessuno, fino al fulminante e violento finale giustizialista del tiro al bersaglio (la brutalità dei "vigilantes" messicani non è poi tanto dissimile da quella della Notte dei morti viventi)

    Il cadavere della vedova messo seduto e rivestito, le nozze al cimitero, la terribile scoperta della giovane (e bella) vedova del tupè di Nicolas, che scatena nell'uomo belluini istinti violenti tanto da prenderla a botte e tentando di annegarla nel bidone dell'olio per le auto, la goffa e ributtante Coral (di straordinaria bravura Regina Orozco) che non sarebbe sfigurata in un film di John Waters, più per quello che fa che per quello che è (svende i due figli piccoli per stare con l'uomo che morbosamente ama, pianifica gli incontri con le vedove e esecutrice materiale degli omicidi, vieppiù che le vengono in aiuto i suoi "studi" infermieristici) e la penosa e umiliante sudditanza che Nicolas ha nei suoi confronti, viscido omuncolo che vive alle spalle delle donne, arrivando a farsi "calpestare" per averla tradita.

    Profondo carminio che trasuda carnalità, visceralità, odori acri e mortiferi, di sudore e untuosità, di solitudine, miserie umane e degrado amorale.

    Bellissimo e melodico lo score del ciminiano David Mansfield, e suggestivi alcuni scorci di desolazione "on the road" della provincia messicana.

    Cinema sanguigno quello di Ripstein, sgradevole e ben poco accomodante, che non fa sconti e lascia chiazze laide che difficilmente si scorderanno.

    Vincitore dell'Osella d'oro per la sceneggiatura, la scenografia barocca e kitsh e l'intensa OST di Mansfield.

    Per quanto mi concerne un piccolo cult malsano, laido e morboso assolutamente da recuperare.

    La triste solitudine dell'amore spasmodicamente ricercato crea mostri.
    Ultima modifica: 7/04/20 19:32 da Buiomega71