Buiomega71 • 29/08/14 10:11
Consigliere - 27113 interventi Rassegna estiva:
Le Regine del B-Movie
Curioso, sospeso e affascinante "thriller" incubotico, dall'atmosfera gotica e decadente, con un andamento lentissimo (forse anche troppo), con una coltre di mistero che permea la pellicola, e che pian piano entra sottopelle
A momenti sembrava di assistere ad un episodio tv dei "
Giochi Del Diavolo", dove l'arcano e il tempo dilatato acquisivano un senso di straniamento, racchiuso in un limbo fuori dal tempo e dallo spazio
Zora Kerova (davvero brava, e ancora affascinante) si ritrova nella tenuta di campagna del marito, dopo un incidente (di cui non ricorda nulla, nemmeno il suo passato) che le ha deturpato metà volto e che gira con una maschera che le copre la metà del viso ustionato che pare il fantasma dell'opera. Sola, in compagnia dei due domestici Germano e Sabina, trova nella soffitta un magnetofono (omaggio alla
Casa?) e un libretto pieno zeppo di appunti e "ricette", dove uno zio con la passione della botanica (poi morto suicida), aveva sperimentato infusi di piante psicoattive (per lo più sconosciute all'uomo), che lenivano i dolori o aiutavano la mente a ricordare quello che aveva rimosso
La Kerova si aggira tra stanze, nell'enorme serra, sempre più presa a sperimentare gli appunti dello zio, prima lenendo il dolore delle ustioni, poi aiutando la sua mente a ricordare cosa davvero le ha provocato quelle ustioni...La mente della donna (dopo vari stadi di allucinazione) andrà in tilt, fino alla spietata e feroce vendetta femminea finale
La Zancolò suggerisce, crea vari stadi di umore, aumenta il disagio e una larvata suspense, per poi infierire nel finale vendicativo, dove i nodi vengono al pettine
Qualche accenno avatiano nell'atmosfera, viaggi psichedelici stile
Chappaqua, piante che ghermiscono la Kerova nella serra (ancora
La Casa?), che si inerpicano sulle pareti della casa, flashback in BN di cosa veramente accadde "quella sera" (chiaro omaggio ai thriller italici settantiani,
Profondo Rosso in primis), crudeli e parchi lampi splatter (occhi e orecchie perforati con la sparachiodi, braccia amputate in fontane di sangue) fino ad una chiusa finale sospesa e suggestiva
La regista torinese tiene la tensione (anche se per gran parte del film non succede praticamente nulla, con la Kerova che ascolta la voce dello zio-ma perchè con fastidioso slang inglese?- si rifugia nella serra, legge gli appunti e si dà al "piccolo chimico", e ogni tanto ci sono dei flash-quasi subliminali e gratuiti, di lei bambina-), fino alla svolta thriller che comunque riesce a colpire e non e poi così scontata
Geniale, poi, riprendere la Kerova davanti allo specchio con la maschera che sembra si sposti da destra a sinistra del viso (sembra, di primo impatto un grossolano errore, ma non lo e)
Peccato per la confezione semiamatoriale che ne smorza un pò il potenziale (così come l'audio in presa diretta), così come gli SFX splatter, davvero casarecci che sembrano usciti dai "Lucio Fulci Presenta"
Il talento e la passione della Zancolò, comunque, sono apprezzabili e c'è anche una certa originalità nel progetto
Nell'insieme, pur coi suoi difetti e palesi limiti, non male.
Buiomega71
Ale56
Myvincent, Jofielias, Marcel M.J. Davinotti jr.
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